Honda CBR900RR compie 30 anni. Presentata alla fine del 1991, arriverà sul mercato nel 1992 e rivoluziona il segmento delle supersportive grazie a Tadao Baba e al suo "Controllo Totale”. Un concetto con il quale voleva realizzare una moto sportiva con prestazioni vicine a quelle delle maxi, ma facile e divertente da guidare, trovando così un giusto compromesso tra le maxi di quegli anni e le 750 che correvano in Superbike.
Come nasce la CBR900RR
Naturalmente non tutto quello che sulla carta parte perfetto poi è facile da mettere in pratica. E infatti il progetto dell’ingegnere giapponese non ha avuto vita semplice. Realizzare una moto che avesse l’agilità di una 750 ma le prestazioni di una 1.000, beh, era un’impresa titanica. La risposta è la CBR900RR, un compromesso, se così lo vogliamo chiamare, a tutte le richieste: una sportiva con un motore a 4 cilindri in linea da 893 cc e da 125 CV dichiarati, e con una ciclistica agile, simile a quella di una 750. Un ruolo fondamentale è stato giocato dall’allestimento, che ha dovuto in qualche modo mettere in campo una nuova categoria e arrivando, dopo ben 16 generazioni (in realtà sono sei, ma in questa cifra sono compresi i modelli che hanno subito anche piccole modifiche), alla Fireblade di oggi, una superbike ad altissime prestazioni.
Sei generazioni
Il primo vero cambio arriva nel 2000, con il nuovo sistema pivotless, ovvero il forcellone sostenuto dal motore e il telaio tagliato all'altezza del carter. Ma tra le novità ci sono anche la ruota anteriore che da 16” passa a 17”e l'iniezione elettronica. Aumentano anche cilindrata, 929 cc, e potenza, 150 CV. Un ulteriore passo in avanti si fa poco dopo, nel 2002, con l’ultima Fireblade firmata da Baba (e considerata una delle migliori). La cilindrata sale a 954 cc e la potenza a 152 CV.
CAMBIA LA CILINDRATA, MA NON IL DNA
Nel 2004 la cilindrata arriva a 1.000 cc, senza più compromessi, cambiando nome in CBR1000RR Fireblade, e con l’obiettivo di vincere il Campionato Mondiale Superbike. Le ispirazioni alla MotoGP sono evidenti, con una carenatura più spigolosa, scarico sottosella e un nuovo telaio. E cambiano le prestazioni, con la potenza che arriva a 172 CV. L’obiettivo viene raggiunto tre anni dopo, con James Toseland che vince il Mondiale Superbike nel 2007.
L’anno successivo, il 2008, segna un ritorno alle origini, con forme più morbide, uno scarico più basso e compatto, e con l’impianto frenante combinato con ABS. Un modello che verrà perfezionato negli anni a venire, dettaglio dopo dettaglio, fino al 2012, anno in cui la forma si fa molto affilata e si inizia a tracciare la strada per le Honda attuali.
Un "R" in più e più efficacia in pista
Nel 2017 entra in campo l’elettronica, con funzioni avanzate (per esempio il controllo di trazione e dell’impennata), ma la moto si fa anche più leggera e con un ulteriore aumento di potenza, che arriva a 192 CV. Fino ad arrivare al 2020, con l'estrema CBR1000RR-R: vanta tecnologia che prende linga dalla MotoGP RC213V, aerodinamica ed elettronica ancora più avanzate e potenza da 217,5 CV.
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