Ci sono stati dei precedenti storici, ma questo fu il primo vero scooterone che spiazzò completamente il mercato e fece invecchiare la Vespa
Molti lustri prima ci furono i rivoluzionari e fragili Ducati Cruiser e le due versioni di Honda Juno, fin troppo eccezionali e costosi predecessori, ma quando arrivò il CN250 lo volevano tutti. In Moto nel 1988 – anno di debutto sul mercato italiano – scriveva: “Con le sue linee avveniristiche ed estremamente originali il CN250 sembra uscito da un film di fantascienza... l’atipico scooterone Honda vanta una sontuosa dotazione di bordo... un sellone che sembra una poltrona Frau provvisto di schienalino”. Oggi non farebbe più scalpore, anzi, osservando certa concorrenza il CN250 si distingue per sobrietà e le sue forme affusolate e tirate, raccordate da spigoli arrotondati.
All’epoca era stato criticato per la scarsa maneggevolezza fino a 40-50 orari, con consumi elevati e prestazioni modeste perché tutta la concorrenza era semplicemente 2 tempi e molto più compatta e leggera. Poi col tempo sono diventate caratteristiche normali. Certo, il CN non è e non sarà mai un fulmine di guerra, ma per maneggevolezza e consumi oggi potrebbe essere citato come esempio positivo. A seconda dei mercati si chiamava Fusion, Helix, Spazio o CN. In Italia era ironicamente “ciabattone”, “vasca”, “pullman”, ma per molti è stato lo scooter per affrancarsi dalle piccole cilindrate, il passo evolutivo, il biglietto d’ingresso nel mondo del turismo. C’è chi ha riscoperto le due ruote e c’è chi ha iniziato a viaggiare col CN. Poi qualcuno si è innamorato. Come sempre, c’è chi rimane col cerino in mano e non lo abbandona neanche quando si spegne. In Giappone è rimasto in produzione a furor di popolo fino al 2007, aggiornato con iniezione e catalizzatore. A Tokyo se ne vedono in ogni parcheggio e la moda di customizzarli non accenna a spegnersi. A Roma e a Firenze c’è chi cocciutamente continua a volere solo il CN per muoversi fuori e dentro la città, nonostante i modelli europei non siano mai stati catalizzati.
A Rimini invece è un evergreen sempre ricercato e popolarissimo perché in Romagna... si sa, di due ruote c’è gente che se ne intende anche quando si tratta di scooter. No, non ci sono alternative: la progettazione di questo Honda risale a oltre 30 anni fa, ma rimane di un’attualità sconcertante. Per altezza sella e spazio nel baule non ha tutt’ora equivalenze sul mercato e anche la comodità per salire-scendere del passeggero rimane unica. Ovviamente è superato per prestazioni e guidabilità. Rimane uno scooter concepito con soluzioni tecniche inevitabilmente datate. Non ha l’ABS e i freni non sono potenti, il lungo interasse lo rende poco adatto a filtrare il traffico più serrato e nelle peggiori code indisciplinate (ne avete mai fatta una sul Lungotevere di sera?) non ha molte chance. Però la seduta così bassa e il manubrio largo lo rendono maneggevole e ancora oggi sorprende per la sua facilità di guida.
L’altezza sella a 665 mm è un valore quasi record, che mette chiunque a proprio agio, con passeggero e bagagli. E poi quel baule... così basso e integrato da far venire rabbia soltanto cercando di far entrare un casco jet che non sia la classica scodella poco protettiva. Ma con un baulone da 52 litri col suo kit specifico si può andare via per un weekend in due senza altro.
Anche e soprattutto per caricare l’impossibile perché seppur non abbia la pedana piatta, il piccolo tunnel (dove trova sede lo sportellino del tappo serbatoio) insieme al manubrio rialzato concede di viaggiare tranquillamente con un borsone appoggiato fra le gambe, che può essere pesantissimo perché in posizione così bassa e centrale lascia lo scooter ben bilanciato nella guida.
Da usare tutti i giorni è rimasto comunque attuale per tre grandissime qualità: il motore consuma poco, è estremamente robusto, e ormai non ve lo ruba più nessuno. Anche per i ricambi c’è una tale scelta di pezzi usati che fa del CN250 uno dei modi più economici e affidabili per muoversi oggi in Italia. Tutti i materiali di consumo si trovano ancora facilmente, ma per le gomme è rimasta poca scelta. Da segnalare che Heidenau e Mitas sono i pneumatici più recenti e gli unici disponibili con un appropriato codice velocità M (fino a 130 km/h), mentre le altre disponibili sono in codice J (fino 100 orari). Sul posteriore invece la scelta è ampia, e volendo ci sono anche dei tassellati da fuoristrada da poter accoppiare agli Heidenau e Mitas termici (e vagamente offroad). L’orologio è già compreso nel cruscotto, ma oggi è diventata abbastanza indispensabile una presa “accendisigari” per tenere carichi smartphone, tablet e navigatori.
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