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Mercato moto europeo: l’Italia salva l’Europa

Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. Sono cinque paesi europei che da soli rappresentano l’80% del mercato motociclistico UE. In questi cinque paesi, nei primi sei mesi del 2024 sono state vendute 610.757 moto, con una crescita dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Lo comunica l’Acem, l’Associazione Europea dei Costruttori di Motocicli.

Attenzione però, per una volta dobbiamo dire che il merito di questa crescita è dell’Italia. Il nostro Paese da solo ha assorbito infatti 204.189 moto (il 33,43%!). Con una crescita del 6,1%.
Molto meglio degli altri paesi, che viaggiano ben distaccati e che, soprattutto, sono quasi tutti in territorio negativo, con numeri delle vendite in arretramento. Eccezion fatta per la Spagna, il quarto mercato europeo, che ha una crescita dell’1,4%.

Mercato moto: crollano ciclomotori ed elettrici

Detto delle moto, i dati divengono molto negativi se si guarda al mercato dei ciclomotori, che con 84.666 pezzi nell’EU6 (Belgio, Francia, Germania, Italia, Olanda Spagna) perdono il 15,1% sui primi sei mesi del 2023.

E sono addirittura terrificanti i dati delle moto elettriche, che nell’UE5 piazzano 14.065 pezzi, con un calo del 27,4%. In questo contesto l’Italia è il secondo mercato, con 3.624 pezzi, contro i 4.371 della Francia. Malissimo la Germania, terza con 2.626 pezzi e un calo del 52,5%!

Gli andamenti negli ultimi cinque anni

L’analisi degli ultimi cinque anni ci dà un respiro diverso per valutare. Nei primi sei mesi del 2019 si erano vendute 500.252 moto. La crescita da allora è stata del 22%. I ciclomotori hanno conosciuto una crescita fino al 2022 (134.503 pezzi), poi hanno avviato un crollo che li ha portati oggi a 84.666 pezzi.

Diverso il discorso per le elettriche, che però cinque anni fa partivano da numeri bassissimi. Dai 4.698 pezzi dei primi sei mesi del 2019 siamo passati ai 14.065 di quest’anno, con una crescita consistente, ma per raccontarla tutta dobbiamo dirvi anche che nel 2022 le moto elettriche avevano raggiunto quota 21.078, poi il crollo. E qualcosa di simile è successo ai ciclomotori elettrici, che sono partiti a 25.294 nel 2019, sono saliti a 44.027 nel 2022 (quasi il doppio), e sono tornati al punto di partenza nel 2024 con 25.364 pezzi.


L’interpretazione: aumenta la domanda di mobilità… in moto!

I dati del primo semestre 2024 confermano i trend di lungo periodo - ha commentato Antonio Perlot, segretario generale dell’Acem -, con una crescita per le moto (+22% vs 2019, 610.757 vs 500.252) e una riduzione dei volumi dei ciclomotori (-29% vs 2019, 118.958 vs 84.666), dovuta anche al trasferimento a motociclette leggere.  Nel complesso, le immatricolazioni riflettono l’interesse sempre crescente dei cittadini europei per la mobilità a motore su due ruote, per utilizzi urbani, periurbani e tempo libero”.

Dunque, secondo Perlot, una parte dei ciclomotoristi si sta spostando sulle moto. Segno di una maturazione della classe degli utilizzatori di due ruote. Perché non si accontentano più dello “scooterino”, ma vogliono un mezzo più prestazionale, per affrontare spostamenti più lunghi e, magari, anche le uscite del fine settimana in coppia. Il segretario generale dell’Acem dice però anche un’altra cosa: lo spostamento è verso le motoleggere. Le moto di piccola cilindrata. Un fenomeno evidente anche in Italia, soprattutto se si guarda al mercato totale, moto+scooter, dove i 125 e i mezzi fino a 500 cc dominano.

Faremo moto e scooter solo per persone che vanno al lavoro e fanno commissioni? No, non è detto. Ma certo - e lo abbiamo già scritto altre volte - dovremo essere bravi a saper attrarre e coinvolgere nell’orbita motociclistica questi nuovi utilizzatori. Così numerosi, così interessati, probabilmente ancora così poco addentro al mondo della moto.

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