In questi ultimi anni, a ridare lustro alle gloriose Case del passato (anche italiane) ci stanno provando molte realtà straniere. E’ successo con Benelli e Bimota , per esempio, e sta accadendo lo stesso con SWM , glorioso marchio fuoristrada in auge negli Anni Settanta perché capace di vincere tra gli altri un mondiale nel trial, europeo nella Regolarità (e un Vaso d’Argento alla Sei Giorni) e un tricolore nel cross.
ESPERIENZA ITALIANA - La nuova proprietà ha visto fondersi l’esperienza di Ampelio Macchi (responsabile tecnico ex-Aprilia , Cagiva e Husqvarna ) e la capacità economica di Daxing Gong, imprenditore cinese a capo del colosso motoristico e agricolo-industriale Shineray Group. A capo delle varie strutture, la nuova società ha inserito alcune figure di rilievo nel mondo delle due ruote. Tutte italiane: dal direttore generale Leandro Scomazzone (ex-a.d. Aprilia e MotoGuzzi) a Raffaele Zaccagnini, in passato designer Husqvarna e ora a capo del Centro Stile SWM. A supportare l’area marketing e comunicazione c’è un’altra figura “cardine” di un’era gloriosa targata Aprilia, ovvero Matilde Tomagnini (ex-Chesterfield negli anni d’oro di Max Biaggi e poi d.s. a Noale). I presupposti per far bene, quindi, ci sono tutti.
7.000 MOTO NEL 2017 - Un altro collegamento con il passato è la scelta della sede logistica e operativa: sono gli ex-stabilimenti della Husqvarna di Biandronno (Varese), dove si è insediato l’headquarter italo-cinese acquistando terreno e immobili. E’ lì che lavorano circa settanta persone (che per il 2017 avranno l’obiettivo di produrre circa 7.000 moto) ed è sempre lì che la SWM ha invitato 150 giornalisti da ogni parte del mondo per una visita alla sede e per una prova su strada di alcuni dei modelli in gamma.
Grande spazio, nella palazzina uffici, è occupato dal Centro Stile diretto da Zaccagnini. “Il team è formato da quattro progettisti (dei quali uno indiano, n.d.r.) che lavorano su gran parte delle moto in gamma, spesso su due o tre progetti contemporaneamente – spiega il responsabile - poi c’è un grafico, un modellista e un responsabile della stampa in 3D”.
Nello stesso piano ci sono anche un R&D dove, tra l’altro, si assemblano parti nuove dei motori poi provati ai banchi (nelle stanze di fronte) e il reparto corse dove si preparano le due SM500R impegnate nei campionati italiano e europeo Supermotard.
GAMMA IN LINEA CON I TEMPI - Nello stabilimento trovano posto tre linee di produzione (una per la Superdual, una per le “classic” e le altre per le fuoristrada) che escono con un ritmo di 20 mezzi al giorno. A proposito, le moto. I telai vengono progettati a Biandronno, così come i motori, che poi in parte vengono realizzati fisicamente in Cina (e poi collaudati di nuovo nella sede varesina prima di essere montati) e in parte vengono assemblati ad hoc direttamente in Italia. Dove, sempre per alcuni modelli, vengono montati anche altri componenti tipo il cambio.
La gamma prevede un modello enduro in tre cilindrate (RS125, RS300 e RS500), uno supermotard (SM125 e SM500) e due proposte piuttosto “azzeccate” per il mercato europeo e le richieste degli utenti del 2017. Ovvero una enduro stradale da 600 cc chiamata Superdual e tre versioni di classic con motore 440 cc dall’estetica “retrò”: la cafe racer Gran Milano, la più versatile Gran Turismo e la Silver Vase che ricorda, nelle linee e nel nome, i modelli capaci di imporsi in passato nella Sei Giorni di Enduro.
LA PROVA SU STRADA - Grazie ad un percorso di circa 40 km abbiamo potuto provare sia la Superdual che le Classic. La prima (8.390 euro) è l’ammiraglia della gamma: ci ha convinto per l’attenzione alle finiture, una posizione in sella che non stanca braccia e gambe, l’erogazione del motore (monocilindrico da 600cc Euro4) fluida anche se un po’ scorbutica ai bassi regimi e una ciclistica impreziosita da una forcella rovesciata, un mono regolabile e un efficace disco freno “wave” anteriore da 300 mm montato su cerchio da 19”. Ha un peso, contenuto, di 169 kg e un serbatoio benzina da 18 litri.
Molto bello e alla moda il look delle tre “classic”(da 5.490 euro): in particolare il codino della cafe racer Gran Milano, che esteticamente è la vera stella della gamma. E che a differenza delle sue sorelle, è equipaggiata con sospensioni migliori e con una pinza Brembo anteriore più efficace rispetto alle standard di Silver Vase e Gran Turismo. Il motore da 30 cv permette di divertirsi anche nel “misto stretto”, ben supportati da un telaio rigido e reattivo in ogni situazione di guida.
Abbigliamento utilizzato per la prova:
Casco Shark Evoline Series3 Hataum Black/Green
Giacca Spidi Net7
Guanti Spidi Sandshield
Scarpe XPD X-Zero H2Out