Abbiamo fatto visita allo stabilimento di Calderara di Reno per conoscere meglio una realtà storica nel settore delle due ruote. Una realtà che si avvia a diventare un vero centro di eccellenza dei motori
“Vogliamo costruire un centro di eccellenza a livello motoristico per dare la possibilità a tutti i nostri clienti di sviluppare dei propri prodotti utilizzando motori assolutamente performanti, affidabili e all'avanguardia sotto tutti i punti di vista”. Queste le parole di Mariano Roman durante il primo incontro ufficiale in qualità di CEO di Fantic Motor e – da pochi mesi – di Motori Minarelli, storica azienda di settore con sede a Calderara di Reno, a pochi chilometri dal centro di Bologna. È di gennaio la notizia dell'acquisizione da parte di Fantic della storica Casa bolognese che – come è noto – era di proprietà di Yamaha . Un polo di eccellenza che Iwata ha curato e reso competitivo a livello globale fino all'ultimo minuto con linee di produzioni all'avanguardia. Che ora sono nelle disponibilità di Fantic.
Fantic Motor – è bene ricordarlo - è di proprietà del gruppo veneto VeNetWork che annovera 57 imprenditori, 220 aziende con 3 miliardi di euro di fatturato. Dal 2014 – anno di nascità di questa realtà - la crescita è stata costante con una gamma di prodotti sempre più ampia che va dalle motociclette (in primis la celebre Caballero), mezzi off-road, e-bike ma anche soluzioni per la mobilità sostenibile. Una realtà che, con l'acquisizione di Minarelli, impiega ben 320 dipendenti.
Obiettivo dell'acquisizione è di creare un polo di riferimento motociclistico attivo nel fornire servizi a Case costruttrici per le norme di omologazione mantenendo comunque immutata la produzione di motori sia per Yamaha che per altre aziende di settore. Con la Casa di Iwata l'accordo sulla produzione di motori è valido fino all'anno prossimo mentre è già in atto il trasferimento delle linee produttive di Fantic dal Veneto verso il polo bolognese, con quelle dei veicoli off-road già operatite. Tanti i progetti nel cassetto, insomma, a partire dalla collaborazione con Università per sviluppare nuove unità a due tempi. Il tutto senza sacrificare nessuno dei circa 200 addetti che lavoravano nei capannoni di Calderara a cui si aggiungono ovviamente gli stagionali nei momenti di maggiore richiesta.
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La Motori Minarelli, questa la notizia significativa anche da un punto di vista sentimentale e nazionalistico, torna per così dire in Italia. Un'azienda storica, soprattutto per quello che riguarda il mondo delle competizioni: dal 1966 al 1975 ottiene infatti nove record del mondo nelle classi 75 e 175 cm3 mentre dal 1978 al 1981 conquista due Mondiali piloti nel Motomondiale e 4 titoli iridati come Costruttore. Alla parte “racing”, Minarelli ha sempre affiancato quella produttiva realizzando veicoli di piccola cilindrata e soprattutto motori per conto terzi: nella sua storia figurano propulsori storici come il P4 da 49,6 cm3 (1963-1977) al P1 (1965-1969). Più recentemente va segnalato il CW50 a 2T (che dal 1990 al 2017 ha venduto quasi mezzo milione di unità) fino al monocilindrico a quattro tempi della XT660 prodotto dal 2001 al 2017 in 124.953 pezzi.
Abbiamo fatto visita allo stabilimento di Calderara di Reno per conoscere meglio una realtà storica nel settore delle due ruote. Una realtà che si avvia a diventare un vero centro di eccellenza dei motori
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