Rewind, Gilera SP 01: fatta per correre

Rewind, Gilera SP 01: fatta per correre

La frase spesso fin troppo abusata di “moto da corsa con targa e specchietti” calzava a pennello per questa grintosa ottavo di litro. E lo si nota benissimo ancora oggi

29.08.2024 10:22

Per una delle ottavo di litro più rappresentative del decennio magico delle 125 italiane (dal 1985 al 1995), la Casa di Arcore non scese a compromessi. Dopo i bagliori delle KZ e KK, con l’arrivo della MX-1 (vincitrice in SP e autore anche di un record di durata in un test organizzato da Motosprint a Nardò nel 1988) e poi della MX-R, Gilera forse perse un po’ di smalto agli occhi dei sedicenni del periodo. Le MX erano proposte sì valide, ma dal piglio troppo stradale in un periodo in cui le concorrenti iniziavano a sfornare 125 sempre più sportive. Ecco allora che nel 1989, a pochi mesi di distanza (eh sì, le novità duravano al massimo un anno, poi si restava indietro) dalla MX-R, piombò sul mercato forse la “più sportiva tra le sportive”.

GILERA SP 01: quasi pronto-pista

Disegnata da Marabese, la Gilera SP 01 fu un piccolo prodigio per fascino, grinta e con le corse nel DNA. Al telaio doppio trave in acciaio Twin Box dell’ing. Ciancamerla, visto già sulla MX-1, abbinava un motore di 124 cc rivisto, dotato di valvola allo scarico APTS, dove tutto era estremizzato per rendere al meglio nelle gare Sport Production. Lì dove una vittoria significava immagine e numeri sul mercato (quasi un piccolo Mondiale, quel campionato). La nuova SP 01 era di fatto una 125 pronto-pista, ma omologata per circolare sulle strade aperte al traffico.

L'abbiamo guidata oggi

Abbiamo avuto la fortuna di provarne un esemplare - perfettamente restaurato dagli amici di Due Tempi bei Tempi - nel corso di un test in pista, sul tracciato di Cervesina e, quasi fossimo stati trasportati nel 1989, abbiamo cercato di riscoprirne le doti tecniche e dinamiche.
Quello che subito è balzato alla nostra attenzione è stata indubbiamente la bella abitabilità una volta in sella.
In questo contesto si apprezzano gli ingombri generosi adatti anche a quei piloti di maggiore statura che riescono a trovare la giuste misure una volta presi in mano i semimanubri, bassi e spioventi, ritrovandosi con la strumentazione praticamente davanti gli occhi una volta acquattati dietro il generoso cupolino.
La SP 01 ci ha fatto subito capire di che pasta era (ed è ancora) fatta. La guida richiesta è decisamente specialistica e si capisce immediatamente come portarla al limite, fosse un qualcosa ad appannaggio di piloti esperti. Se guidata con perizia, la SP 01 mette a disposizione tutti gli strumenti necessari per sfruttarne a fondo il notevole potenziale.

Il motore esibisce notevole grinta agli alti e, se si riesce a tenerlo nell’arco migliore di erogazione e a trasmettere una costante trazione la ruota motrice, il comportamento in traiettoria risulta apprezzabilmente neutro; basta però essere appena sotto coppia ed ecco che la guida ne risente e serve attenzione per compensare la tendenza a cadere all’interno della curva. Il motore entra in coppia verso i 7.000 giri con un crescendo pepato verso quota 9.000, e una progressione esaltante fino ai 10.500 giri.

La nostra prova nel 1989

Nel 1989 InMoto ne scriveva così: “L’idea di partenza era quella di realizzare una fuoriserie sportiva, una piccola Bimota: una moto senza compromessi qualitativi; con tutta probabilità il risultato sarebbe stato quello di avere una 125 dai costi assolutamente sproporzionati e per questo la Gilera ha mirato in direzione di una minore esasperazione della componentistica. Il risultato? La SP 01 ha fatto sua al 100% una filosofia che ha generato mezzi come la Honda RC 30 o la Yamaha FZR 750 R, per una 125 da gara abilitata a circolare sulle strade aperte al traffico”.

Le prestazioni rilevate al periodo parlavano di 29,3 CV con velocità di oltre 170 km/h. Una moto che però era forse “troppo” per i sedicenni ammaliati dalle proposte Aprilia e Cagiva rispetto alle quali pagava lo scotto di una superata ruota di 16” anteriore e probabilmente l’eccessiva esasperazione. Nel 1990 arrivò l’evoluzione SP 02 e nel 1991 la Crono, proposte che differivano per qualche particolare tecnico (forcella a steli rovesciati), estetico (tappi serbatoio di tipo aeronautico e nuovo codino per la Crono) e diversi colori. L’epopea delle SP si chiuse con l’arrivo della GFR, moto valida con medesimo telaio delle progenitrici ma con monobraccio posteriore. Ma al periodo, non seppe guadagnarsi molti apprezzamenti forse a causa di una non precisa identità (a differenza della capostipite).

Oggi questa piccola Gilera è un sogno per tanti nostalgici appassionati. Trovarne una è di per sé complicato, ma ancora di più messa in perfette condizioni come l’esemplare da noi provato in pista. In questi casi le cifre richieste possono avvicinarsi ai 10.000 euro. I motivi? Dovuti principalmente alla difficoltà nel reperire pezzi originali e la necessaria attenzione per riportare ai vecchi splendori i tanti particolari per una delle ottavo di litro più importanti del “decennio d’oro”, peraltro di una Casa gloriosa oggi – ahinoi – scomparsa dal mercato.

Gilera SP 01: le foto

Gilera SP 01: le foto

Nel 1989 piomba sul mercato forse la “piu? sportiva tra le sportive” Per una delle ottavo di litro più rappresentative del decennio magico della 125 italiane, la casa di Arcore non scese a compromessi

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