Rewind, Kawasaki ZXR-750 '91: equilibrio verde

Rewind, Kawasaki ZXR-750 '91: equilibrio verde

Evoluzione della precedente Stinger, la ZXR 750 era una perfetta macchina da guerra, per la strada ed in pista, grazie alle prestazioni del suo motore ed una ciclistica da vera SBK anni '90

Redazione - @InMoto_it

22.03.2020 10:50

Nonostante l'impostazione da vera super sportiva, la posizione di guida della ZXR 750 permette, anche al pilota di statura alta, un discreto alloggiamento. In particolare le pedane risultano adeguatamente distanziate dalla sella, l'angolazione e l'inclinazione dei semi manubri non è così esasperata come ci si aspetterebbe, mentre il busto risulta caricato in avanti, ma non certo contratto.

MOTORE FLUIDO DAI 2000 GIRI

L'ottimo inserimento del corpo macchina si salta nell'impiego in pista nella guida "di corpo", facilitando gli spostamenti oltre che offrire grande feeling sin dalle prime battute. Della nuova ZXR 750 impressionano la protezione del cupolino e la taratura bilanciata delle sospensioni.



Il temperamento del propulsore è caratterizzato da un rendimento fluido e regolare già da un bassissimo numero di giri, con erogazione che risulta pulita, consentendo di riprendere già dai 2000-2500 giri. Il motore tira fuori il meglio di sé superati i 5000 giri con un netto irrobustimento del tiro fin oltre i 9000 giri, sottolineato dalla perentoria voce allo scarico. Oltre questo regime la sostanza tende a scemare, consigliando così il passaggio rapporto successivo.

Nell'utilizzo in pista si è rivelata abbastanza fastidiosa una certa incertezza di carburazione negli apri/chiudi così come si sono rivelati passibili di miglioramenti il cambio, caratterizzato da innesti lunghi e rumorosi, ed il rendimento della frizione, modulabile, ma piuttosto precipitosa dell'intervento.

FANTASTICA LA FRENATA

Ben poche critiche si possono muovere allo splendido rendimento della ciclistica, nettamente migliorata rispetto a quella della Stinger. Estremamente maneggevole ed equilibrata, la Kawasaki ZXR 750, trasmette fin dalle prime battute estrema comunicativa un po' in tutte le situazioni con inserimenti in curva sicuri e precisi. Sul veloce non mostra problemi di stabilità, mentre nelle manovre a bassa velocità l'avantreno si è rivelato un tantino impacciato. Il positivo lavoro delle sospensioni è sottolineato da una rassicurante precisione nell'individuare al primo colpo inclinazione e traiettoria ideale, senza innescare oscillazioni ed ondeggiamenti in grado di infastidire la buona stabilità di base. Nelle curve strette l'appoggio è notevole, ma anche su veloce non abbiamo riscontrato alleggerimenti dell'avantreno. Semplicemente fantastica si è rivelata la frenata per progressività di intervento e potenza, oltre che per il rifiuto ad accusare cedimenti o cali di funzionalità anche nell'uso in pista. Il doppio disco all'avantreno consente staccate in tutta sicurezza grazie all'ottima modulabilità, mentre l'unità posteriore, anche se propensa al bloccaggio, è ben in grado di bilanciare l'assetto del retrotreno.

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