Dovremo assicurare anche i veicoli che teniamo fermi su fondi privati; e non sarà più possibile la sospensione della polizza assicurativa. È il risvolto sfuggito a molti della nuova Direttiva sull’Assicurazione dei Veicoli, approvata il 21 ottobre scorso dal Parlamento Europeo.
Lo avevamo anticipato giusto un mese fa su In Moto, dove eravamo tornati a occuparci di assicurazioni. Ora ecco questa nuova direttiva approvata dal Parlamento, che cancella ogni speranza, ridisegnando la definizione del veicolo soggetto a obbligo assicurativo.
I perché dell’estensione dell’obbligo assicurativo
Il punto di partenza è la sentenza Vnuk pronunciata dalla Corte di Giustizia Europea nel 2014. Giudicando sull’incidente di un trattore in una fattoria slovena, la Corte aveva stabilito che ogni mezzo deve essere assicurato, anche se custodito in un’area privata. Perché il concetto di uso del veicolo va oltre la fase della circolazione attiva, abbracciando anche la sosta. Non a caso, il veicolo in sosta sulla pubblica via deve già essere comunque coperto da assicurazione.
Dunque la Corte di Giustizia sostiene che deve essere garantito il giusto risarcimento anche a chi dovesse avere un sinistro con un veicolo ricoverato in un’area privata. Fa eccezione l’uso difforme dalla destinazione d’uso del veicolo. Se ad esempio si tolgono le ruote e lo si usa per generare corrente o per fornire energia agricola, o lo si sistema in esposizione, l’obbligo viene a cadere; perché il veicolo non è più utilizzato secondo la sua destinazione d’uso.
Cosa dice la nuova Direttiva
Il Parlamento Europeo ha dunque modificato la precedente Direttiva 2009/103 relativa all’assicurazione di responsabilità civile dei veicoli, rivedendo la definizione d’uso del veicolo, che ne rende obbligatoria la copertura assicurativa.
La nuova scrittura recita: “‘uso del veicolo’ ogni utilizzo di un veicolo che sia conforme alla funzione del veicolo in quanto mezzo di trasporto al momento dell'incidente, a prescindere dalle caratteristiche del veicolo, dal terreno su cui è utilizzato e dal fatto che sia fermo o in movimento”.
Esclusi gli sport motoristici e la micromobilità
La nuova Direttiva esclude esplicitamente i veicoli utilizzati in competizioni, in quanto già coperti dalle polizze degli organizzatori degli eventi e delle federazioni sportive. Rimane il problema di chi partecipa esclusivamente alle prove libere. In questo caso si spera arrivino più offerte specifiche da parte delle compagnie assicurative.
A oggi l’unica polizza che copre le prove libere in pista (solo però su alcune piste e con organizzatori riconosciuti) è quella collegata alla Tessera Sport della FMI. La circolazione turistica in pista è però coperta dalle polizze assicurative RCAuto di diverse compagnie. Se insomma avete una moto targata e assicurata per la circolazione su strada, siete coperti per i danni da responsabilità civile anche per la circolazione turistica in pista (le prove libere).
Succede però solo con alcune compagnie. Ce lo hanno confermato espressamente dall’Ufficio Stampa del Gruppo Generali. E la stessa cosa vale per Reale Mutua e Italiana Assicurazioni. Diverse altre compagnie sono nel limbo: abbiamo controllato le clausole dei loro contratti, trovando l’ovvia esclusione di gare e prove di gare, ma l’estensione della copertura ai percorsi privati. È il caso di Axa, Groupama, Sara, UnipolSai e Vittoria. Hanno espressamente scritto che non è coperta la circolazione negli autodromi AllianzDirect, Amissima, Aviva, Cattolica, Linear, Quixa, Verti e Zurich. Diverse fra queste, tra l’altro, utilizzando la medesima formula, hanno scritto che la loro polizza non copre la circolazione nelle aree interne degli autodromi, anche se non si partecipa a prove in circuito. Un qualcosa in evidente contrasto oggi con una sentenza della Corte di Cassazione italiana, che il 30 luglio scorso ha stabilito che la RCAuto vale anche sui fondi privati.
Cosa succederà ora?
La nuova norma dovrà passare l’approvazione del Consiglio Europeo e quindi verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea. A quel punto gli stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla.
La speranza è che le compagnie assicuratrici offrano nuove polizze specifiche per chi conserva ed eventualmente utilizza un veicolo esclusivamente su fondo privato; con una ovvia forte riduzione del rischio d’incidente.
Dubbi ci sono anche sul meccanismo dei possibili controlli. In Italia non è mai partita l’azione di controllo associando le targhe inserite nel sistema della Motorizzazione Civile con i dati dei veicoli assicurati in possesso dell’Ania, l’Associazione delle Compagnie Assicuratrici.
La situazione delle prove libere in pista
Su questo specifico argomento avevamo già pubblicato un approfondimento:
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