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Test Moto Morini Calibro, i voti del #SottoEsame

Ricordate la Moto Morini di un tempo? Quella che faceva la 3 e mezzo, la Sbarazzino, la Regolarità…Ecco, di quell’azienda lì oggi è rimasto ben poco, giusto il nome e in un certo modo la continuità nel nome dei modelli.
Che a quanto pare piacciono: Morini sta vivendo una vera e propria rinascimento, grazie a modelli indovinati come la X-Cape 650. E all’EICMA 2023 ne abbiamo viste delle belle…

La prima ad arrivare sul mercato sarà la Calibro, una cruiser leggera, facile facile e dal prezzo decisamente accessibile. È una moto molto interessante, primo perché di fatto non ha molti competitor (l’unica, vera rivale a oggi è la Kawasaki Vulcan), secondo perché chi cerca un mezzo semplice, nei costi e nella guida, con moto del genere può davvero trovare ciò che cerca. Anche chi è molto corto di gamba (ma ci arriviamo tra poco). Scopriamo come se l’è cavata alla prova del #SottoEsame.

Indice:

  • Design
  • Contenuti tecnici e dotazione
  • Comfort ed ergonomia (pag.2)
  • Piacere di guida (pag.2)
  • Rapporto qualità/prezzo (pag.3)
  • Conclusioni (pag.3)

MOTO MORINI CALIBRO: DESIGN

“Design 100% italiano”, in Morini ci tengono a ribadirlo, anche se l’ispirazione sono chiaramente le moto d’oltreoceano, quelle che solitamente viaggiano sulla Route 66…E anche alcuni dettagli stilistici vengono proprio da lì. Sto parlando per esempio delle leve di freno e frizione, decisamente “cicciotte”: se avete mai guidato un’Harley-Davidson, noterete subito la somiglianza. Stesso discorso per i comandi al manubrio (banalmente quello per l’avviamento), gli indicatori di direzione, la chiava d’avviamento sotto al serbatoio, il bloccasterzo separato…Tutti elementi di stampo chiaramente americano. Ah, c’è anche la trasmissione a cinghia (che in questo caso va considerato come elemento stilistico, non solamente tecnico). Forse la colorazione grigia rende poco giustizia alle sue forme.

VOTO 7,5

MOTO MORINI CALIBRO: CONTENUTI TECNICI E DOTAZIONE

A livello di contenuti tecnici, la Calibro è considerabile un progetto partito da un foglio bianco. Oltre al design, che riprende appunto le classiche cruiser americane, il bicilindrico parallelo a liquido che pulsa sotto al grande serbatoio (15 litri, specifico per lei) ha una cilindrata di 693 cc, quindi circa 50 cc in più rispetto alle sorelle X-Cape e Seiemmezzo, ottenuti tramite un aumento della corsa (da 60 a 64; il pistone rimane da 83 mm).

I numeri parlano di 69 CV a 8.500 giri e 68 Nm, quindi circa 9 CV in più, ma come vedremo l’aumento ha migliorato soprattutto l’erogazione. Il bicilindrico è avvolto da un telaio specifico per lei, una doppia culla in tubi di acciaio, che lavora con sospensioni tradizionali: forcella con steli e soffietti, doppi ammortizzatori posteriori regolabili nel precarico. I cerchi sono in lega, sono da 18 e 16 pollici, e davanti c’è un bel gomme da ben 130 di sezione. Sella doppia, molto imbottita e con cuciture a vista, con quella dedicata al passeggero removibile con una sola vite (c’è un’unghia a coprire il “buco”). Freni: davanti singolo disco di 320 mm con pinza a 2 pistoncini, dietro disco da 255 (J.Juan).
Elettronica?
Nulla,
a meno dell’ABS Bosch. Il peso è di 200 kg senza carburante. Sarà disponibile anche in versione Bagger, con cupolone frontale e borse laterali rigide da 19 litri (si agganciano al telaietto e alla staffa delle pedane passeggero, removibili).

VOTO 8