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Avventura, esplorazione, condivisione e scoperta: ecco la 1000 Sassi

Difficile spiegare a parole quel che si prova ma... una cosa è certa: quando ci si tuffa nell’universo off-road – parola ampia che abbraccia ormai mille sfaccettature e tipologie di appassionati tutti uniti dalla voglia di mettere le ruote in fuoristrada – non si torna più indietro. E' stato sempre così e lo è ancor di più oggi, periodo storico-motociclistico in cui l’avventura e la voglia di esplorazione tassellata sono diventati un imperativo per tanti, riversandosi prepotentemente in quello che con un’efficace crasi chiamiamo adventouring. Adventure e touring, due elementi fusi a dar vita ad un vero e proprio fenomeno che conta ormai migliaia di affezionati e numerose manifestazioni di successo.

Tra queste, negli ultimi anni la 1000 Sassi appuntamento clou nel centro Italia – ha saputo imporsi grazie aduna formula azzeccata e a tracce godibili, mai troppo impegnative; una formula che ha spinto molti proprietari di endurone bicilindriche (e non) a sperimentare tutta la bellezza di un evento di questo genere, il cui successo è testimoniato dall'alto numero di partecipanti che hanno animato l'edizione 2024 andata in scena a fine maggio.

Il fulcro delle attività è stata la splendida Orvieto, in Umbria, punto di partenza e arrivo di tre itinerari ad anello tracciati con grande attenzione, con alcune deviazioni “piccanti”, facoltative, dedicate alle moto monocilindriche (o ai più esperti, a prescindere dal tipo di cavalcatura). Aggrappata alla sua rocca di tufo, Orvieto, la “città vecchia” (questo il significato del suo nome in latino, “urbs vetus”), non ha certo bisogno di presentazioni. E l’immagine di centinaia di moto pronte all’avventura, parcheggiate nel cuore del suo centro storico, a piazza del Popolo, è di quelle che tolgono il fiato.

La 1000 Sassi

Prima, però, di rivivere le emozioni provate, facciamo un passo indietro. La 1000 Sassi – organizzata dal Moto Club Motolampeggio e capitanata dal suo ideatore, Daniele Alessandrini – è un evento di mototurismo adventouring non competitivo, autorizzato dalla Federazione Motociclistica Italiana. La sua filosofia, sin dalla prima edizione, è stata quella di proporsi come esperienza accessibile, adatta anche a chi è agli esordi col tassello, ma allo stesso tempo gratificante per i più  esperti. Un’ambizione tutt’altro che banale, che è stato possibile realizzare solo grazie alla competenza di tracciatori esperti (qui un applauso va all’inesauribile Luca Viola, Presidente di Run X Fun), in grado di verificare scrupolosamente ogni sezione dell’itinerario, il tipo di terreno, la percorribilità nell’evenienza di condizioni meteorologiche avverse (non è stato il caso di questa edizione, come si suol dire... “baciata dal sole”).

Tre le opzioni proposte ai partecipanti nell’arco del weekend: 1000 Sassi One Day (1 tappa, 200 km circa); 1000 Sassi Smart (2 tappe, 450 km totali circa); 1000 Sassi Explorer (3 tappe, la full- experience completa da oltre 700 km totali). Quest’ultima, in particolare, è stata capace di offrire, tra Umbria e Lazio, tre giorni di guida – per la maggior parte in off-road, la restante su strade secondarie belle e defilate – sorprendentemente vari per panorami (magnifici) e tipi di fondo incontrati; e... si, i sassi non sono mancati: grandi, piccoli, piccolissimi. Sicuramente ben più di 1000.

L'itinerario

La tappa del primo giorno, con partenza e arrivo a piazza del Popolo, è stata una delle più lunghe: 240 km ad anello fino a toccare le sponde del lago Trasimeno, località dove è emerso un altro dei punti forti della 1000 Sassi: la cura con cui sono selezionate le pause ristoro della giornata; un viaggio nel viaggio alla scoperta culinaria dei territori. E se durante la mattina splendidi tratti di sottobosco e passaggi scorrevoli hanno permesso di rompere il ghiaccio e sgranchire i tasselli, nel pomeriggio qualche bella salita “croccante” da affrontare con decisione ha reso tutto più eccitante. Poi tratti veloci, a briglia sciolte, su strada battuta bordo fiume e arrivo in volata a Orvieto.

La seconda tappa, il sabato, ha visto un cambio radicale di scenario. Forse la tappa più bella in assoluto, anche dal punto di vista paesaggistico. E infatti partiamo proprio da qui, dal paesaggio: immaginate la più classica delle cartoline umbre – vallate e colline verdi che rigonfiano l’orizzonte come onde oceaniche – ammirate dall’alto, con vista a 360°, guidando in cresta su una sterrata di ghiaia sorvegliata in lontananza da un casale in pietra incorniciato da cipressi; e tutto mentre l’ultima nebbia del mattino lascia spazio a un cielo di tarda primavera, azzurro e limpido come acqua di fonte. Tutto troppo bucolico? Vero! E allora a restituire la giusta dimensione delle cose, ecco l’inconfondibile ruminare dei tasselli, che macinano pietrisco alzando polvere come una vecchia mola (un tratto davvero affascinante. Raro. Ci tornerò). Ficulle, Fabro, angoli d’Italia persi nel tempo; e in mezzo, guadi, boschi, discese ardite... e le risalite. Poi, dopo pranzo (sosta culinaria con ristoro ancora una volta di livello), ecco che il borgo di Acquapendente alza il sipario sulle vedute del lago di Bolsena dall’alto: un altro tratto di off-road spettacolare. Giù dalla moto, foto e video hanno riempito le memorie degli smartphone di tutti. E anche gli occhi... di stupore! La giornata si conclude sotto un cielo minaccioso, su e giù da colli e alture fino a Orvieto.

L’avvio della terza tappa è stato sicuramente il più suggestivo: di nuovo il sole e oltre 400 piloti al via dalla meravigliosa piazza del Duomo, invasa da moto e turisti. Un mix inconsueto che ha assistito al rito della partenza scaglionata, questa volta verso sud, alla scoperta di alcuni angoli selvaggi della Tuscia e dei Monti Cimini, conditi dai panorami mozzafiato sul lago di Corbara. Ancora un cambio di ambientazione totale, grazie a una verità che è tipica delle regioni del centro. È così che una tre giorni di adventouring acquista il sapore di un grande viaggio. Di un'avventura. Amplificata, in questo caso, da qualche passaggio più impegnativo che ha reso la giornata eccitante anche sul versante guida (su quello culinario hanno inciso i genuini prodotti locali gustati presso il borgo di Vitorchiano). Ma l'ultima tappa – l'unica per chi ha scelto la formula One Day – è stata anche il momento dei saluti e delle premiazioni di rito: dopo l'arrivo in piazza Duomo, quindi, tutti al quartier generale di piazza del Popolo a godere della degna fine di un weekend di passione. Il momento perfetto per mettere in ordine le tante emozioni vissute. Una per ognuno dei mille sassi incontrati, moltiplicate per mille.

Avventura, esplorazione, condivisione, scoperta... e quel sapore unico che solo la guida in fuoristrada sa regalare; per sentirsi un po' come in un rally dei decenni passati ma senza l'ansia da risultato. Tappe da vincere. Speciali da concludere. Classifiche o tempi. Perché qui il tempo lo scegli tu ed è solo ed esclusivamente il tuo. Senza condizionamenti. Libero di fare pause, deviazioni, contemplare un paesaggio (soprattutto l'app Whip Live attiva, che ha permesso all'organizzazione, durante l'evento, di conoscere la posizione di chi l'ha installata in tempo reale; così da valutare un intervento nei casi di soste prolungate sospette o di mancato arrivo. la sera, a fine tappa). Un plauso va infine all’enorme sforzo organizzativo. Dai permessi, alle collaborazioni con le amministrazioni, alla gestione del gran numero di partecipanti, con l’accortezza di garantire a tutti la migliore experience possibile; ma anche la massima sicurezza, grazie allo staff tecnico lungo il percorso e ai mezzi di soccorso impiegati (compresa un’ambulanza 4x4 per raggiungere i luoghi più impervi). Alla fine di un’edizione della 1000 Sassi così bella per panorami e tracce, però, rimane un grande interrogativo: riusciranno a replicare lo stesso livello il prossimo anno? Nel dubbio, noi ci saremo... E non credete, verificate!

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