Quando arrivò nel 1984 questa ottavo di litro proponeva soluzioni al top: stile azzeccato, motore da 25 CV e velocità di punta di 145 Km/h. Fu la prima 125 stradale a due tempi realizzata da Honda Italia
Per quanto la macchina appaia dimensionalmente tutt’altro che generosa, dobbiamo dire che anche i nostri 186 cm di lunghezza hanno trovato una soddisfacente sistemazione sulla NS 125 F. In particolare ci è sembrata azzeccata la dislocazione delle staffe che sono distanziate dalla sella quel tanto che basta da garantire una impostazione ottimale per la guida sportiva che è portati ad assumere. L’impugnatura del manubrio in due pezzi semirialzato è piacevolissima sia nella conduzione sportiva che in quella rialzata e solo i piloti più bassi potranno lamentare che il piano sella risulta un po’ troppo alto rispetto a quello del manubrio.
Il passeggero trova una discreta sistemazione considerando l’indole sportiva del veicolo, anche se lamenterà una sella non particolarmente sontuosa nella zona a lui riservata, e una evidente vicinanza tra le sue staffe e quelle del pilota. Nonostante le dimensioni e le quote ciclistiche piuttosto contenute, la NS trasmette fin dalle prime prese di contatto una sensazione di sicurezza e una solidità di assetto davvero rare su di una 125, ove spesso si trova inutilmente esaltato (con la sempre più diffusa tutta da 16” e geometrie di sterzo leggere) il concetto di maneggevolezza che è già patrimonio di partenza per una macchina di tale categoria. Così la piccola Honda sportiva quanto docile e ben manovrabile, fa subito capire che ci si può fidare del suo sterzo solido ed estremamente preciso e della efficienza delle sue sospensioni, in particolare il Pro-link posteriore, veramente a punto e coerente nel funzionamento, specialmente sullo sconnesso ove smorza rapidamente gli effetti delle peggiori sollecitazioni e fornisce un rendimento che è il migliore che mai abbiamo potuto riscontrare su di una macchina di tale cilindrata. In tema ciclistico la NS stabilisce molti record.
Finora è senza dubbio la più valida ciclisticamente che abbiamo avuto occasione di provare e, tanto per farle un complimento, ricorda parecchio l’eccezionale sicurezza nell’inserimento in curva, stabilità, tenuta di strada e precisione di guida della Kawasaki GPz 600 R. Con la NS, nella guida tranquilla, si pennellano agilmente le più anguste serpentine senza eccessivi problemi nella ricerca della traiettoria che risulta quasi automatica, mente spingendo diventa un rullo compressore che, se il percorso è abbastanza lento, ha facilmente ragione di avversari ben più dotati sul piano delle prestazioni velocistiche.
La scelta delle coperture Pirelli Mandrake, per quanto accumulino ormai sulle spalle qualche anno, si è dimostrata ancora una volta estremamente valida per la grande sicurezza che sanno trasmettere soprattutto in condizioni ambientali rigide e offrono eccellenti caratteristiche di aderenza anche se non raggiungono la temperatura ottimale. Una macchina ciclisticamente validissima in sostanza, alla quale si può imputare al massimo una taratura un pelo morbida della forcella che non è in grado di impedire rapidissimi affondamenti alla minima pizzicata del freno anteriore. Questo non causa comunque più problemi del lecito nella fase di inserimento in curva, che resta estremamente fluida e disinvolta in virtù della grande sicurezza e progressività con la quale la NS scende in piega. Sempre a proposito di freni dobbiamo dire che la potenza del disco anteriore ci è sembrata più che soddisfacente, mentre il tamburo posteriore più che un onesto rendimento non è in grado di fornire.
Quando debuttò ai saloni del 1984 la NS125F segnò un deciso balzo in avanti nelle proposte Honda per i sedicenni. La molto, che per linee si ispirava alla rivale Gilera RV, fu interamente studiata e realizzata negli stabilimenti Honda in Italia con il benestare della Casa madre. Segnò l'inizio di un'era, poichè fu la prima 125 2T stradale ad uscire dagli stabilimenti di Atessa
Guarda la galleryIl tema prestazioni è svolto sulla NS 125 in maniera maiuscola, soprattutto per la naturalezza con la quale la macchina sa spostarsi a velocità superiori ai 120 km/h indicati, ove fila liscia come l’olio con vibrazioni contenute, con l’unico rammarico, per i piloti meglio dimensionati, di disporre di un cupolino veramente striminzito che ripara ben poco (appena una porzione di casco) e che è oltretutto fornito di un plexiglass poco trasparente. A giudicare dalla velocità che abbiamo raggiunto nel breve rettilineo del corto di Vallelunga - oltre i 130 km/h indicati a poco più di 9.000 giri - risultano plausibili le eccellenti prestazioni ottenute in fase di omologazione che a detta dei tecnici Honda oscillano tra i 142 e 146 km/h! Se così fosse, la NS risulterebbe anche più veloce della velocissima bicilindrica Malanca.
Lo appureremo nel corso della prova completa che contiamo di mettere in cantiere al più presto. Per il resto la meccanica ci è sembrata ben dotata in fatto di cavalli, e anche se risultano un pelo diluiti dalla rapportatura decisamente lunga (anche nelle prime marce) che accentua la sensazione di non eccezionale vigore ai regimi intermedi. Per quanto sia pulito e regolare nel funzionamento ai bassi (è possibile spalancare l’acceleratore senza tema di rifiuti anche da meno di 3.000 giri), il monocilindrico italo-nipponico entra in coppia soltanto verso i 6.500-7.000 giri. In seguito fornisce una spinta decisamente notevole per la cilindrata, che si traduce in una formidabile accelerazione se lo si mantiene sempre sopra la soglia di entrata in coppia. Arrivati a 10.000 giri indicati di strumento mostra di non avete tanta voglia di allungare ulteriormente e fa quasi il muro con un motore da cross.
Concludiamo con due perle: frizione e cambio. La prima sempre netta allo stacco, dolce, modulabile e resistente, il secondo un monumento alla precisione di innesti e alla manovrabilità grazie alla leva dalla corsa cortissima ed estremamente dolce.
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