Viaggiare in elettrico: si può fare? Quanto costa?

Viaggiare in elettrico: si può fare? Quanto costa?

Ora che l’infrastruttura di ricarica è arrivata anche in autostrada possiamo viaggiare serenamente? Per rispondere siamo partiti con un solo obiettivo: macinare 1.500 km in un week-end. Ecco com’è andata

14.12.2022 ( Aggiornata il 14.12.2022 11:08 )

La convinzione diffusa è che con la moto elettrica non si possa viaggiare perché "tanto in Italia non ci sono colonnine". Perciò quando ho saputo che sulla rete autostradale stavano entrando in funzione le nuove stazioni di ricarica "fast" ho pensato fosse ora di fare un nuovo esperimento. Quanti chilometri sarei riuscito a percorrere in un week-end? Partendo da Milano sarei riuscito ad arrivare a Roma e tornare? Sarei riuscito a collegare l’Adriatico e il Tirreno? L’itinerario suonava impegnativo anche per una grossa tourer, figuriamoci per una naked a batteria, ma se i conti erano giusti potevo farcela. Quali fossero le condizioni e quanto l’infrastruttura fosse migliorata lo avrei scoperto solo strada facendo. Sarebbe andato tutto liscio? Per quanto ottimista di natura, ero certo di no ed ero pronto anche al fallimento. Oggi però posso raccontarvi che la missione è stata compiuta: 1.500 km coperti dal venerdì mattina alla domenica sera. E mica girando in tondo, ma attraversando mezza Italia.

Vita (ancora) da pionieri?

Non è la prima volta che prendo le misure al viaggio in elettrico. Sei anni fa partii da Milano per raggiungere Misano. Allora la moto aveva circa 180 km di autonomia reali e non aveva alcun caricatore rapido, perciò l’unica soluzione era la 220v domestica e un’attesa infinita. Partito in serata, passai la notte a Modena e, prolunga alla mano, scroccai corrente anche ad una piadineria dalle parti di Faenza prima di arrivare al Santa Monica. Fu una piccola avventura lungo la via Emilia con un retrogusto pioneristico tanto che un paio d’anni più tardi con una moto uguale ma dotata di caricatore da 6 kW e presa di Tipo2 girai per settemila chilometri nel nord Italia. Fu una convivenza, non un viaggio, e la raccontai sulle pagine di In Moto. Seguirono altri viaggi, ma stavolta volevo comprimere il più possibile, sfruttare la massima velocità di ricarica disponibile.

Così ho scelto una moto dotata di una batteria da ben 21,4 kWh e soprattutto di ricarica in corrente continua fino a 21 kW. Tradotto significa un’oretta di sosta ogni 200 km senza preoccuparsi troppo di quanto usiamo la manetta. Questo almeno in teoria perché, come vedremo qualche imprevisto c'è stato. Ma come anticipato, a rendere possibile il viaggio sarebbe stata la presenza di colonnine in DC lungo il percorso, cosa che fino ad un paio d'anni fa sembrava lontana e oggi è sempre più diffusa.

Un'infrastruttura che accelera, anche in autostrada

L’infrastruttura sta conoscendo (finalmente) un’accelerazione grazie ai vari operatori e alle nuove stazioni di ricarica autostradali di Free To X, la società del gruppo autostrade che si occupa, come si legge sul sito aziendale, dello "sviluppo di servizi avanzati per la mobilità". Noi motociclisti però lo sappiamo che un vero viaggio non può essere da casello a casello. Così il percorso è stato volutamente misto: da Milano a Modena in A1, da qui a Imola su statale, poi ancora autostrada fino ad Ancona per la chiusura del primo giorno. L'indomani ho raggiunto la zona dei Castelli Romani facendo strade statali e provinciali. La domenica, infine, è stata la volta della lunga, estenuante risalita autostradale. Viaggiare su una moto elettrica è dunque possibile, ma quali sono state le condizioni?

Prima regola: programmare. Ma non dimenticare lo "stress"!

La prima cosa da considerare quando si programma un viaggio di questo tipo è che l'autonomia di una moto elettrica non è sempre uguale, anzi: cala drasticamente quando siamo a velocità costante, mentre ci sorprende positivamente se siamo su un bel misto collinare e usiamo sì la manetta ma anche tanto la rigenerazione. Predilige l'apri e chiudi insomma. Ecco che il trasferimento autostradale è una scelta dettata dalla necessità: oltre che noioso, alimenta la range anxiety e si finisce per fissare di continuo il TFT per fare proiezioni su distanze e velocità medie. A maggior ragione, la possibilità di ricaricare in DC in autostrada va visto come l'opportunità di accorciare le distanze e i tempi. Vado sul pratico: l'Energica utilizzata ha un'autonomia reale che supera i 250 km ma diventano meno di 200 in autostrada. La mia strategia per questi tratti è stata di fermarmi sempre entro i 150 km per non avere preoccupazioni e - almeno teoricamente - per fare pause più brevi. Dico teoricamente perché non ho tenuto conto di un altro fattore: lo stress. Le batterie non sono climatizzate come quelle delle migliori auto e soffrono questo continuo e rapido carica/scarica specie in un week-end estivo in cui da oltre 40 gradi. La conseguenza è che a mano a mano che il viaggio proseguiva, i tempi di ricarica si allungavano perché il sistema di protezione rallentava il flusso in entrata dalla colonnina cosicché, anziché caricare a 21 kW, si scendeva a 15, poi 13 e durante le ultime ricariche di domenica anche a 8 kW! Questo è stato l'unico vero inconveniente a comportare un effettivo rallentamento sulla tabella di marcia. E paradossalmente è successo proprio perché avevamo la ricarica rapida, mentre con la Tipo2 probabilmente non sarebbe successo.

I tempi di percorrenza cambiano

Fermandosi circa un'ora ogni 150 km, nei tratti autostradali i tempi di percorrenza sono doppi rispetto all'endotermico. Sul misto, invece, è tutt'altra musica perché alle stesse pause hanno corrisposto almeno 200 km di curve ad andatura bella allegra. Qui si apprezzano davvero le doti di accelerazione e fluidità dell'elettrico e non v'è dubbio che sia il suo terreno d'elezione. Oltre a divertirsi, i tempi sono quelli consueti e si fa coincidere la sosta ricarica con quelle fisiologiche.

Il momento di ripensare alla sosta

Ora che l'incognita ricarica sta scomparendo, è sempre più facile da trovare senza antipatiche deviazioni e c'è interoperabilità tra i vari gestori, è il momento di iniziare a pensare alla qualità di queste attese obbligate. Durante la ricarica dovresti poterti rilassare, attaccare la spina alla moto e staccare la tua e invece su questo aspetto c'è ancora del lavoro da fare. Ti trovi ancora a pasticciare sul telefonino per attivare la ricarica e finché non ci sarà il "plug and charge" starà all'utente avviare l'operazione. Quando parte inizi a controllare che effettivamente carichi alla velocità prevista. E se ti allontani continui a sbirciare la app sul telefonino per sapere a che punto è, finché non ti abitui. In genere, poi, le colonnine Fast si trovano in zone periferiche quasi andassero nascoste alla vista. Nella migliore delle ipotesi è un parcheggio di un centro commerciale, più spesso è in zone industriali dove non c’è nulla da fare, vedere, mangiare… In centro città si iniziano a vedere le Tipo2 ma in ogni caso si è esposti senza neppure un minimo riparo, neanche una minima pensilina, così in estate arrostisci e se piove continui a bagnarti. Le motivazioni sono più banali di quanto si pensi: si fa prima a piantare una colonnina che ottenere i permessi necessari ad una sua copertura. Si iniziano solo ora a vedere le prime vere e proprie stazioni con più punti ricarica, l'illuminazione e il tetto, come quella che sempre Free To X ha recentemente inaugurato a Linate. Questione di qualche anno e diventeranno più comuni.

Ma quanto mi costi?

Ma quanto mi sono costati questi 1500 km? Escludendo i pedaggi autostradali che tanto sono uguali, al momento del viaggio la tariffa alle fast - dove la corrente è più cara che a casa - siamo nell'ordine dei 55 centesimi a kWh (sarebbe stata meno con un abbonamento flat). In totale ho speso circa 60 euro ovvero 4 centesimi al chilometro. Il pieno l'ho pagato al massimo 10 euro. E parliamo di una moto ad alte prestazioni, quindi il risparmio con un'analoga 800-1000 cc è stato notevole. Certo per ammortizzare l'acquisto di una moto così costosa ci vogliono davvero tanti chilometri e al momento per le moto non può essere (solo) una scelta economica, come è piuttosto inconsueto coprire un percorso come questo in un week-end. Sapere però che trovare da ricaricare non è più una caccia al tesoro rende il viaggio sempre più fattibile e l'uscita fuori porta è ormai alla... portata.

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