        Cosa disegnerebbe un bambino se gli chiedeste di rappresentare una motocicletta? Bene o male farebbe due ruote, un motore in mezzo, un manubrio e una sella, una sorta di bicicletta a due ruote. Roberto Crepaldi, Giorgio Sarti e Giovani Cabassi hanno voluto concretizzare i propri sogni e nel 2002 hanno deciso di creare la moto pi&ugrave; semplice, pura e genuina che si potesse immaginare, proprio come la disegnerebbe un bambino: la CR&amp;S Vun. La moto pi&ugrave; semplice del mondo CR&amp;S sta per Caf&egrave; Racer e Superbikes, un'azienda nata per volere di Crepaldi (gi&agrave; socio fondatore della Numero Uno con Carlo Talamo, quindi esperto in materia di aziende e motociclette) con lo scopo di creare questa moto unica nel suo genere. Dall'idea &egrave; nato un concept realizzato da Pattoni, lo stesso che correva nel Motomondiale con l'ultima e romanticissima 2 tempi 500 italiana, e fin dal primo risultato si era capito che sarebbe stata perfetta cos&igrave; com'era.&nbsp;  Dal prototipo all'omologazione il passo fu breve, solo piccoli accorgimenti e la moto era pronta: una monocilindrica compatta, semplice, leggera e straordinariamente sexy nel suo "understatement". Poteva passare inosservata in mezzo a mille altre, ma un appassionato avrebbe saputo riconoscere che si trattava di qualcosa di molto speciale: l'artigianalit&agrave; di questo progetto permetteva al proprietario di confezionare la Vun a suo gusto, con colori, materiali e accessori. Quello che proprio non si poteva cambiare era l'anima della moto stessa, ovvero il monocilindrico Rotax da 54 CV (famoso in quegli anni per equipaggiare BMW F650GS e Aprilia Pegaso) e il telaio a traliccio di tubi stretto quasi come quello di una bici.&nbsp; Le sovrastrutture della Vun erano striminzite: un telaio, un codino slanciato e un accenno di cupolino attorno a un faro tondo classicissimo. Lo scopo era mantenere il peso il pi&ugrave; ridotto possibile, perch&egrave; come CR&amp;S professava, si trattava di una moto che puntava alla massima leggerezza per esaltare il piacere di guida, senza badare alla potenza e alle complicazioni elettroniche. Con questa filosofia un certo Colin Chapman dall'Inghilterra ha realizzato alcune delle auto da corsa pi&ugrave; vincenti e stradali pi&ugrave; affascinanti.&nbsp;  &nbsp; La leggerezza come unica regola La scheda tecnica parlava chiaro e 135 erano i chili della moto, una piuma. Il bilanciamento di questo progetto puntava a esaltare il piacere di guida alle velocit&agrave; "umane" che si possono percorrere sulle nostre strade e sui passi di montagna, fra tornanti e curve in rapida successione, senza disdegnare una sparata al track day dove la velocit&agrave; di percorrenza il curva era il suo forte. La maneggevolezza era indubbia e incomparabile per qualsiasi altra moto sul mercato, grazie anche alla raffinata dotazione ciclistica, con sospensioni di pregio (diverse a seconda delle versioni e della personalizzazione) e cerchi super leggeri su gomme dalla sezione ridotta (160 al posteriore).&nbsp; Era la massima espressione della purezza, armonia totale fra pilota e mezzo meccanico, qualcosa che non c'era mai stato sul mercato prima di allora e mai ci sarebbe stato dopo, perch&egrave; la Vun non viene pi&ugrave; prodotta e tutto sommato ne sono state fatte davvero poche. Perch&egrave; una moto cos&igrave; totalizzante non avuto successo sul mercato? Semplimente non l'ha cercato, si trattava di un prodotto esclusivo e per questo costoso, con un prezzo di partenza superiore ai 12.000 euro per la versione base, che poteva lievitare facilmente oltre i 20.000 con le personalizzazioni pi&ugrave; o meno pesanti dell'acquirente. La struttura di CR&amp;S non poteva fare altro che questo, la produzione in serie era impossibile, e pure la natura di una moto "senza compromessi" come questa ne rendeva limitato il bacino di utenza. La Vun &egrave; stata comunque prodotta per una decina di anni fino al 2017, ora sarebbe da rifare da capo perch&egrave; causa Euro5 non potrebbe essere pi&ugrave; omologabile. Se siete tra i fortunati che ne hanno visto una in giro, o addirittura siete riusciti a provarla, saprete riconoscere il fascino unico di una moto nata da un'idea semplice e radicale: less is more, togliere chili invece che aggiungere cavalli, togliere complessit&agrave; per aumentare il piacere, concetti "Zen" che non fanno pi&ugrave; parte del mondo a due ruote contemporaneo.  Moto Sportive: una top 10 di modelli iconici e mostri da pista       

<p>Tre appassionati milanesi, a inizio millennio, si sono ritrovati per realizzare un sogno: costruire una moto che non esisteva per il puro piacere di guidare su strada, e quello che &egrave; venuto fuori &egrave; una icona della purezza a due ruote</p>

CR&S Vun: breve storia di una moto unica

Monocilindrica, monoposto, la CR&amp;S VUN (che significa &ldquo;uno&rdquo; in dialetto milanese), &egrave; la prima moto realizzata dal costruttore artigianale milanese che vuol produrre "gioielli esclusivi" per gli appassionati delle due ruote.  Nata dall&rsquo;esperienza CR&amp;S nelle competizioni, la VUN &egrave; stata concepita come una &ldquo;racer&rdquo; adattata all&rsquo;uso stradale:&nbsp; leggera, maneggevole, costruita con tecnologie d&rsquo;avanguardia, senza compromessi, per regalare il massimo appagamento nella guida sportiva.  La&nbsp;VUN &egrave; affiancata dalla versione PPP (Pronta Per la Pista), che rappresenta una estrapolazione ottimizzata per l&rsquo;uso in circuito ma che rispecchia fedelmente i fondamentali della versione stradale.  In Casa CR&amp;S&nbsp; dichiarano che entrambe le versioni dispongono di un motore docile e potente che unito ad una ciclistica leggera creano un vantaggioso rapporto peso/potenza che permette prestazioni di&nbsp; rilievo. "La distribuzione dei pesi concentrata attorno al centro di gravit&agrave; che riduce il momento di inerzia polare e favorisce la maneggevolezza &egrave; il punto di forza per una moto ottimizzata per la guida nel 'mistostretto'. Come tutte le CR&amp;S , la VUN &egrave; completamente personalizzabile: dalla versione standard ogni cliente pu&ograve; estrapolare all&rsquo;origine la sua versione attraverso l&rsquo;infinita gamme di opzioni tecnico-estetiche", dichiara il Costruttore.  E' disponibile un kit telaio/sospensioni che permette ai pi&ugrave; smaliziati di assemblare la propria CR&amp;S VUN direttamente nel proprio garage, realizzando il sogno di tutti i motociclisti evoluti: costruire il proprio &ldquo;strumento&rdquo; su due ruote e cos&igrave; sintonizzarsi con lui sin dalla genesi.  A conferma che la VUN sia considerata espressione della tradizione creativa lombarda, gi&agrave; nel 2011 era stata scelta per rappresentare l&rsquo;eccellenza dell&rsquo;artigianato italiano nella mostra &ldquo;il Futuro nelle mani. Artieri domani&rdquo;, organizzata a Torino in occasione delle celebrazioni organizzate er il 150&deg; Anniversario dell&rsquo;Unit&agrave; d&rsquo;Italia. Come tributo per questo&nbsp; riconoscimento una VUN &egrave; stata allestita con una speciale livrea, ispirandosi ai colori bianco rosso e verde a rombi del primo tricolore (Repubblica Cisalpina 1802-1805).

Monocilindrica, monoposto, la CR&S VUN (che significa &ldquo;uno&rdquo; in dialetto milanese), &egrave; la prima moto realizzata dal costruttore artigianale lombardo

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