Se si è curiosi di capirlo sul serio, c’è solo una cosa da fare: saltare in sella e provare
Motociclista, una parola che ci comprende tutti ma che di noi non racconta tutto. Perché le tribù su due ruote sono tante, come tanti sono i modi attraverso i quali viviamo questa passione: sportivi, avventurosi, viaggiatori, adoratori del fango, sacerdoti del culto delle cromature; senza contare che poi, nel corso della vita, si passa spesso dall’uno all’altro di questi “universi”, o addirittura, se ne vivono diversi contemporaneamente.
MA PERCHÉ INIZIAMO AD ANDARE IN MOTO? Qual è il senso di una passione, talmente forte, da entrarci dentro nel profondo fino a trasformarsi in uno stile di vita? E’ difficile spiegarlo a parole, sicuramente la moto è un’emozione complessa fatta di una serie di sensazioni diverse. Una realtà parallela in cui la percezione di ciò che ci circonda si modifica. In sella, ad esempio, il tempo non lo misuri col ticchettio delle lancette ma in quantità di strada percorsa, in chilometri. E mentre vai, un chilometro dopo l’altro, per un istante hai come l’impressione che passato e futuro siano vicinissimi. Che arrivino a toccarsi. Una frazione di tempo in cui non c’è nulla da ricordare e nessun piano da seguire, devi solo guidare. E forse per questo, in quel preciso istante, sulla tua moto, arrivi a percepire lucida una delle più grandi sensazioni di libertà di cui hai ricordo. Poi l’aria addosso, come un abbraccio, una resistenza da vincere; e quel senso di fuga dal quotidiano che una volta provato diventa una droga: ti ricarica, ti ossigena, un bonus di energia vitale, proprio come nei video-games.
TUTTE SENSAZIONI, queste, che da sempre hanno ispirato pellicole, canzoni, libri. Basta, ad esempio, guardare l’inizio del film Easy Rider: nel momento stesso in cui Peter Fonda butta via l’orologio, giusto un istante prima di puntare l’orizzonte al fianco di Dennis Hopper, avverti chiaro un brivido che ti percorre la schiena e l’istinto irrefrenabile di saltare in sella e andare via con loro. Born to be wild, canta la colonna sonora del film, ed è proprio così che ti senti all’improvviso, nato per essere selvaggio. Chi non ha sognato, poi, almeno una volta, di sfrecciare su una Kawasaki GPZ, al tramonto, per sentirsi come Tom Cruise in Top Gun? Oppure di percorrere l’America Latina in sella alla Poderosa, come Ernesto Guevara e il suo amico Alberto Granado ne “I Diari della Motocicletta”?
SONO TANTE LE STORIE raccontate, vissute, sceneggiate, cantate, che potrebbero spiegare perché, in sella ad una moto, sia tutto così speciale. Perché in tanti non possono fare a meno di vivere una passione così intensa. Ma se si è curiosi di capirlo per davvero, c’è solo una cosa da fare: saltare in sella e provare.
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