Il Terre Lucane Adventure si è rivelato un evento abbastanza semplice e rilassato in termini di guida, ma davvero appagante per i tracciati ed i paesaggi che attraversa. Ancora una volta le Moto Morini X-Cape 650 ci hanno accompagnato ad un evento, per l’occasione su queste originali alternanze di percorsi asfaltati e sterrati della Basilicata, confermandosi delle fedeli compagne di viaggio, sicuramente adatte a chi voglia affrontare questi eventi senza fretta e con atteggiamento turistico.
Una delle caratteristiche che fanno apprezzare la X-Cape, specialmente nell’off-road, è la notevole facilità di manovra da fermo, dovuta alla sella molto scavata, che permette di appoggiare entrambi i piedi a terra in ogni occasione. In marcia si è molto inseriti nella moto, con buona protezione aerodinamica e, per forza di cose, con le gambe piuttosto piegate a causa della ridotta distanza sella-pedane. Questo non causa problemi indossando normale abbigliamento da moto, ma se si utilizzano pantaloni e ginocchiere specialistici da fuoristrada, nei trasferimenti su asfalto, con le gambe tanto piegate, le ginocchiere diventano alla lunga fastidiose. Nella guida in piedi, invece, ci siamo trovati bene con i comandi, dopo aver debitamente e facilmente regolato alla giusta altezza la leva cambio e il freno posteriore, mentre le pedane non abbastanza larghe, dopo ore di guida in piedi scarseggiano nel comfort. Fianchetti e sella non forniscono una buona superficie grippante per le gambe e costringono ad aggrapparsi eccessivamente al manubrio in accelerazione e nelle salite. Buone invece le tre posizioni di regolazione distanza per il manubrio, che personalmente terrei in quella più vicina, per avere braccia meno stese e miglior controllo da seduto.
Da questo bicilindrico in linea non si devono pretendere troppe performances, piuttosto vanno apprezzati la regolarità di erogazione e il carattere tranquillo, che non mette mai in imbarazzo. In effetti non si sente nemmeno l’esigenza di un controllo trazione, vista la dolcezza con cui il polso destro è connesso alla ruota posteriore. Per contro, sia il mio collega Nicola, sia io, avremmo volentieri montato un pignone con un dente in meno, proprio per ottenere più reattività al gas specialmente in fuoristrada, quando ai bassi regimi manca quel colpo di gas capace di alleggerire l’avantreno quando serve. Nulla da dire sui comandi al manubrio, morbidi ed efficaci anche quando azionati con un solo dito in off-road.
La ciclistica permette una discreta agilità e trasmette subito un buon feeling nella gestione del manubrio, anche a bassa andatura. Nonostante la poderosa forcella da 50 mm Ø, le sospensioni sono complessivamente molto morbide, quindi facili e confortevoli alle basse andature e sui fondi sassosi. Appena si aumenta un po’ il ritmo, il primo a soffrirne è il monoammortizzatore, che inizia veramente presto a registrare dei fondo corsa, capaci di diventare davvero antipatici se non si riduce subito il passo. Un po’ meglio, perché più sostenuta la forcella, in grado di digerire maggiormente le asperità, ma che comunque non ha simpatia per la guida aggressiva. Questo limite delle sospensioni non è tanto dovuto alla taratura, quanto alla ridotta escursione utile delle ruote. Ottima invece la trazione, sempre pronta ad aiutare nelle ripartenze e nei tratti difficili.
Per godersi la X-Cape e divertirsi, anche in fuoristrada, bisogna stare alle sue regole, mantenendo andature serene, senza pretendere di andare oltre a quello per cui è stata pensata