Una naked bicilindrica con ride by wire (nel 2007 esordiva su una moto di serie) che ancora oggi riesce a destreggiarsi bene in città, risultando divertente sui percorsi misti e guidati
La prova di InMoto alla voce “In Piega” della Shiver cominciava così: “In fase di inserimento la nostra protagonista, non importa a che velocità, ha sempre sfoggiato un comportamento piacevole e armonico. Anche nella fase successiva, quella della percorrenza, tutto fila liscio in quanto si sente la Shiver bene appoggiata sui pneumatici ed abbastanza neutra nel percorrere la traiettoria impostata” (InMoto n. 9/2007).
Come tutte le Aprilia (Motò a parte) anche la Shiver si guida da dio. Una vera goduria fra la curve e con uno dei migliori bicilindrici del suo tempo. La Shiver ha avuto una buona evoluzione e negli ultimi anni della sua commercializzazione è cresciuta a 900 cc (prodotta dal 2017 e fino al 2020), rintracciabile con più difficoltà e a quotazioni sensibilmente più alte. Che partono da 4.500 euro. Ovviamente ha prestazioni maggiori e non vanta i consumi molto contenuti della sorella minore. Infatti per una Shiver 750 è abbastanza normale rimanere sui 18-19 km/l e usando la manetta del gas con attenzione si possono anche superare i 20 al litro, magari allungando la rapportatura finale con una corona più piccola. Regge la coppia del bicilindrico ma si perde un po’ di verve nelle accelerazioni. Per le doti di ripresa, nella prova pubblicata a suo tempo, si scriveva così: “In questo frangente quel che si percepisce “a orecchio” non collima con i tempi fatti segnare sulla consueta base dei 400 metri (13”7) che comunque le consentono di tenere testa alla rinnovata Kawasaki Z 750, ma il divario tende a scemare in vista del chilometro”.
Oggi la Shiver non è più in produzione, o meglio... lo è in Cina dove viene prodotta e venduta grazie alle alleanze commerciali Piaggio . Perché è una moto rimasta attuale, anche nel suo stile. Che ha una storia articolata.
Nasce dalle idee di Alberto Cappella, padre della Laverda Lynx col bicilindrico SV650. Un prototipo che come la Cagiva Raptor voleva sfruttare il motore Suzuki ed era caratterizzata dal telaio ibrido traliccio di tubi d’acciaio e piastre pressofuse in lega, che abbiamo apprezzato poi sulla “sua” successiva Aprilia con tutte le evoluzioni dettate dalla sua accresciuta esperienza in Aprilia-Guzzi (a Cappella dobbiamo anche il capolavoro Moto Guzzi MGS01).
In ogni caso sulla Shiver ci sono tanti buoni motivi per tenerla ben gommata, e una buona ciclistica può calzare senza problemi tante gomme, sportive o sport-tourer. La scelta è la più ampia possibile, a seconda del budget e delle aspettative di durata. Doverosa una revisione delle sospensioni. Sia la forcella upside-down che il Sachs al posteriore sono revisionatili e modificabili. Qualsiasi specialista di sospensioni può personalizzare la taratura originale, senza bisogno di sostituire granché. Possono bastare anche 200 euro per un lavoro ben fatto. Come tutte le naked, anche la Shiver soffre di scarsa protezione aerodinamica, ma è un problema facilmente superabile con un cupolino aftermarket. Un vero parabrezza ammazzerebbe il design. Più difficile fissare il bagaglio. Qui il discorso diventa relativo ai pochi accessori specifici. Per fissare delle borse anche morbide, servono telaietti laterali mentre per la borsa serbatoio le più indicate sono quelle con attacco rigido alla flangia del tappo serbatoio.
Una situazione idilliaca? No, qualche ombra ha tolto luce anche alla Shiver (in alto l'ultima versione con motore 900) e al di là degli aggiornamenti a centralina e alle mappature dell’iniezione e del ride-by-wire, si sono lamentati nel tempo indurimenti del cambio, infiltrazioni acqua nella strumentazione, veri e propri cortocircuiti per alcune criticità dell’impermeabilità degli strumenti al manubrio e dell’impianto elettrico. Aprilia non è delle Case più consistenti sulla rete di assistenza. La situazione sta migliorando da quando è stata presentata la Shiver e rispetto alle numerose lamentele rintracciabili online. Ma è saggio capire come si muove e quale sia il concessionario locale.
Certamente sarà necessario verificare se l’esemplare è stato aggiornato e richiamato, e soprattutto capire se è stato sostituito il relè dell’avviamento elettrico motore. I primi esemplari erano afflitti da ormai noti vibrazioni in frenata. È probabile che siano già stati ampiamente risolti dal primo sfortunato proprietario. A bilanciare in positivo la voce affidabilità della Shiver, c’è un dato che sta diventando rilevante anno dopo anno: le Shiver hanno una buona longevità generale e non stanno emergendo debolezze strutturali e meccaniche. Questo si traduce in una maggior disinvoltura nel valutare esemplari molto chilometrati e per questo più convenienti ed economici. Non è poco: il biglietto d’ingresso sta diventando molto invitante.
Potenza massima alla ruota 88,86 CV a 9.300 giri/min
Coppia 7,01 kgm a 7.400 giri/min
Velocita? effettiva 211,0 km/h
Accelerazione 400 metri: 12”3 - 176,2 km/h
Ripresa da 50 km/h in 6° marcia 0-400 metri: 13”7 - 155,1 km/h
Consumo medio 19,7 km/l
Peso effettivo con 5 kg carburante: 211,4 kg
PREGI
- prestazioni divertenti
- posizione di guida
- quotazioni convenienti
DIFETTI
- rete assistenza
- impermeabilita? strumentazione
- indurimenti cambio
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