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Sulla tangenziale di Parigi il lane splitting non è più ammesso: perché?

Tra gli argomenti del mondo moto che infiammano sempre il dibattito c’è il lane splitting, o lane filtering, o (l’italianizzato) flitraggio tra le corsie. Insomma, quella pratica piuttosto consueta di superare le auto passando all'esterno o nello spazio libero tre le colonne di veicoli. Detto questo, c’è da sottolineare che – sebbene diffusa in tutto il mondo – questa pratica va sempre contestualizzata. Nel senso che entra in gioco, come spesso capita quando si è alla guida, quello che comunemente chiamiamo buonsenso.

Se da una parte, il lane splitting può servire a diluire le code di traffico e, nel caso di incidente, la bassa velocità non crea il rischio di gravi infortuni e danni (anche se, qualora ci fosse un sinistro, la maggior parte della colpa ricadrebbe sul motociclista), dall’altra bisogna considerare che non sempre la velocità viene rispettata e sarebbe opportuno avere delle regole più chiare e definite sul tema.

Cosa sta succedendo in Francia

Ma vediamo cosa succede in Francia, visto che negli ultimi anni il lane splitting è stato al centro di una sperimentazione che ha coinvolto la mobilità parigina. Da giugno 2021 è partito uno studio sulla sicurezza stradale, della durata di tre anni, a cui sono seguite una serie di norme molto dettagliate e chiare pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Francese (Journal Officiel de la République française). Su cosa? Proprio riguardo al comportamento da tenere sul superamento delle auto in colonna nel traffico e alla formazione dei nuovi motociclisti, autorizzando gli istruttori a insegnare ai centauri in erba il corretto comportamento su strada e le valutazioni da fare sul lane splitting.

Ma arriviamo a oggi. Con le cose che sono decisamente cambiate. Recentemente, il sindaco di Parigi ha stabilito sulla tangenziale la velocità non dovrà superare i 50 km/h. Nella nuova norma, non viene esplicitato il divieto del lane splitting per le due ruote ma è come se lo fosse dato che la Francia, attualmente, lo consente solo in condizioni molto specifiche, tra cui su strade con limite di velocità dai 75 km/h in su.

Va da sé che i motociclisti francesi, riuniti nell’FFMC (Fédération Française des Motards en Colère) si stanno mobilitando con manifestazioni e collaborando con la LDC, ovvero l’associazione a difesa dei guidatori. Tra gli argomenti a sostegno, si parla anche di una “questione di classe”. Parigi, dicono dall’FFMC, è un posto davvero costoso in cui vivere e molte persone che vi lavorano fanno i pendolari, abitando fuori città. Sono proprio costoro la maggior parte delle persone che utilizza la tangenziale per recarsi nel posto di lavoro e poi rientrare a casa.

Inoltre, l’FFMC e la LDC stanno organizzando una class action e chiedendo un contributo di 12 euro ad almeno 300 tra motociclisti e automobilisti.

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