Il marchio Borile &nbsp;&egrave; uno di quelli che non ha certo bisogno di presentazioni. Le creature nate dalle sapienti mani di Umberto Borile, sono perfetto esempio di passione per le moto abbinata a tanta cura e realizzazione di stampo prettamente artigianale. Un piccolo gioiello dedicato ai veri appassionati e che puntano a mettersi in garage qualcosa di davvero curato, come un pregiato orologio.  Come &egrave; fatta la Borile Scaut    A Verona, in occasione del MBE, il marchio Borile presenta la nuova Scaut (scritto con la A): una sorta di via di mezzo tra una scrambler ed una moto da flat-track, con motore 250 2 Tempi ad iniezione marchiato TM, telaio in tubi di alluminio Carpental 7023 (lega dalle caratteristiche autotempranti ed ottima a essere saldata) e tanta cura artigianale per le sovrastrutturre con parti in alliuminio saldate e lavorate.&nbsp; Curioso lo scarico, che prende spunto dal mondo del Trial, con espansione praticamente piatta per essere riparata in caso di caduta, oltre a non intralciare il pilota nei&nbsp;movimenti in sella. Da sottolineare inoltre la disposizione del serbatoio che parte dalla zona dietro al cannotto per poi confluire molto in absso, praticamente davanti al mono posteriore. Una soluzione voluta per abbassare il baricentro delle moto.&nbsp;  Le prestazioni? Per la sua Scaut, Borile dichiara un peso di 90 Kg per una potenza di circa 43 CV.&nbsp; 

A Verona sfila l&#39;ultima nata dalle mani del raffinato artigiano delle moto. Motore 2T e tanta cura per i dettagli

MBE, Il ritorno di Borile con la Scaut: una off-road che sembra un Rolex

Al MotorBike Expo di Verona Umberto Borile presenta la sua ultima creazione. Una off-road con motore e due tempi, telaio in alluminio carpental e tutta la cura artigianale tipica del raffinato costruttore

Borile Scaut: ecco come è fatta

        Nella nostra videointervista esclusiva, il patr&ograve;n della Borile Motociclette si racconta a ruota libera: ci spiega le vicende per le quali la sua azienda ha smesso di produrre le sue particolari moto artigianali dopo aver annunciato un rilancio nel 2018, a cosa sta lavorando attualmente, la situazione del kartodromo intitolato al figlio Riccardo Borile e le difficolt&agrave; di V&ograve;, la cittadina dei colli Euganei che &egrave; stata tristemente l&rsquo;avamposto del Coronavirus. "Mi hanno truffato" &ldquo;Ho incontrato persone che hanno approfittato del mio nome e delle mie modeste capacit&agrave; per truffarmi&hellip; ", ci racconta Umberto Borile. "Mi hanno fregato la mia MDV, che &egrave; un protitipo, il mio magazzino. Il giudice mi ha dato ragione, l&rsquo;ufficiale giudiziario &egrave; andato ma ha trovato il magazzino completamente vuoto. "Ma io la MDV la rivoglio: mi &egrave; costata 750 ore di lavoro e il magazzino &egrave; la mia vita. Non &egrave; giusto che un truffatore si appropri cos&igrave; delle cose degli altri. Ci ho messo due mesi per capirlo, perch&eacute; faccio fatica a pensare che una persona che si presenta bene venga a truffare proprio me, per guadagnare poi cosa? Ladro di polli, vai a truffare Briatore&hellip; comunque la colpa &egrave; mia", aggiunge Borile. "Devo svegliarmi, questo &egrave; il problema. "Anche con la Ducati Scrambler, che sono andato in Ducati e l&rsquo;ho fatta vedere a Del Torchio&hellip; e tutti entusiasti a farla&hellip; ho sbagliato io, ma mi sembrava di chiedere troppo. Sono ancora uno che d&agrave; peso alla parola&hellip; &ldquo; aggiunge Umberto Borile. Per ascoltare tutta l'intervista, guarda la nostra videochiamata con Umberto Borile Coronavirus, fase 2: si potr&agrave; andare in moto?       

&ldquo;Ho incontrato persone che hanno approfittato del mio nome e delle mie modeste capacit&agrave; per truffarmi&hellip; Mi hanno fregato la mia MDV, che &egrave; un prototipo, il mio magazzino, che &egrave; la mia vita&hellip;&rdquo;

Umberto Borile: “Mi hanno truffato, e vi spiego perché”

Nella nostra videointervista esclusiva, il patròn della Borile Motociclette si racconta a ruota libera: ci spiega le vicende per le quali la sua azienda ha smesso di produrre le sue particolari moto artigianali dopo aver annunciato un rilancio nel 2018, a cosa sta lavorando attualmente, la situazione del kartodromo intitolato al figlio Riccardo Borile e le difficoltà di Vò, la cittadina dei colli Euganei che è stata tristemente l’avamposto del Coronavirus (di Fiammetta La Guidara)

Umberto Borile: “Mi hanno truffato e vi spiego perché” - VIDEO

Cento moto nel 2018, cinquecento nel 2019, ottocento a regime. Una presenza pi&ugrave; capillare nelle concessionarie e nuove proposte all&rsquo;orizzonte. La Borile guarda al futuro

La rinascita della Borile inizia così - LE FOTO

Umberto Borile non costruisce moto, realizza sogni. Piccoli capolavori che nascono nella sua mente di artista e che si materializzano pezzo dopo pezzo con un lavoro quasi artigianale. Ma le difficolt&agrave; che il mondo delle due ruote ha vissuto negli ultimi anni non hanno risparmiato neppure il geniale costruttore padovano, che solo oggi riesce a guardare al futuro con una certa serenit&agrave;. La Borile, infatti, con una conferenza stampa a Milano, annuncia l&rsquo;accordo raggiunto con l&rsquo;Administra, societ&agrave; veronese operante nell&rsquo;ambito automotive, per il rilancio del marchio. Una collaborazione in termini commerciali per un piano di sviluppo triennale che prevede l&rsquo;aumento della produzione da un lato e il rafforzamento della presenza Borile nei punti vendita dall&rsquo;altro, specialmente nel centro Italia. E questo avverr&agrave; anche con un lavoro sul brand, introducendo una linea di abbigliamento dedicata.  La Borile lascia quindi la sua sede storica ai piedi dei Colli Euganei per spostarsi a Verona. Il piano prevede la realizzazione di 100 moto entro il 2018, che saliranno a 500 nel 2019 per arrivare, una volta a regime, a ben 800 unit&agrave; all&rsquo;anno. Naturalmente nulla andr&agrave; perso dell&rsquo;appeal &ldquo;artigianale&rdquo; e ricercato delle proposte che sono uscite dall&rsquo;officina di Vo&rsquo; Euganeo. Il genio di Borile non verr&agrave; tarpato dalla produzione in larga scala&hellip; tutt&rsquo;altro. A detta di Filippo Manara, amministrazione delegato di Administra, Umberto avr&agrave; pi&ugrave; tempo di dedicarsi alla sua attivit&agrave; principale, ovvero quella artistica legata alla progettazione delle sue sculture a due ruote.  &nbsp;  Quattro le moto su cui Borile ed Administra si concentreranno nei prossimi tre anni: la Multiuso salir&agrave; di cilindrata fino alla soglia dei 250 cc e sar&agrave; modificata per andare incontro alle esigenze anche del pubblico femminile. Arriveranno anche una stradale pura di 450 cc, che riprender&agrave; lo stile delle vecchie BSA Gold Star, e una moto da rally raid con ruote artigliate e motore monocilindrico di 530/550 cc. In pi&ugrave; la B300MDV verr&agrave; offerta in due allestimenti, con serbatoio in alluminio o in materiale plastico.    In fase di sviluppo c&rsquo;&egrave; anche un propulsore interamente ideato e realizzato da Umberto dotato di un sistema di distribuzione fuori dagli schemi, pi&ugrave; efficiente e compatto. Non rimane che aspettare. 

Cento moto nel 2018, cinquecento nel 2019, ottocento a regime. Una presenza pi&ugrave; capillare nelle concessionarie e nuove proposte all&rsquo;orizzonte. La Borile guarda al futuro stringendo un accordo con la veronese Administra per il rilancio del marchio

La rinascita della Borile inizia cos&igrave;...

Appuntamento il 23 ottobre alle ore 16,30 a Milano, per un laboratorio per ragazzi dagli 8 anni un su, in via Sangallo 45 a Milano presso la Sartoria di Milano Acquadimare. Presentazione/laboratorio del volume Come costruire una motocicletta edito dalla Vallardi.  Il volume racconta di tre amici meccanici, Arnie, Bill e Christian, che si trovano coinvolti in una serie di sfide. Nel quartiere gira voce che Jack lo Smilzo, l'antipatico capo della banda avversaria, stia costruendosi una motocicletta. Tra discussioni, litigi e scambi di battute, i tre amici riusciranno a recuperare i pezzi di cui hanno bisogno, a montarli e infine a mettere in moto la loro due ruote.  Intanto Jack lo Smilzo ha lanciato la sfida: si far&agrave; una gara per vedere qual &egrave; la moto migliore. Il giorno convenuto tutti si ritrovano sulla pista e qui entrano in gioco altre abilit&agrave;: bisogna saper guidare la moto a tutta velocit&agrave;, ma anche gareggiare con lealt&agrave;! Ce la faranno i nostri amici?  Una storia appassionante che, attraverso illustrazioni dettagliate, schemi e spiegazioni precise, racconta anche com&rsquo;&egrave; fatta e come funziona una moto.  Alla presentazione saranno presenti Max Vallardi, editore del volume e appassionato motociclista, e Umberto Borile, creatore delle belle moto con il suo nome, che ci racconteranno con passione il mondo delle due ruote motorizzate.  Durante il laboratorio sar&agrave; messo a disposizione un vero motore, identico a quello utilizzato dall&rsquo;artista per realizzare il libro, che verr&agrave; parzialmente smontato dai ragazzi per vedere da vicino gli organi interni e scoprire, con le tavole del libro e l&rsquo;osservazione diretta, com&rsquo;&egrave; fatto e come funziona il motore di una moto.  Et&agrave; consigliata: dagli otto anni in su.  Materiale illustrativo su www.vallardi.com/sala-stampa/come-costruire

Appuntamento il 23 ottobre a Milano, con un libro e un laboratorio per ragazzi dagli 8 anni in su. Ci sar&agrave; anche l'ingegner Umberto Borile

Come costruire una motocicletta

"La storia della B 300 CR raccontata da Umberto Borile" &egrave; il titolo dell'incontro che si svolger&agrave; gioved&igrave; 8 ottobre all'Universita degli Studi di Modena e Reggio Emilia. L'appuntamento &egrave; alle ore 17.00 alla Sala Eventi del Tecnopolo,&nbsp; - Dipartimento di Ingegneria &ldquo;Enzo Ferrari&rdquo;, in via Vivarelli 2, a Modena.  &ldquo;Le sue moto le riconosci perch&eacute; ti conquistano al primo sguardo per la bellezza delle proporzioni, per le saldature che sembrano ricami, per i serbatoi battuti a mano e finiti in modo sapientemente&nbsp;imperfetto", dicono in Casa Borile. "Ora vogliamo che a giudicare l&rsquo;Ingegner Umberto siano proprio i ragazzi, i futuri ingegneri, del Dipartimento d&rsquo;Ingegneria 'Enzo Ferrari', quello dei motori per eccellenza, ai quali Umberto Borile racconter&agrave; la sua B 300 CR, dall&rsquo;idea alla sua realizzazione&rdquo;.   Dedicata da Umberto Borile a Carlo Bassi, la B 300 CR&nbsp;si caratterizza per essere "tutto metallo e niente fronzoli", nel perfetto stile del suo progettista e costruttore. E' stata presentata il 18 giugno 2015 nella cornice di piazza Gae Aulenti a Milano. La commercializzazione &egrave; prevista per novembre, in coincidenza con EICMA. Fondata da Umberto Borile nel 1987 a V&ograve; Euganeo nei pressi di Padova, rinasce nel 2010 con l&rsquo;ingresso nell&rsquo;azionariato della famiglia Bassi ed assume il nome di Umberto Borile &amp; Co. E&rsquo; la ripartenza di un&rsquo;avventura straordinaria, simbolo di un Made in Italy autentico e di una storia che nasce dalla passione di un uomo, Umberto Borile, che segue la realizzazione delle moto dal progetto alla costruzione usando solo i materiali e le tecnologie migliori. Dopo la scomparsa di Carlo Bassi (leggi qui), l'amministratore delegato oggi &egrave; il figlio Alberto. Fiammetta La Guidara

Gioved&igrave; 8 ottobre al Dipartimento di Ingegneria dell'Universit&agrave; di Modena  Umberto Borile spiegher&agrave; la nuova B300 Caf&egrave; Racer, che debutter&agrave; a EICMA

Borile, l&rsquo;Ingegneria in moto 

Gioved&igrave; 18 giugno, dalle 18.00 alle 23.00, la presentazione della nuova nata in Casa Borile, al Replay the Stage di Milano, in piazza Gae Aulenti. Ci sar&agrave; anche Gerry Scotti.  &ldquo;Dedico questa B 300 CR a Carlo Bassi, che non ha fatto in tempo a vederla finita, ma sono sicuro che la sentir&agrave; rombare sulle strade e la apprezzer&agrave;", ha detto Umberto Borile, Presidente di Borile Motociclette. "Gli sforzi economici che ha compiuto per permetterci di continuare hanno dato i loro frutti". (Carlo Bassi &egrave; mancato recentemente, leggi qui).   &ldquo;La B 300 CR ci ripaga degli sforzi, non solo economici, compiuti per realizzarla", ha detto &nbsp;Alberto Bassi, Amministratore delegato di Borile Motociclette. "Nel gesto stupendo di Umberto nel dedicare questa moto a mio padre c&rsquo;&egrave; un grande cuore e la gratitudine per un uomo che da subito ha creduto nel progetto di una piccola impresa che vuole crescere, divenendone socio, consapevole che le idee e l&rsquo;intuito sono indispensabili per raggiungere vette sempre pi&ugrave; elevate&rdquo;.  In Casa Borile l'invito ad essere presenti all'evento &egrave; rafforzato da dieci buoni motivi. Ecco cosa diconoo  &nbsp;1. Lei: la B 300 CR, tutto metallo e niente fronzoli, nello stile del suo progettista e costruttore, al costo di &euro; 5.850. Simbolo delle motociclette Borile, unica e irripetibile nel suo genere, la B 300 CR vuol conquistare al primo sguardo, al primo vroom.  2. Lui: Umberto Borile, il maestro, &ldquo;quel&rdquo; Borile, genio dell&rsquo;alluminio, affascinante come le sue moto, se lo conosci vuoi essere suo amico. Meriterebbe una laurea ad honorem questo piccolo, grandissimo costruttore di sogni, che prendono forma sotto le sue mani, un uomo che sa pensare con le mani, oltre che con tanta testa e immenso cuore. Lui plasma l&rsquo;idea, la lavora, la trasforma sotto i tuoi occhi da sogno a serbatoio, a telaio a forma concreta.  3. Loro (e la squadra Borile): tutti i sostenitori, a partire dai nostri partner Bardahl e Shark Helmets, i clienti, i concessionari, i fornitori, dagli appassionati ai giornalisti, ai professori - non solo di meccanica - agli imprenditori.  4. L&rsquo;incanto del Luogo: piazza Gae Aulenti, la pi&ugrave; contemporanea e suggestiva di Milano, cuore di Porta Nuova, su cui svettano i 231 metri della torre Cesar Pelli, la pi&ugrave; alta d&rsquo;Italia.  5. La serata e il Sogno: preludio al solstizio d&rsquo;estate, dove il sogno di una moto pu&ograve; diventare realt&agrave;.  6. Lo scambio delle Esperienze, il confronto con i protagonisti, Umberto e Alberto tra i primi, ma anche tutti gli appassionati delle cose belle che escono dalla Casa di V&ograve;.  7. L&rsquo;Ascolto: non solo il rombo del motore&hellip; Umberto dialoga con i suoi interlocutori e spiega le sue moto in modo semplice e diretto ai non addetti ai lavori, addentrandosi mano a mano in modo dotto, tecnico e specifico con gli esperti.  8. Il Capolavoro: le moto Borile emozionano anche solo per la loro bellezza, le forme, le proporzioni.  9. L&rsquo;Emozione: ritrovarsi e condividere la bellezza con gli amici, festeggiando e brindando insieme alla nuova B 300 CR di Umberto sotto il cielo di Milano al tempo di EXPO.  10. L&rsquo;Energia: la scossa di energia positiva che ti porti a casa dopo una serata cos&igrave; speciale.  &nbsp;

Gioved&igrave; 18 giugno, dalle 18.00 alle 23.00, la presentazione della nuova nata in Casa Borile, al Replay the Stage di Milano. Ci sar&agrave; anche Gerry Scotti

Borile: &egrave; nata la B300 CR

La Borile Multiuso 125: un mezzo ideale per iniziare a sbirciare nel magico mondo delle motociclette Divertente, agile, economica e pratica... Borile descrive cos&igrave; la Multiuso 125. Una moto adatta ad accompagnare i "primi passi" dei nuovi bikers: ragazze che vogliono distinguersi, pi&ugrave; o meno giovani alle prime armi ma&nbsp;anche motociclisti d'esperienza&nbsp;desiderosi della serenit&agrave; di una piccola cilindrata.  Insomma la Multiuso si propone come una moto entry-level capace di soddisfare la voglia di due ruote senza troppo impegno. Una compagna molto easy, perfetta per gli spostamenti cittadini con stile senza dover rinunciare a qualche giretto, magari offroad!  Il monociclindrico 4 tempi raffreddato ad aria &egrave; semplice,&nbsp;affidabile e parco nei consumi.  Grazie anche alla predisposizione per i portapacchi anteriore e laterali, la Multiuso 125 sa rivelarsi una moto comoda nella quotidianit&agrave;.  Quanto costa? Borile Motociclette (qui il link al sito) propone la piccola Multiuso a 3.750 Euro nelle colorazioni military green, desert sand e stealth black.  Giulia Cassinelli  [gallery ids="22915,22916,22917"]

La Borile Multiuso 125 &egrave; piccola, agile e divertente. Un mezzo pensato per chi si approccia al mondo delle moto 

Borile Multiuso 125: e tutto diventa "easy"

El Charro sceglie Borile Motociclette per presentare il suo nuovo store milanese Due stili unici che si armonizzano insieme perfettamente per creare una nuova identit&agrave; che parla di emozioni, eccellenza e libert&agrave;. Si tratta della joint venture&nbsp;tra Borile Motociclette e il leggendario brand italiano di moda El Charro.  A Milano il primo segno tangibile di questa affinit&agrave; elettiva: all'evento per l'inaugurazione del nuovo store di El Charro, al numero 6 di via Santa Maria Segreta, ospite d'onore &egrave; stata la Borile Multiuso 125.  Un nuovo legame che vuole&nbsp;crescere ulteriormente e regalare interessanti sorprese, come si evince dalle parole di Alberto Bassi, A.D. di Borile Motociclette: &ldquo;Una partnership nata al tempo di EXPO, quella con El Charro, che guardi oltre la vetrina di questa prestigiosa sede, questo &egrave; il proposito comune. Questo progetto, voluto da mio padre, ci &egrave; subito piaciuto sia per il legame stabilito con l&rsquo;evento di stasera sia per l&rsquo;affetto che il brand della rosa rossa suscita e si tramanda da generazioni. Ricambieremo l&rsquo;ospitalit&agrave; nei nostri eventi, gi&agrave; a partire da quello di presentazione &ndash; imminente &ndash; dell&rsquo;attesissima B 300 CR e, ove possibile, presso i nostri concessionari, lavorando a nuove, creative idee per gli appassionati delle cose belle che le nostre aziende producono. Il progetto pi&ugrave; ambizioso per&ograve; &egrave; senz&rsquo;altro quello di realizzare una Multi El Charro. Limited edition.&rdquo; Anche Paolo Vessela, titolare di El Charro, sembra credere molto nel progetto: &nbsp;&ldquo;Ricomincia da qui un viaggio iniziato tanto tempo fa, nel 1974, anno in cui in un piccolo negozio di Roma nacque e conobbe un successo inarrestabile El Charro, che oggi riprende il suo cammino scegliendo, come compagno di viaggio, Borile Motociclette, con il quale condivide la storia fatta di sapiente artigianato italiano, istinto di libert&agrave;, carattere e unicit&agrave;. La migliore tradizione manifatturiera italiana, espressione dei valori per i quali il mondo ci apprezza. La moda e i motori si uniscono in modo naturale per dare forza ai reciproci progetti di crescita, condividendo la medesima filosofia: creare prodotti di eccellenza che sappiano emozionare.&rdquo; Se sono rose fioriranno... e stavolta sulle moto!  Giulia Cassinelli  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Paolo Vessella, Titolare di El Charro, dichiara: &ldquo;Ricomincia da qui un viaggio iniziato tanto tempo fa, nel 1974, anno in cui in un piccolo negozio di Roma nacque e conobbe un successo inarrestabile El Charro, che oggi riprende il suo cammino scegliendo, come compagno di viaggio, Borile Motociclette, con il quale condivide la storia fatta di sapiente artigianato italiano, istinto di libert&agrave;, carattere e unicit&agrave;. La migliore tradizione manifatturiera italiana, espressione dei valori per i quali il mondo ci apprezza. La moda e i motori si uniscono in modo naturale per dare forza ai reciproci progetti di crescita, condividendo la medesima filosofia: creare prodotti di eccellenza che sappiano emozionare.&rdquo;  Alberto Bassi, Amministratore delegato di Borile Motociclette, afferma: &ldquo;Una partnership nata al tempo di EXPO, quella con El Charro, che guardi oltre la vetrina di questa prestigiosa sede, questo &egrave; il proposito comune. Questo progetto, voluto da mio padre, ci &egrave; subito piaciuto sia per il legame stabilito con l&rsquo;evento di stasera sia per l&rsquo;affetto che il brand della rosa rossa suscita e si tramanda da generazioni. Ricambieremo l&rsquo;ospitalit&agrave; nei nostri eventi, gi&agrave; a partire da quello di presentazione &ndash; imminente &ndash; dell&rsquo;attesissima B 300 CR e, ove possibile, presso i nostri concessionari, lavorando a nuove, creative idee per gli appassionati delle cose belle che le nostre aziende producono. Il progetto pi&ugrave; ambizioso per&ograve; &egrave; senz&rsquo;altro quello di realizzare una Multi El Charro. Limited edition.&rdquo;

Inizia una nuova collaborazione tra due eccellenze italiane: El Charro e Borile insieme in una nuova sinergia creativa

Borile Motociclette & El Charro: partner di stile!

Prima gara per la Borile Corse con la Multiuso 230 R nello scorso week end a Marina di Scarlino alla prima tappa del Campionato Italiano Motorally. La Multiuso 230 R ha affrontato il suo battesimo anche se la pioggia ha reso impervio il percorso, trasformandolo nel letto sassoso di un torrente.  Luca Gioiosano, pilota ufficiale della Borile Corse,&nbsp;e la Multiuso R sono riusciti infatti a portare a termine le prove speciali previste, durante le quali si sono verificati pi&ugrave; di quaranta ritiri. Buona parte della riuscita si deve anche grazie alle capacit&agrave; del tecnico meccanico Gianmaria Vedovato, che ha sistemato la moto prima di ogni prova.  Multiuso 230 R &egrave; una moto leggera (88 kg), che vuol essere facile da guidare sia da piloti esperti sia da amatori alle prime armi, con un raggio di sterzata da record e adatta a qualsiasi percorso in fuoristrada.  &ldquo;Portare in una competizione particolarmente impegnativa un pilota esordiente in sella a una motocicletta molto diversa dallo standard era una sfida importante, ed &egrave; nata dall&rsquo;idea che tutti possono divertirsi e competere se la moto &egrave;, oltre che performante, &egrave; di facile utilizzo&raquo;, ha detto &#8232;Alberto Bassi, Amministratore delegato di Borile Motociclette.  &rdquo;L&rsquo;idea di partecipare a una serie di competizioni, in sella all&rsquo;evoluzione racing della moto che guido tutti i giorni, mi &egrave; piaciuta, l&rsquo;approccio alla gara &egrave; stato perfetto!&rdquo; ha detto Luca Gioiosano, pilota ufficiale di Borile Corse, alla sua prima vera esperienza in una competizione enduristica.  Il prossimo appuntamento con il Campionato Italiano Motorally sar&agrave; il 12 aprile a Gemmano (RN).  (Nella foto in evidenza: Luca Gioiosano e Gianmaria Vedovato con il Borile Multiuso 230 R) Fiammetta La Guidara &nbsp;  

Prima gara per la Borile Corse con la Multiuso 230 R nella prima tappa del Campionato Italiano Motorally. Si replica il 12 aprile

Borile nel Motorally

Ecco la nuova Multiuso di Borile nelle versioni 123 e 230 cm3: per le strade meneghine in tanti sono stati colpiti dalle linee della particolare offroad artigianale Milano. Non succede spesso di essere fermati da passanti curiosi, che con aria sorpresa ti chiedono che moto &egrave; quella che stiamo provando. &Egrave; l'effetto che suscita la Borile Multiuso, una moto artigianale nata dalla creativit&agrave; tutta Italiana di Umberto Borile.  La Multiuso colpisce con quell'aria simpatica e ruspante, la linea &egrave; un mix tra un enduro di vecchia generazione e un modello da trial, che si amalgama con l'utilizzo di materiali nobili come l'allumino o la fibra di carbonio.  La Multiuso viene proposta con due motorizzazioni, un 125 cm3 e una pi&ugrave; prestante 230&nbsp;cm3, che condividono una comune ciclistica, con una differenza a livello di scolpitura di pneumatici, tipicamente trialistici sulla pi&ugrave; piccola, e pi&ugrave; stradali sulla grande.  In sella alla Multiuso 125 le dimensioni non imbarazzano di certo, la snellezza della sezione centrale della moto permette di toccare a terra con facilit&agrave;, e il peso ridotto, facilita i movimenti da fermo anche a chi non e&rsquo; altissimo. All'inizio si fa' fatica a trovare una sintonia immediata con la ciclistica e la causa &egrave; da imputare soprattutto al disegno troppo specialistico dei pneumatici con la scolpitura da trial, che tendono a far scendere molto velocemente l'avantreno dentro le curve quando si aumenta l'inclinazione.  Le cose migliorano notevolmente sulla versione da 230&nbsp;cm3&nbsp;grazie a pneumatici con un profilo pi&ugrave; arrotondato e una scolpitura pi&ugrave; stradale. In citt&agrave; si gode parecchio della posizione di guida rialzata, che offre una visuale molto sicura sul traffico circostante, la ciclistica&nbsp;&egrave; ben bilanciata e grazie a un agilit&agrave; incredibile sgusciare tra le auto.  I motori di entrambe le versioni non spiccano per le doti di potenza, girano in maniera pulita e regolare senza evidenziare buchi o rifiuti nell'erogazione dai regimi pi&ugrave; bassi fino al massimo con consumi veramente ridottissimi e una manutenzione ridotta all'osso.  Perfettamente in linea con lo stile della moto l'impianto frenante, potente all'occorrenza senza perdere sensibilit&agrave; nonostante la mancanza dell'ABS  La componentistica e le finiture sono di buona qualit&agrave; con, al manubrio blocchetti elettrici semplici e funzionali e un piccolo quadro strumenti di chiara impostazione enduristica con le informazioni essenziali.  E da oggi Borile Motociclette annuncia l'arrivo sul mercato della versione R della Multiuso 230. Realizzata dal Reparto Corse della Casa dell'ovale verde nasce per cimentarsi nelle competizioni fuoristrada e gi&agrave;&nbsp;questo week-end, 14 e 15 Marzo, parteciper&agrave; al Campionato Italiano Motorally 2015. La Multiuso 230 R &egrave; una moto leggera (88kg) che vanta&nbsp;consumi&nbsp;molto&nbsp;contenuti. Il prezzo di vendita al pubblico &egrave; di 4.990 Euro.  Davide Calzolari  

Una moto artigianale dallo spirito trial capace di colpire l'immaginario di molti

Borile Multiuso 125 e 230 cm3: come vanno

Borile Multiuso 125 e 230 cm3: come vanno (foto)

Vede la luce&nbsp;il reparto corse della Casa di V&ograve; Euganeo che si dedicher&agrave; alle competizioni nazionali ed internazionali nel segmento fuoristrada.  Nato dalla passione del fondatore,&nbsp;Borile Corse si occuper&agrave; della preparazione delle motociclette del Marchio per le gare offroad nazionali e internazionali. Entusiasmo, amore per le due ruote e voglia di diffondere e condividere questa passione si evincono dalle parole di Umberto Borile, che commenta cos&igrave; il nuovo progetto: &ldquo;Con Borile Corse si realizza uno dei miei sogni ricorrenti. Chi mi conosce sa bene che difficilmente rinuncio a un&rsquo;idea e che se mi metto in testa qualcosa prima o poi la realizzo. Mi emoziona il pensiero di condividere con i miei amici, gli appassionati delle nostre moto e i neofiti questo progetto. Tutte queste persone mi incoraggiano quotidianamente con la loro amicizia, il loro sostegno costante. Credono, come me, che alimentare le proprie passioni aiuti a costruire un mondo migliore.&rdquo; Un trasporto&nbsp;condiviso&nbsp;anche da Alberto Bassi, Amministratore Delegato di Borile Motociclette: &ldquo;Abbiamo deciso d&rsquo;intraprendere questa nuova, esaltante avventura, ispirandoci alla filosofia da cui nascono tutte le creazioni della casa di V&ograve; Euganeo, che vuole essere lo spirito guida della stessa nell&rsquo;ambito del motorsport. Il principio fondante della Borile Corse &egrave; dare la possibilit&agrave; a tutti di poter partecipare a competizioni motociclistiche con mezzi semplici, economici e divertenti da guidare. Dall&rsquo;amatore al professionista: la Borile Corse proporr&agrave; mezzi e servizi adeguati a ogni livello. Vogliamo dare a tutti la possibilit&agrave; di correre e divertirsi, cimentandosi in piccole competizioni di fuoristrada. &Egrave;, anche questo, un progetto ambizioso: nuove sfide, nuove opportunit&agrave;&rdquo;. Protagonista di questa stagione di competizioni sar&agrave; la Multiuso 230, una moto ideale per amatori e professionisti grazie alla sua facilit&agrave; di guida in qualsiasi tipo di fondo,&nbsp;al peso ridotto (88kg) e ai bassi consumi che le permettono di percorrere anche tragitti lunghi.  La Multiuso R verr&agrave; svelata a brevissimo e parteciper&agrave; nel 2015 al Campionato Italiano Motorally. Nel corso della prossima stagione verr&agrave;&nbsp;inoltre sviluppata dalla Multiuso di serie, la M-Sport, che sar&agrave; utilizzata in alcune manifestazioni nazionali come il Campionato Italiano Enduro e il Campionato Veneto Enduro.  Entrambe le novit&agrave; saranno anche destinate agli appassionati e introdotte sul mercato nel corso dell'anno.  Giulia Cassinelli  [gallery ids="18352,18351,18350"]  &nbsp;  &nbsp;

Borile nel 2015 debutter&agrave; nelle competizioni nazionali e internazionali di enduro 

Borile Corse: la passione &egrave; fuoristrada

Grande anno questo per Borile Mociclette grazie alle buone performances di vendita, soprattutto nei mercati esteri, e all'ampliamento della gamma che vede affiancarsi alla&nbsp;Multiuso 125 e 230 la B300 CR.  Successi che&nbsp;portano la storica&nbsp;Casa costruttrice ad &nbsp;aprire un nuovo sito produttivo a Cinisello Balsamo (MI).  L'amministratore delegato Alberto Bassi dichiara soddisfatto che, entro la fine dell'anno, alle due isole di montaggio gi&agrave; presenti se ne aggiunger&agrave; una terza.  La&nbsp;sede di V&ograve; Euganeo sar&agrave;&nbsp;comunque la fucina di idee: nello storico atelier, in provincia di Padova, rimarranno il&nbsp;reparto R&amp;D, dove vedranno la luce i prototipi della Casa, e la produzione di special su ordinazione.  &nbsp;  Giulia Cassinelli

Rimane nella storica sede di V&ograve; Euganeo il reparto Ricerca e Sviluppo

Borile trasferisce la produzione a Milano

"Una meraviglia di suoni e cromatismi", cos&igrave; &egrave; intitolato il cortometraggio che gli studenti dell'universit&agrave; Ca' Foscari hanno dedicato alle opere di Umberto Borile. "Borile ci ha subito incuriosito perch&eacute; &egrave; un'Azienda artigianale con una forte impronta manageriale": una motivazione validissima e nobile.    Il cortometraggio sar&agrave; presentato a Venezia presso il Campus Economico San Giobbe dell'Universit&agrave; Ca' Foscari, mercoled&igrave; 11 dicembre alle ore 14.

Un cortometraggio realizzato dagli studenti dell'Universit&agrave; Ca' Foscari racconta le opere di Umberto Borile e la sua Azienda

Borile raccontata dagli studenti di Economia

Per chi si sente stressato da un mondo che corre inesorabilmente in avanti esistono vari rimedi, da una rilassante vacanza in riva al mare a una inebriante passeggiata in montagna. Un&rsquo;altra valida alternativa potrebbe essere quella di rallentare bruscamente tutto ci&ograve; che ci &egrave; intorno, per godere di cose semplici ed essenziali, allontanandosi da opulenza e sprechi per tornare a un rapporto pi&ugrave; semplice con l&rsquo;ambiente in cui viviamo. Tradotto in termini dueruotistici, questo concetto si sposa perfettamente con la Borile Multiuso, moto piccola ed essenziale, capace di distinguersi grazie a uno stile ricercato e originale. Provando la Multiuso ci siamo ritrovati a rifare gesti quasi dimenticati, come l&rsquo;armeggiare con la levetta dello starter di un carburatore, oggetto ormai scomparso sui recenti 4 tempi, o con il tradizionalissimo rubinetto della benzina, da spostare sulla riserva quando il motore comincia a scoppiettare e perdere colpi! Anche questo fa parte del fascino della creazione di Umberto Borile. Il prezzo base della Multiuso &egrave; di 4.980 &euro; f.c.   

Piccola, essenziale e facile, l&rsquo;originale creazione di Borile si presenta come una particolarissima due ruote dal carattere ben definito. Forme molto particolari e un aspetto a mezza via tra il ludico e il tecnico

Borile Multiuso

Tentativi d&rsquo;imitare il passato se ne vedono parecchi, ma le moto odierne fatte solo di metallo e passione sono pochissime. La nuova Scrambler &egrave; tra queste  In un periodo in cui vintage e special stanno godendo di maggiori attenzioni, avere la possibilit&agrave; di accaparrarsi una moto che comprenda allo stesso tempo, un&rsquo;aria retr&ograve;, un assemblaggio semi-artigianale e possa anche essere nuova di zecca, &egrave; cosa che sicuramente farebbe ai pi&ugrave;. Bene, la Borile Scambler, a nostro avviso, si presenta come una perfetta candidata, visto che&nbsp; comprende tutte queste caratteristiche. Inoltre pensiamo rappresenti un nuovo corso in casa Borile, visto che, come la Multiuso, si orienta verso un pubblico pi&ugrave; ampio rispetto al passato, risultando pratica ed efficiente da utilizzare, oltre che originale come gli altri modelli della Casa. Umberto Borile &egrave; un motociclista vero e appassionato, di quelli poco amanti dei fronzoli e che badano al sodo, per questo motivo gli si devono lasciar passare alcune scelte decisamente spartane, imposte dal suo concetto &ldquo;basico&rdquo; di concepire la moto. Umberto inizia a costruire motociclette nel 1988, in una officina artigianale ai piedi dei Colli Euganei, ma solo nel 2011 viene creata una struttura commerciale comprendente concessionari in tutta Italia e proprio quest&rsquo;anno &egrave; in corso una seconda fase di espansione oltre i confini nazionali. La famiglia Bassi, che lo affianca occupandosi del management commerciale, ci pare stia lavorando nella giusta direzione per indirizzare e dare un&rsquo;ulteriore spinta al Marchio. Decisamente artigianale anche nella stesura del listino, la Scrambler sar&agrave; disponibile tra settembre e ottobre a un prezzo tra i 10.500 e i 12.000 Euro, avr&agrave; colore giallo, arancio o un altro scelto dal cliente, e richieder&agrave; 2-3 settimane per essere consegnata.  DA FERMO  Vedere una monocilindrica a ruote tassellate, di colore giallo e con una parte del serbatoio in alluminio cromata, fa subito venire in mente la vecchia Ducati Scrambler di fine anni &lsquo;60, moto a cui &egrave; dichiaratamente ispirata. Addirittura in un primo momento c&rsquo;erano voci di corridoio, poi smentite dai fatti, che parlavano dell&rsquo;esplicita presenza sul serbatoio del marchio bolognese come il risultato di una stretta collaborazione tra Borile e Ducati. e pi&ugrave; che cura nella realizzazione dei dettagli, ci piace parlare di concretezza dei particolari, visto che tutto &egrave; realizzato in perfetto stile con la moto e senza l&rsquo;eccessiva presenza di insipide parti in plastica. Il look &egrave; decisamente quello di oltre 40 anni fa, ma viene sapientemente mescolato con soluzioni attuali. Un esempio &egrave; il bellissimo serbatoio, realizzato tramite ribattitura a mano, che serbatoio non &egrave;, visto che funge esclusivamente da copertura per air-box e componenti elettronici. Il vero serbatoio &egrave; invece posto sotto la sella, celato dai fianchetti. La stessa cosa si pu&ograve; dire dei blocchetti elettrici, che pur essendo funzionalmente perfetti, hanno sembianze di quelli dei tempi passati. Del propulsore ci ha colpiti la verniciatura piena di irregolarit&agrave; superficiali, che lo fanno davvero apparire come fosse d&rsquo;epoca, mentre nulla &egrave; stato fatto per celare l&rsquo;iniettore posto sotto al serbatoio subito dietro al cannotto di sterzo. La tipica parabola tonda del fanale, sovrastata da un&rsquo;azzeccata mascherina giallo-nera, contrasta con la piccola ottica posteriore a led, sorretta dall&rsquo;esile struttura del portatarga. A fare da unione tra avantreno e retrotreno, la bassa ed elegante sella di colore nero, che adotta un lieve gradino tra pilota e passeggero.  IN MARCIA  La moto da noi provata era una moto laboratorio in esemplare unico, tutt&rsquo;ora utilizzata per gli ultimi test di messa a punto e, oltre a un posticcio manometro di misurazione pressione dell&rsquo;iniettore, montava una strumentazione digitale dotata di diagnostica, molto pi&ugrave; simile a quella di una superbike da pista, che a quella di una moto ispirata agli anni Settanta... Non fosse per il vero serbatoio migrato sotto la sella, potremmo dire che la Scrambler ha un&rsquo;impostazione ultraclassica, che comprende un telaio monoculla, sdoppiato sotto al motore, realizzato in tubi d&rsquo;acciaio, e una forcella Marzocchi di 41 mm &Oslash; e 140 mm di escursione, priva di regolazioni, che non corrisponde a quella delle foto. In versione definitiva quest&rsquo;ultima sar&agrave; fissata a due piastre ricavate dal pieno. Al posteriore una coppia di ammortizzatori Bitubo dotati di regolazione precarico ed estensione, lavorano sul forcellone in acciaio. Le ruote, naturalmente a raggi, hanno la camera d&rsquo;aria, hanno misure di 100/90-19&rdquo; e 130/80-18&rdquo; e montano pneumatici on-off Mitas E-07. Il tutto genera un interasse contenuto in soli 1.370 mm. Un&rsquo;inevitabile concessione al progresso viene fatta per i freni, che vedono un disco di 260 mm &Oslash; anteriore e di 240 mm &Oslash; posteriore, entrambi morsi da una pinza a doppio pistoncino e marchiati Braking. Pompe e pinze sono invece Brembo. Il nuovo monocilindrico, oltre ad essere il componente pi&ugrave; &ldquo;rivoluzionario&rdquo; che troviamo sulla Scrambler, rappresenta anche un passo storico per la Casa di Vo&rsquo; Euganeo, visto che &egrave; realizzato ex-novo prendendo in prestito un cilindro dal monoalbero desmodromico 2 valvole della Ducati Monster 1100 Evo e fissandolo sul basamento prodotto da Borile. L&rsquo;alesaggio resta di 98 mm, mentre la corsa &egrave; stata ridotta a 60 mm per ottenere la cilindrata di 452,34 cm3. Possiamo anticipare che la stessa operazione verr&agrave; ripetuta sulla futura 350 Enduro, modello pi&ugrave; specialistico di imminente realizzazione, utilizzando la termica della Monster 696. Il singolo cilindro della Scrambler si distingue per essere ruotato di 180&deg;, con l&rsquo;aspirazione rivolta verso l&rsquo;avantreno e lo scarico sul lato posteriore. Le parti &ldquo;tecnologiche&rdquo; comprendono air-box con filtro in carta sotto al finto serbatoio e iniettore Weber-Marelli con corpo farfallato di 40,5 mm &Oslash;, oltre all&rsquo;accensione elettronica digitale e all&rsquo;avviamento elettrico. Il motore &egrave; dotato di contralbero per ridurre le vibrazioni, il cambio estraibile ha 6 rapporti e la frizione multidisco in bagno d&rsquo;olio verr&agrave; comandata da un comando idraulico sulla versione definitiva. Lo scarico comprende un terminale Spark omologato Euro-3, di cui pu&ograve; essere fornita una versione decisamente pi&ugrave; &ldquo;musicale&rdquo;, non omologata.  Come per le auto, che ad ogni nuova versione assumono forme e volumi sempre pi&ugrave; ingombranti, anche con le moto ci siamo abituati a gestire cilindrate e masse molto pi&ugrave; elevate rispetto al passato, quindi ci ha fatto un certo effetto trovarci su una &ldquo;enduro stradale&rdquo; cos&igrave; essenziale e di cilindrata cos&igrave; piccola. Cos&igrave; la prima sensazione che &egrave; scaturita &egrave; stata quella di libert&agrave; dal peso e dagli inutili impacci, oltre alla facilit&agrave; nel gestirla in ogni occasione. La sella &egrave; bassa, poco larga e invita chiunque a sedervisi sopra senza alcuna difficolt&agrave;. Peso contenuto e manubrio largo fanno il resto, rendendo facilissimo sollevarla dalla stampella laterale per manovrarla da ferma. La postura che si assume in sella &egrave; quella di una piccola fuoristrada, con gambe e braccia leggermente pi&ugrave; rannicchiate rispetto a quel che si vorrebbe, perlomeno per chi, come noi, &egrave; di 175 cm di statura. Dopo un piccolo ragionamento da attivare le prime volte per girare correttamente la chiave di accensione fissata in posizione &ldquo;personalizzata&rdquo; davanti al fianchetto destro, basta una breve pressione del tasto per sentire il classico borbottio del monocilindrico. La moto da noi provata montava il terminale pi&ugrave; aperto, disponibile su richiesta, e il suo suono rauco e scoppiettante da mono superquadro ci ha affascinati. La frizione facile da azionare e il cambio dalla corsa un po&rsquo; lunga, ma con innesti precisi, permettono una facile gestione del motore, mentre la potenza non eccessiva &egrave; perfettamente spalmata lungo tutto l&rsquo;arco di funzionamento. Peccato soltanto che l&rsquo;iniezione, non ancora a punto, causasse un fastidioso buco poco prima dei 4.000 giri, in grado di innescare spegnimenti nelle partenze da fermo e grande irregolarit&agrave; di erogazione riaprendo il gas nelle curve pi&ugrave; strette. Questo difetto verr&agrave; eliminato sulla versione definitiva. Prima e dopo tale regime il piccolo monocilindrico ci ha mostrato la grinta di un 450 a due valvole moderno, salendo di giri velocemente e con grande linearit&agrave;, senza per&ograve; eccellere nell&rsquo;allungo. Lo abbiamo trovato gustoso e divertente nel misto, dove mantenendolo tra i 4.000 e i 6.500 giri se ne riesce a trarre il miglior comportamento. Le 5 marce del cambio utilizzato nel test (quello definitivo sar&agrave; a 6 marce) risultano ben spaziate, con una seconda piuttosto corta e quindi perfetta per la citt&agrave; e per il misto stretto. Nonostante la presenza del contralbero, oltre i 5.000 giri le vibrazioni si fanno sentire con decisione specialmente sul manubrio, per poi diventare fastidiose a velocit&agrave; costante intorno ai 6.000 giri. A livello ciclistico ci siamo trovati a guidare qualcosa di veramente facile e intuitivo. Il corto interasse rende la Scrambler molto reattiva e rapida a seguire i comandi impartiti al manubrio, regalando quindi grande agilit&agrave; alle basse andature. Il peso ridotto permette comunque una buona precisione e una coerente discesa in piega nonostante i pneumatici Mitas on-off siano dotati di tasselli mediamente pronunciati. In percorrenza di curva il bilanciamento &egrave; coerente e permette una buona precisione, a patto di fare l&rsquo;abitudine con la inusuale leggerezza della moto. Se condotta a ritmi tranquilli e con una guida dolce e rotonda, la Scrambler &egrave; tutta da godere, con quel suo lasciarsi condurre col minimo impegno e sempre accompagnati dal frullare allegro del suo singolo cilindro. Tutto fila liscio fintanto che si affrontano fondi perfettamente lisci, perch&eacute; non appena si incappa in avvallamenti o asperit&agrave; le sospensioni mostrano una taratura ancora da affinare. Testato da fermo, il doppio ammortizzatore Bitubo sembra avere un&rsquo;estensione correttamente frenata, ma affrontando anche piccole buche tende spesso a far perdere contatto tra ruota posteriore e terreno, rispondendo in maniera molto rigida. Pur non essendo quella della versione definitiva, anche la forcella ci &egrave; parsa decisamente poco sostenuta e poco frenata d&rsquo;idraulica in entrambe le direzioni. Questo &egrave; l&rsquo;unico punto su cui crediamo il reparto tecnico debba ancora lavorare, soprattutto per non vanificare l&rsquo;eccellente lavoro fatto sugli altri elementi di questo modello. Crediamo che i 158 km/h dichiarati di velocit&agrave; massima non saranno tanto comodi da raggiungere su questo tipo di moto, visto che gi&agrave; a 120 km/h ci siamo trovati a combattere con pressione dell&rsquo;aria e vibrazioni del propulsore, quindi con la Scrambler pi&ugrave; che l&rsquo;autostrada sar&agrave; meglio scegliere le strade statali per viaggiare con soddisfazione.   

Borile B450 Scrambler

Leggera, versatile ed economica, nonostante sia &ldquo;tutta di metallo&rdquo;, la Multiuso &egrave; la proposta di un vero artista del settore che non smette di proporre idee originali. Costa 4.700 &euro; franco concessionario In un mondo sempre pi&ugrave; ingordo di orpelli elettronici, l&rsquo;artigiano veneto Umbero Borile ha presentato una moto che sfoggia soluzioni tecniche semplici e al tempo stesso geniali. &laquo;La Multiuso nasce per essere contemporaneamente una moto da fuoristrada facile e inarrestabile, una compagna di lavoro robusta e affidabile, ma anche un mezzo di trasporto economico e piacevole da guidare nel traffico&raquo; questa, in sintesi, la sua idea, che ci ha espresso nella sua &ldquo;bottega&rdquo; in piazza a Vo&rsquo; Euganeo (PD), dove tutti lo conoscono e dove ci ha accolto per questa presentazione, essenziale e genuina come il pane e il salame tagliato col coltello accompagnato dal prosecco... La Multiuso che vedete nella configurazione quasi definitiva, dato che si tratta ancora di un esemplare di preserie, sar&agrave; disponibile nella versione Motoalpinismo, quella della nostra prova, con pneumatici tassellati e rapporti che le permettono di raggiungere una velocit&agrave; massima di circa 95 km/h e in versione Strada. Quest&rsquo;ultima avr&agrave; pneumatici pi&ugrave; stradali che le consentiranno di raggiungere i 110 km/h. Entrambe disponibili nelle colorazioni &ldquo;military green&rdquo; o &ldquo;desert sand&rdquo;. La principale vocazione della prima dovrebbe essere l&rsquo;impiego per gli spostamenti in montagna o in campagna, per divertimento o come mezzo di lavoro, con la possibilit&agrave; di portarsi appresso ci&ograve; che serve grazie ai due portapacchi laterali e a quello anteriore. Il suo peso ridotto, la seduta bassissima e l&rsquo;estrema maneggevolezza, unita a una notevole affidabilit&agrave;, data dalle ridotte componenti, sono le sue doti principali. E noi aggiungiamo, ribaltando l&rsquo;idea dei Umberto Borile, che ritiene punto debole del progetto il suo aspetto spartano, che proprio il design minimale potrebbe essere un&rsquo;arma vincente, cos&igrave; come &egrave; gi&agrave; avvenuto per moto ben pi&ugrave; grosse e blasonate, che sono divenute best seller di vendita nonostante non avessero esattamente una immagine come si dice &ldquo;accattivante&rdquo;.  DA FERMO  Il telaio in alluminio, che pesa solo 3,8 kg, nella sua tonda trave orizzontale funge da serbatoio (5 litri) e cassa filtro, ricavata nella parte posteriore, uno scatolato rettangolare, con l&rsquo;elemento filtrante alla sua sommit&agrave;, celato dalla sella che gli fa da coperchio, oltre a fungere da seduta e da parafango. Il motore, che &egrave; parte stressata, &egrave; un piccolo monocilindrico di soli 230 cm3, fornito dalla Zongshen, un&rsquo;azienda cinese gi&agrave; partner del gruppo Piaggio, i cui 15 CV sono pi&ugrave; che sufficienti per far muovere i soli 84 kg della Multiuso. Per alimentarlo basta un piccolo carburatore e le emissioni sono talmente ridotte che &egrave; stato possibile abbatterle grazie a due minuscoli catalizzatori &ldquo;annegati&rdquo; nel collettore di scarico. La scatola che funge da &ldquo;pancia&rdquo; della marmitta, un cubo di non pi&ugrave; di 20 cm di lato, si trova dietro al telaio, nascosta dalle attillate bandelle laterali, sempre in alluminio (che in questo esemplare di preserie non hanno ancora la forma definitiva), che nascondono anche la batteria al litio ultralight. Il minuscolo silenziatore, a barilotto, molto difficile da scorgersi, &egrave; posto sotto al pivot del forcellone. Quest&rsquo;ultimo, sempre in alluminio, ha una articolazione di tipo cantilever, che lavora in abbinamento ad una coppia di leggerissimi ammortizzatori, che normalmente sono impiegati sulle MTB da downhill. Questi oltre alle regolazioni separate offrono la possibilit&agrave; di essere &ldquo;bloccati&rdquo; rendendo la sospensione rigida. Persino l&rsquo;ancestrale impianto frenante presenta delle particolarit&agrave;: non solo &egrave; stato necessario richiedere alla Braking di sviluppare dei dischi su misura, ma per ridurre componenti e costi di magazzino si &egrave; studiata una soluzione che permettesse l&rsquo;impiego di una pinza identica su anteriore e posteriore. Notevoli pure i mozzi, ricavati dal pieno, con raggi tangenti, che creano un intreccio piacevole, al centro dei quali troviamo perni ruota cavi in lega d&rsquo;acciaio al cromo realizzati su misura, viste le loro dimensioni particolarmente ridotte.    IN MARCIA  Sin dal primo contatto, nei movimenti da fermo si ha la percezione del peso ridottissimo della moto (84 kg) che permette un controllo eccezionale nelle manovre da fermo in sella, in quelle a spinte e nelle svolte. In questo caso, il fazzoletto in cui ci si gira &egrave; piccolissimo e permette di non oltrepassare la mezzeria! La sella &egrave; sottile, rastremata e risulta molto bassa. I piedi toccano perfettamente terra e la triangolazione con le pedane e il manubrio, realizzato ad hoc, e dotato di alti risers, permette una posizione di guida comoda e rilassata, sebbene molto eretta. Sono solo le vibrazioni semmai a infastidire, ma nella produzione di serie saranno impiegati supporti in gomma sulle pedane e per il manubrio. I comandi, sia a pedale che al manubrio, compresi i blocchetti elettrici, sono spartani, ma efficaci, cos&igrave; come la strumentazione, mutuata probabilmente da un quad, con contachilometri, tachimetro digitali e 4 spie essenziali. In movimento tutto &egrave; facile e immediato: le marce si snocciolano velocemente, ma anche se ci si dimentica di usare il cambio con il rapporto pi&ugrave; lungo inserito. Il piccolo monocilindrico non ha paura di nulla, ha un rumore d&rsquo;altri tempi, ma ovviamente non gli si pu&ograve; chiedere l&rsquo;impossibile. La frizione &egrave; morbida e anche i freni, vista l&rsquo;esigua inerzia del gruppo moto/pilota, si comportano a dovere. Buono anche il lavoro svolto dalla onesta Marzocchi, regolabile, come pure quello degli insospettabili ammortizzatori posteriori, accoppiati centralmente, che sono di derivazione MTB. Assecondano a dovere la ciclistica che si rivela precisa e sincera nonostante l&rsquo;interasse esiguo. Proprio in considerazione di questa misura, e del succinto telaio, abbiamo affrontato le prime curve con una certa &ldquo;ansia&rdquo;, ma coerentemente con la velocit&agrave; da codice, data anche la gommatura tassellata, abbiamo riscontrato una piacevolezza e precisione &ldquo;in piega&rdquo; inattese, per una moto teoricamente nata per il fuoristrada. Nel facile fuoristrada sui Colli Euganei, con un filo di gas il piccolo monocilindrico ti tira fuori da ogni impiccio senza battere ciglio, perch&eacute; ancora una volta la leggerezza dell&rsquo;insieme moto/pilota, non necessita n&eacute; di potenze esorbitanti n&eacute; freni da MotoGP. La ridotta rumorosit&agrave; diventa un viatico per le strade di montagna. Eliminare l&rsquo;inutile ha un benefico effetto sui consumi: se prendiamo per buono il dato del costruttore, si fanno oltre 30 km con un litro.  

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