Donne in moto, il messaggio: “Basta volerlo, freghiamocene dei pregiudizi"

Donne in moto, il messaggio: “Basta volerlo, freghiamocene dei pregiudizi"

Un evento organizzato da Motodays al TMR Village, alle porte di Roma, per i membri di una folta community. Per promuovere l'attività di formazione alla guida oltre che forte la voce di una categoria che vede numeri in crescita

24.06.2024 11:52

Domenica 23 giugno, alle porte di Roma, è andata in scena una giornata organizzata per rilanciare con ancora più forza il progetto “Motociclista sostantivo femminile” partito dal palco del Motodays lo scorso 8 marzo, e che sta man mano prendendo sempre più vigore. Un percorso dedicato all'attività formativa delle motocicliste. 

Nello spazio del TMR Village tante motocicliste, membri di una community sempre più nutrita, si sono incontrate per una giornata all’insegna della passione per le moto. Ma non solo.

"L'evento nasce circa due anni fa - ci spiega Mauro Giustibelli, Project Manager di Motodays - quando abbiamo pensato di dedicare una attività formativa al mondo dlle motocicliste. In un periodo in cui il mercato và sempre più incontro anche alle esigenze delle donne in sella, abbiamo ritenuto fosse utile partire con la "demo" di un corso di guida. Da quella esperienza, dove parteciparono più di 20 ragazze, è nata l'idea di "Motociclista sostantivo femminile"

"Dedicare la giornata di apertura di Motodays e strutturando un programma di attività. Come la parte di corsi in sella. Ma abbiamo messo in campo tante attività e a seguito delle quali è nata una community di motocicliste. Ed oggi si è incontrata qui per conoscersi", conclude Giustibelli.

La mattinata è stata anche l'occasione per realizzare scatti fotografici per un calendario che verrà distribuito alla fine dell’anno ad EICMA e che vedrà, per i 365 giorni del 2025, protagonista il lato rosa delle due ruote. Lo scopo è quello di mandare forte un messaggio riguardo la presenza e la voglia di moto di molte appassionate che anno dopo anno iniziano ad essere in numero sempre più cospicuo. E l'anno prossimo, sempre al Motodays, un gruppo di questa community lavorerà a livello redazionale sulla giornata di apertura dell'evento. Con ingresso comunque gratuito per le donne e una serie di attività dedicate che stavolta saranno scelte e valutate dalle stesse motocicliste.

Non più solo zavorrine, quindi, ma effettivi membri di una tribù che, dall’essere un microcosmo dai toni prevalentemente maschili, sta piano piano allargando le maglie. Allontanando inutili - e ormai vecchi - pregiudizi.

Indice:

  • Donne in moto: il senso di una passione
  • “Fatelo senza timori”
  • "Luoghi comuni? Fregarsene"
  • I corsi di guida: aiuto per imparare e poi divertirsi in sicurezza

Donne o uomini: chi guida meglio la moto?

Donne in moto: il senso di una passione

Durante la giornata inevitabile una chiacchierata con molte di loro. Quello che da subito colpisce è l’enorme passione che traspare da ognuna ogni volta che si avvicina alla propria moto che racconta storie fatte di scoperta (in qualche caso) e anche tanto divertimento. Una rappresentanza eterogenea, dalla più esperta e navigata globetrotter alla principiante con patente presa da poche settimane. 

Come il caso di Francesca La Starza, figlia di un ex pilota di auto da Rally, biologa e fotografa e motociclista da meno di un anno:Ma la patente l’ho presa solo a maggio", dice sorridendo. 

Una passione per le due ruote trasmessa dal fidanzato, Giordano: "Oggi guido una Zontes ZT350 - ci dice Francesca - ma spesso mi capita di guidare il Ténéré 700 del mio fidanzato. Ho iniziato con una moto facile, che mi permettesse di fare pratica. In generale amo viaggiare, soprattutto in due. Ma dopo qualche anno trascorso a fare la passeggera, ho deciso di imparare a guidarne una io. La moto per me è evasione ma mi aiuta anche nel mio lavoro”.

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“Fatelo senza timori”

Stesso approccio per Giulia Testa: “Motociclista da due mesi, e con una Yamaha MT-03. All’inizio ero terrorizzata dalla moto, ma poi anche grazie al gruppo di amici con cui esco, è piano piano cresciuta la passione e la voglia di saperne di più; ed oggi, anche solo vedere una moto ferma o passare, mi vengono gli occhi a… cuoricino” (ride,nda).
Confessa poi Giulia: “Paura? No, non tanto per me sulla moto, ma soprattutto per la situazione che oggi c’è sulle strade. La auto, si… quelle mi fanno paura”. Nonostante questo timore Giulia non ha dubbi. “Alle tante ragazze che magari vorrebbero guidare una moto dico: fatelo, senza timore. E’ un mondo meraviglioso".

Aneta Francu, originaria della Transilvania, indossa un abbigliamento da off-road, e va in moto invece da qualche anno ormai. Nel suo “curriculum” da motociclista figurano esperienze nel deserto di Marocco e Tunisia. In sella ad una Africa Twin 650 del 1986 regalatela dal marito qualche anno fa: “Una moto di cui sono innamorata, anche se magari non è più recentissima”. L’inizio nel 2017 con una Kawasaki ER-6n ma poi la sorpresa dell’Africa Twin. “Quando l’ho vista e guidata la prima volta ho capito che bisognava che la guidassi per come meritava”.
Nel deserto - confessa- tante avventure e tante… cadute. Ci ho lasciato di tutto tra le dune: frecce, plastiche e così via… ma sono tornata sempre  a casa. Magari con le gambe ricoperte di lividi". 

"Luoghi comuni? Fregarsene"

"Perché in moto si cade, ci si fa male e magari si piange, ma non bisogna perdere la fiducia in se stesse”, dice convinta Aneta.
Ancora oggi -  aggiunge - sono tanti i luoghi comuni su noi donne in sella, ma mai rinunciare e fregarsene. In moto siamo alla pari”. Aneta fa poi una richiesta: “Sarebbe utile avere qualcosa di più specifico per noi. Qualche incentivo, magari più moto piccole e leggere che si adattino meglio, come ergonomia, alla nostra corporatura. Anche solo sul fronte abbigliamento mi piacerebbe qualcosa di dedicato”. L'augurio che facciamo è che il messaggio arrivi. 

I corsi di guida: aiuto per imparare e poi divertirsi in sicurezza

Nel corso della giornata abbiamo incontrato Cinzia Gifuni, harleysta di lungo corso nonché appartenente al corpo di Polizia Locale di Roma. “Motociclista da 35 anni, appassionata da sempre…” Ci tiene a sottolineare. 

Per lei, che quest’anno alla parata del 2 giugno ha guidato la delegazione della Polizia locale in moto, una duplice veste, se vogliamo: utente delle due ruote nonché “attenta” a chi va (anche) su due ruote (se non altro per il lavoro che svolge quotidianamente): “Oggi le donne in moto sono attente alla strada e molto riflessive su quello che si può o non può fare. In generale quello che consiglio a tutte (e tutti) è fare dei corsi di guida. Sono utili e fanno capire meglio quello che si fa e si dovrebbe fare su una moto. Io stessa ho preso coscienza di manovre che magari facevo per istinto ma poi ho reso consapevoli proprio frequentando questi corsi. Quindi la guida ne risulta ancora più sicura”. “E comunque - aggiunge - un corso è un qualcosa che mi piacerebbe che facessero tutti, magari dopo aver conseguito la patente. Aiuta tanto anche nel divertirsi in sella, perché lo si fa con più sicurezza”.

Infine una riflessione: “Noi donne oggi siamo in tante a guidare una moto. Siamo un esercito. Solo 5 anni fa - fa un esempio - ad un raduno Harley eravamo in 40, nel 2023 ad un evento a Bologna 850... Siamo in crescita, bisogna solo superare quelle barriere che si hanno perché magari non si conosce bene la moto. Ecco perché dico: facciamo corsi di guida. In generale - conclude - se c’è la volontà si può fare tutto”.

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