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LISTINO

Prova Ducati DesertX: il tassello mancante

Della Ducati DesertX si è parlato tanto, tantissimo. Fin troppo. È vero che, come diceva Giacomo Leopardi nel “Sabato del villaggio”: l'attesa è forse più piacevole della festa in sé... ma l'impazienza aveva superato il segno.

Perché la nuova crossover italiana – questo il punto nodale - è una piccola, grande rivoluzione, una enduro senza se e senza ma, una moto che stabilisce un prima e un dopo per Ducati, azienda che apre le porte al fuoristrada contaminando quella pluridecennale filosofia imperniata sulle prestazioni, sulle sinuose carene delle sue sportive, sulla magnificenza e unicità dei propulsori.

DESERTX: NUOVA FRONTIERA

Davanti alla DesertX occorre liberarsi da inutili sovrastrutture, come peraltro hanno fatto in Ducati dove hanno dovuto affrontare tematiche nuove, quelle legate alla guida off-road. Perché, sfatiamo subito un dubbio, questa moto non è una Multistrada ritoccata qui e là per ampliarne il raggio d'azione. È ben altro.

Le "Multi", nelle varie versioni arrivate sul mercato, sono stradali prestate al mondo dell'off-road: possono calzare pneumatici tassellati e avventurarsi in divagazione polverose, certo, ma il DNA è fortemente connesso con la piega e l'asfalto. Con la DesertX – come si suol dire – a Borgo Panigale sono partiti da un foglio bianco e il risultato può essere riassunto in tre macro-caratteristiche: le ruote sono da 21” e 18", le sospensioni offrono una lunga escursione, il look riprende quello delle maxi-enduro da rally che solcavano i deserti negli Anni '80.

Gira pagina e leggi la nostra prova: