Cinquanta km da fare quasi in impennata, poi altri trenta da fare in picchiata, sulla punta dello stivale
Scilla-Aspromonte: 50 km in impennata da farsi trattenendo quasi il fiato; e poi altri 30 in picchiata, dalla verde cima del Promontorio fin giù, all’azzurro dello Ionio. Si tratta di una delle più eccitanti strade da moto del sud dello Stivale per chi non teme troppo gli inconvenienti di una non perfetta manutenzione. Un assalto che comincia dal mare, come lo storico sbarco dei Mille, e culmina tra i boschi rigogliosi di Calabria, dove Garibaldi fu fermato a fucilate nel 1862 dall’esercito piemontese. Il luogo, ricordato da un mausoleo e dal pino sotto cui l’eroe dei due mondi, ferito, venne appoggiato per riposare, lo si incontra lungo il persorso, sulla SS183. Ma andiamo con ordine e partiamo da Scilla (uscita A3), affacciata sullo Stretto di Messina. La SP107 verso i monti s’imbocca da dietro il cimitero, passando sotto gli svincoli dell’autostrada. Lasciato in basso il paese, una serie di tornanti ci porta in quota in un pugno di chilometri. A Sant’Angelo il mare è ormai un ricordo. La vegetazione infittisce e la strada si fa sempre più guidata, fino a scavallare sul breve altipiano che annuncia l’innesto con la ex statale 183, già nel territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Il cippo Garibaldi s’incontra girando a sinistra per 5 km. A destra invece siamo subito a Gambarie, 1.330 metri di altezza, capitale delle curve. Da qui fino a Mannoli e S.Stefano, sulla SP7, si svolge d’estate uno slalom automobilistico a cura della Scuderia Aspromonte (www.scuderiaaspromonte.it).
Noi seguiamo invece tutta la 183, che sono altre curve, un’infinità, ed altre emozioni. La sede stradale è a volte stretta, contorta, il fondo vario, richiede attenzione. Superato il bivio che conduce verso la vetta del Montalto (indicazione Santuario Polsi), si procede tra muretti e guard-rail, immersi nei selvatici paesaggi boschivi. All’innesto con la tratta asfaltata per la diga Menta, dove c’è un vecchio rudere ma nessuna indicazione, siamo ormai in lenta discesa. Subito prima di Bagaladi, diversi tornanti ci abbassano di quota centinaia di metri. La strada s’allarga poi, seguendo la Forra di Melito, e davanti al cartello “Melito di Porto Salvo” scopriamo d’essere tornati alla costa.