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Terre Lucane 2024: un evento adventure in luoghi incantati

Un viaggio, un’avventura, rappresentano sempre un percorso – reale, ma anche interiore – a caccia del brivido della scoperta. Sensazioni che un motociclista conosce bene, ancora di più gli amanti dell’off-road, e che una regione come la Basilicata custodisce gelosamente dietro a ogni angolo, testimonianza del passato, paesaggio emozionante, e gioiello artistico-architettonico di cui è ricco il suo territorio. Luoghi spesso poco noti, che ti afferrano dentro e non ti mollano più. Per non parlare dell’immenso patrimonio gastronomico, che regala gioia pura quando si finisce con le gambe sotto a un tavolo.

Ma non è solo per questo che un evento come il Terre Lucane Adventure, l’appuntamento adventouring sotto l’egida FMI più a sud d’Italia, merita di essere vissuto e raccontato: un’organizzazione scrupolosa e sorprendentemente attenta alla qualità, che ama accogliere ogni partecipante facendolo sentire “a casa” in un clima di condivisione e convivialità, è un valore aggiunto capace di fare la differenza e di rendere l’experience davvero unica.

Terre Lucane 2024: i dettagli della quarta edizione

La quarta edizione del Terre Lucane Adventure si è svolta su un percorso di 400 km da completare in due giorni, per la maggior parte in fuoristrada. Una traccia che dal Vulture – territorio al confine con la Puglia e la Campania, che fu caro a Federico II di Svevia – si è spinta fino alle Dolomiti Lucane, con i borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa incastonati tra cime appuntite come denti di squalo. Una settantina i partecipanti al via. Pronti a godersi passaggi in off-road appositamente studiati per esaltare il divertimento di guida in sella a maxienduro e moto “dual”.

Partenza dai laghi di Monticchio

La prima tappa, quella di sabato, prende avvio dalla splendida cornice dei laghi di Monticchio, con il percorso che si tuffa subito in un oceano di campi di grano appena mietuti, con macchie intense di giallo e verde a dominare l’orizzonte. Una giornata caratterizzata da un cielo blu intenso, sgombro da nuvole, e da un clima mai troppo caldo. C’è qualcosa di remoto in questi luoghi sorvegliati costantemente dal volo dei falchi grillai; e di magico.
Consumato un pranzo leggero ma gustosissimo (l’ottimo cibo è stata una costante durante tutto l’evento) la guida prosegue lungo tracce sempre scorrevoli e fondo asciutto. Non manca qualche mulattiera in salita e qualche discesa più “smossa” ma mai niente di troppo complicato. Tutt’attorno, una bellezza aliena e struggente, tra silenzi infiniti e orizzonti indecifrabili, fino a quando le Piccole Dolomiti Lucane non invadono prepotentemente il campo visivo, lasciando tutti con il naso all’insù. Formazioni montuose in provincia di Potenza, dalla morfologia bizzarra e caratteristica, da sempre scatenano la fantasia degli abitanti del luogo: l’Aquila Reale, l’Incudine, la Grande Madre, la Civetta... questi i nomi evocativi con cui sono stati battezzati alcuni picchi nel tempo. Appollaiati alla roccia, a circa 1000 metri d’altezza, risplendono i pittoreschi paesini di Pietrapertosa e Castelmezzano. Il primo è riuscito a mantenere intatto il suo fascino medievale, con il bel centro storico dominato dal castello. Percorrendo le stradine e i vicoli colpiscono le abitazioni perfettamente adattate al territorio, con la nuda roccia che ne diventa parte integrante.

La notorietà di Pietrapertosa è legata anche al Volo dell’Angelo: imbracati e assicurati a una carrucola, si vola in picchiata fino a Castelmezzano, che tra vicoli in pendenza e ripide scale, è immersa in un’atmosfera unica; qui conquistato il castello svevo-normanno, dal punto più alto del borgo, lo sguardo corre lontano, fino alla Valle del Basento. Giungere fin qui godendo a pieno tutta la bellezza di tracce fuoristrada così panoramiche, varie e divertenti è un qualcosa di unico. Dopo una giornata intensa (e una cena dai sapori genuini, con portate da campioni) arriva il momento di andare a nanna.

Sveglia all’alba e con il pieno alle Morini già fatto, siamo pronti per il secondo giorno. Inutile dire che, visto il precedente, l’aspettativa è alta. Il fresco delle prime ore del mattino è decisamente corroborante, così, dopo un trasferimento su asfalto, decidiamo di “scaldarci” un po’ con un tratto (facoltativo) per monocilindrici (o per chi ha maggiore esperienza).
Davvero bello!
Il paesaggio passa dai boschi alle aree tipicamente montane, attraversate da cavalli liberi al galoppo. Rispetto alla prima tappa, oggi è il verde il colore dominante, e, in generale, c’è una presenza maggiore di tratti più guidati, smossi e non mancano alcune pietraie, fondi misto pietre e sabbia, e canali a cui prestare un po’ di attenzione. Ma anche in questo caso, nulla di mai troppo impegnativo. In generale, un evento che potremmo classificare come “soft-medium” con alcune deviazioni facoltative piccanti a rendere tutto più speziato.

La tappa si chiude col rientro a Monticchio e un succulento pranzo a base di pesce. Dopodiché, le premiazioni di rito:
il partecipante più anziano (74 anni), quello più giovane (23 anni) e il premio “Terre Lucane Adventure” assegnato a un ragazzo di Torino che ha percorso ben 970 km per prendere parte all’evento. Potrebbero sembrare tantissimi (e lo sono!) ma vista la soddisfazione palpabile di tutti i partecipanti al tour, si può dire che ne è valsa la pena.

Com'è andata: conclusioni

Tirando le somme, un evento che ha moltissimi punti forti e frecce al suo arco. Innanzitutto il fascino e la notevole alternanza dei paesaggi: campi mietuti, colline, boschi, laghetti, pascoli montani, distese di pale eoliche, pareti di roccia, piccoli borghi fuori dal tempo. Poi l’organizzazione, impeccabile, forte di uno staff sempre disponibile, e con una grande passione per il proprio territorio. Piacevole anche l’atmosfera che si è creata, aperta e amichevole, grazie alle lunghe tavolate condivise, ai punti di pausa e ai relativamente pochi partecipanti. Tutti punti su cui i ragazzi del Moto Club Giacinto Cerviere, che organizza l’evento, puntano molto.

Come ci racconta il Vice Presidente, Antonio Manfreda: "Siamo orgogliosi di far conoscere il nostro territorio in questa maniera. La nostra premura è mettere il partecipante al primo posto, coccolarlo, farlo mangiare bene, fargli attraversare luoghi che lasciano il segno, in buona compagnia; per noi, questo tipo di esperienza non dev’essere un evento di massa, cerchiamo sempre la qualità, unita alla possibilità di offrire tantissimi servizi ad un prezzo competitivo. La nostra intenzione non è quella di arrivare ad avere mille iscritti al Terre Lucane Adventure. Preferiamo un evento a numero chiuso, che arrivi al massimo a 100 partecipanti, per esser certi di poter offrire a tutti lo stesso servizio e lo stesso trattamento».

A questo punto, vi vogliamo lasciare con un consiglio. La possibilità di vivere esperienze di questo genere, in luoghi così defilati, magnifici e ancora incredibilmente preservati, non è un’esperienza che capita tutti i giorni, o che si può vivere ovunque. E l’eco di certe cose si sparge in fretta, quindi: il prossimo anno iscrivetevi per tempo e assicuratevi un posto al via del Terre Lucane Adventure 2025.
Noi ci saremo!

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