Questa volta l’artigiano battilastra friulano si è cimentato su una base insolita: una Yamaha MT-03. Interessante il prodotto finale, dove è davvero difficile intravedere e riconoscere la piccola moto presente sul catalogo Yamaha. Abbiamo cercato di farci spiegare la realizzazione dal suo artefice, ma chi lo conosce sa che quest’uomo è parco di chiacchiere, quanto prodigo di fatti, quindi non sorprende che abbia dirottato l’intervista sul proprietario, il quale ha accettato di buon grado di raccontarci la moto.
“Beh, basta guardare la moto per capire tutto il lavoro che c’è dietro – esordisce Mauro – la ciclistica ed il motore non sono stati alterati. Tutto il lavoro si è basato sull’impatto estetico, e la particolarità principale è la carrozzeria tutta in alluminio battuto a mano (ndr, d’altronde è per questo che ci si rivolge a Codutti, no?).
Ci sono, comunque, anche molteplici dettagli e parti sostituite o realizzate ad hoc, tutto è stato pensato con la finalità di un mezzo unico ma non appariscente, che appaghi fin nel dettaglio ma non sia esagerato o di cattivo gusto. In sostanza, seppure non si tratti di una moto di grossa cilindrata, ha ricevuto le stesse cure e la stessa dedizione riservate ad una Special di cubatura elevata.
Avevo visto e apprezzato le creazioni di Codutti e conoscendolo di persona mi è piaciuto anche il suo carattere, la sua precisione, la sua ironia. Da subito ho avuto la sensazione che era l’unico che potesse interpretare le mie idee e plasmarle su sano alluminio. Ho posseduto molte moto di grossa cilindrata, ma in questo caso pensavo a qualcosa di non impegnativo, qualcosa di divertente e agile da usare in qualsiasi situazione.
Ferruccio, dal canto suo, era allettato dall’idea di creare una moto completamente diversa dal suo filo conduttore futuristico. Dopo varie valutazioni ho optato per il bicilindrico di 321 cm³ della Yamaha MT-03, moto che ho giudicato tecnicamente valida, con le potenzialità intrinseche per trasformarsi in ciò che volevo, e adatta anche alla mia compagna fresca di patente. Ho realizzato alcuni bozzetti, ritagliando e incollando serbatoi, fari, manubri, codini, selle e parafanghi, e li ho portati a Ferruccio. In pochi secondi aveva già capito cosa volevo e definito tutta la parte posteriore della moto, poi, nel giro di qualche ora, abbiamo deciso tutto il resto, dettagli compresi. Il risultato è sotto i vostri occhi”.
Un risultato superbo, aggiungiamo noi, amplificato dalla livrea in alluminio satinato protetto da vari strati di vernice trasparente e da una grafica azzurra, che in qualche modo ricorda la veste ufficiale Yamaha.