Nata dalla mano di Kunihiko Miwa, papà delle R1 ed R6, aveva l'obiettivo di portare il mondiale SBK ad Iwata. Portava in dote una tecnologia figlia dei GP e ad oggi le sue linee fanno ancora sognare
Non si fatica ad entrare in sintonia nella guida di questa Race-replica e le copiose scariche di adrenalina che può offrire già nella configurazione "strozzata" sono a portata di mano di tutti. L'emozione, il piacere il grande feeling che si instaura sin dalle prime battute fanno passare in secondo piano la limitata protezione aerodinamica offerta dal cupolino, qualche vibrazione di troppo ai regimi più elevati sulle pedane, soprattutto per la versione potenziata.
Una vera libidine affrontare le curve scoprendo l'elevata duttilità e immediatezza con cui la R7 riesce ad inserirsi guadagnando senza indugi la corda, appoggiandosi solidamente sulla corposa spalla degi pneumatici e pronta ad accettare la manata sull'acceleratore, senza deviare o allargare la traiettoria.
Libidinosa, soprattutto nella configurazione più spinta, in uscita di curva quando si sente l'avantreno che si alleggerisce sotto la spinta della ruota posteriore, e questo suggerisce di non appendersi al manubrio con troppa foga pena inevitabili sbacchettate dello sterzo in assenza dell'ammortizzatore disponibile nella lunga lista del kit.
Ad impressionare maggiormente è la sensazione di leggerezza della ciclistica, che favorisce una immediata confidenza, riscontrabile nelle esse o nelle variazioni di inclinazione dove basta indirizzarla... al resto ci pensa lei. I migliori risultati, sotto il profilo dinamico, avvengono quando la si guida di autorità senza mai scendere con l'ago del contagiri sotto i 10.000 giri (come una vera moto da corsa!), oltre i quali la R7 allunga molto bene fino ai 14.000 giri indicati.
Con queste premesse le si possono perdonare la pigrizia nella erogazione riscontrata tra i 6000 e gli 8000 giri, la lunga rapportatura della prima marcia (ben oltre i 127 km/h) in ossequio alla scelta della spazziatura di rapporti da moto da competizione. La velocità di punta della YZF-R7, in versione "standard" si assesta sui 263 Km/h, che equivalgono a quasi 252 Km/h effettivi.
Rewind,Yamaha YZF-R7: libidine da SBK |FOTO
Dalla mano dell'ingegner Kunihiko Miwa, nel 1999 arriva sul mercato la YZF-R7. Dalla sua motore Genesis 750 con distribuzione 20 valvole che erogava in configurazione "Strada" 107 CV, ma che con l'apposito Kit (dal costo di 6 milioni di vecchie lire) arrivava a quota 150 CV che diventavano 170 in configurazione SBK con Kit racing da quasi 40 milioni. Il telaio Deltabox II sfruttava l'esperienza Yamaha nei GP. Al periodo fu grande protagonista in SBK con Noryuki Haga, ma non riuscì a centrare l'obiettivo Mondiale. (di William Toscani)
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