Da qualche anno si parla insistentemente di una nuova categoria di materiali con caratteristiche che, se ben sfruttate, si potranno rilevare di grande interesse anche nel settore automotive
Partiamo innanzitutto dal termine non proprio usuale: il prefisso “meta” deriva dal greco ed è usato in molte lingue, solitamente con il significato di “oltre” per indicare qualcosa che va al di là della propria stessa categoria. In questo caso (per i metamateriali) viene adottato per indicare composti artificiali che hanno caratteristiche che vanno “oltre” i materiali di uso comune, anzi che hanno caratteristiche “insolite”.
Il termine è stato inizialmente riservato a materiali dotati di peculiari proprietà elettromagnetiche, ma con il progredire della ricerca tecnologica ad inizio secolo sono stati sviluppati materiali con caratteristiche “insolite” legate alla trasmissione del suono e, per estensione, all’assorbimento dei rumori. Entrare nel dettaglio è impossibile in poche righe e con ogni probabilità al di sopra delle competenze di chi scrive, ma basti sapere che l’addictive manufacturing, più conosciuto come prototipazione rapida, si è talmente evoluto che permette di costruire strutture di forma estremamente complessa su scala nanometrica.
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