Con la serie MT, il Marchio dei tre diapason si è aperto ad un nuovo modo di intendere la moto, “sporcando” l’immagine pulita della tecnologia giapponese
La vita di tutte le persone del mondo gira intorno al contrasto fra bene e male, giusto e sbagliato, bello e brutto. La psicologia junghiana ci racconta che senza il male, il bene non potrebbe esistere in quanto impossibile da associare al suo opposto, ma possiamo anche scomodare le religioni o le filosofie vecchie di millenni come il Taoismo, che attorno al concetto di bene nel male e male nel bene ci ha costruito un intero modo di pensare e di essere. Lungi da noi creare un trattato di psicologia in queste pagine, ma l’introduzione è necessaria per calarci nel tema di questo articolo, ovvero la filosofia “The Dark Side of Japan”, che Yamaha porta avanti con successo dal 2013 e che ha accompagnato la nascita della serie Master of Torque (per gli amici: MT), abbracciando il lato oscuro del proprio mondo.
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Tutti quanti, al tempo del lancio, abbiamo compreso il senso di questa mossa tecnica e commerciale: Yamaha ha voluto associare all’allora nuova MT-09 una personalità dark e aggressiva, scura e mistica, a volte perversa e scorretta, in contrasto con quello che fino a quel momento è sempre stato il modo di concepire la moto per Yamaha, chiaro e senza fronzoli.
Abbracciando il proprio lato oscuro, il marchio dei tre diapason ha lasciato alle spalle la tradizione delle naked derivate dai 4 cilindri sportivi per abbracciare l’ignoto fatto di motori a tre cilindri (piattaforma del tutto nuova) e posizione di guida a metà fra una naked e una motard. Un cambio così radicale non si era mai visto da quelle parti, ed è stato come un tuffo nel vuoto, tra le braccia dell’oscurità.
Nel 2024 la MT-09 si è appena rinnovata con nuovi contenuti tecnici ed è ancora accompagnata (come del resto tutta la gamma MT) dal claim “The Dark Side of Japan”. Attorno a questo concetto si è sviluppata un’estetica ben definita, uno stile che non riguarda solo le moto ma tutta l’immagine che gira attorno al prodotto, con la nascita di diverse community che si riuniscono attorno al “lato oscuro”, mettendosi volontariamente in contrasto alla figura pulita e ordinata dei classici motoclub.
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