Passare dall'enduro amatoriale alle competizioni è più facile di quel che si pensa. Soprattutto se si ha a che fare con un monomarca all-inclusive all'insegna del divertimento, che non spaventa i neofiti e che soddisfa anche i più esperti
L'enduro è libertà fatica, avventura, compagnia... chi pratica questa specialità a livello amatoriale nel tempo libero (nonostante il parere negativo di una parte della società) ama la natura. Ovviamente la voglia di fare il grande passo verso le competizioni non è trascurabile anche tra chi usa la propria monocilindrica in modo rilassato.
Per iniziare ci sono i campionati regionali oppure i trofei monomarca, come quello organizzato da KTM (che viaggia in parallelo a quelli Husqvarna e Gas Gas). Gare divertenti, impegnative quanto basta per mettere alla prova i più esperti ma non tali da “ammazzare” i piloti che sono agli inizi. Insomma, il giusto compromesso per divertirsi.
Le prove – per questo 2023, che è quasi in dirittura d'arrivo – sono 5, dislocate per lo più tra il centro e il nord Italia. In località decisamente attraenti: Spoleto, Cairo Montenotte, San Marino... Nell'iscrizione, fatto non secondario, è compreso un ricco kit composto da abbigliamento tecnico, grafiche, dettagli tecnici per la moto, lubrificanti e molto altro per un valore che va oltre la somma dei prezzi degli oggetti presi singolarmente. In più c'è l'ambiente “caldo” e amichevole che l'importatore italiano del brand austriaco riesce a creare ad ogni appuntamento. Che ricordiamo si svolge tra sabato e domenica.
Cosa occorre per iscriversi e cosa valutare? Soprattutto, cosa accade durante un weekend? Per un appassionato di off-road probabilmente le risposte sono quasi scontate. Meno per il motociclista qualunque, soprattutto se “stradale”. Si parte sempre dalla licenza rilasciata dalla Federazione Motociclistica attraverso i vari moto club distribuiti sul territorio: si fa la richiesta, si affronta la visita medica sportiva, si chiudono le pratiche. Un paio di settimane e il gioco è fatto. Per l'iscrizione al trofeo (600/650 euro... occhio alle tempistiche!) è tutto telematico! Una volta parte del gruppone virtuale degli iscritti (KTM prevede al massimo 300 piloti, a cui vanno aggiunti quelli Husqvarna e Gas Gas...) va confermata la presenza gara per gara via mail.
Tutto facilissimo. Poi non rimane che partire per la gara vera e propria: carrello, furgone, camper... basta raggiungere il luogo della manifestazione. Ovviamente la moto da schierare è libera, basta che sia KTM: la cilindrata e l'anno della moto non hanno vincoli, e per ciascun modello c'è una classifica dedicata. Com'è logico che sia, la moto deve essere in regola con il codice della strada e deve rientrare nei limiti di rumorosità previsti (al netto di frecce, specchi e targa, che può essere sostituita con quella gialla dedicata alle competizioni enduro).
Il paddock è di solito ricavato in spazi pubblici dedicati nelle cittadine che ospitano il trofeo. Si arriva, si piazza il veicolo e il gazebo (utile in caso di sole estivo o pioggia), si fanno le verifiche amministrative (licenza, iscrizione, ritiro transponder), poi quelle tecniche della moto: che subito dopo viene messa nel parco chiuso e non più toccata fino alla partenza della competizione. A questo punto, di solito, avanza qualche ora per fare le perlustrazioni: il percorso, infatti, rimane segreto fino a qualche giorno prima della gara e al pilota è data la possibilità di andare a studiare (rigorosamente a piedi) le prove cronometrate.
Ma qui occorre fare un rapido ripasso di come si svolge una gara di enduro: questa tipologia di competizioni prevede due o più giri di un anello normalmente di un centinaio di chilometri in off-road (alternato a brevi tratti di asfalto). Ogni pilota riceve la sera precedente all'evento l'orario di partenza e di transito ai vari CO (controlli orari), timing che deve essere rispettato al minuto altrimenti scattano le penalità (che si traducono in secondi da aggiungere al proprio tempo). Fondamentale in questo senso installare un orologio sul manubrio per avere sotto controllo la situazione anche se poi vicino ai commissari che timbrano il cartellino personale di transito c'è sempre quello (grande e ben visibile) ufficiale.
La partenza è prevista tre a tre e il percorso è segnalato da frecce, pallini rossi, fettucce posti a ogni incrocio, svolta o tratti poco chiari. All'interno dell'anello sono previste le già citate zone cronometrate: il cross test, il classico fettucciato, la linea. Mediamente tre per ogni giro: somma dei tempi alla mano, vince il più veloce (al netto delle eventuali penalità). Per questo è utile andare a visionare le zone cronometrate il giorno prima: avere un'idea di quello che si troverà in gara aiuta, anche se poi il passaggio di centinaia di moto incide letteralmente e profondamente il percorso trasformandolo spesso in qualcosa di ostico da affrontare.
Il giorno di gara si accede al parco chiuso e si ritira la moto che viene spinta a motore spento verso la partenza: solo nel minuto previsto per la propria partenza si può accendere. Parte la gara. Nessuna frenesia, nessuna staccata alla prima svolta: si inizia a seguire i segnali, ma meglio se con ritmo allegro per arrivare al CO con anticipo per riposare qualche minuto. L'adrenalina scorre nelle vene solo durante le prove cronometrate: lì occorre dare il massimo per fare classifica. La loro lunghezza, in tempo, è dell'ordine di qualche minuto. Poi, usciti dall'ideale “traguardo” indicato dalla fotocellula, si torna sul percorso segnalato e il trasferimento continua fino al CO successivo. Quello di partenza corrisponde anche il termine del giro: lì, normalmente, a poche centinaia di metri, c'è il proprio gazebo o l'auto personale. E la sosta è necessaria: per fare manutenzione alla moto (benzina, catena...), per bere, mangiare e ricaricare il camelback, riposarsi il tempo concesso dalla tabella di marcia.
Nessun problema: anche in allestimento di serie qualsiasi monocilindrica KTM va più che bene per iniziare e divertirsi (e ben figurare in classifica). Nell'off-road, infatti, al netto di una moto moderna e prestnte, il pilota gioca ancora un ruolo preponderante. Nel nostro caso abbiamo utilizzato una 350 EXC-F a quattro tempi perfettamente originale, addirittura con la taratura delle sospensioni consigliate dalla Casa. I più smaliziati e veloci probabilmente sentiranno la necessita di cucirsi addosso la moto e di lavorare sulle tarature di mono e forcella. Ma non è un obbligo. Per il trofeo KTM basta attaccare le grafiche fornite nel kit di iscrizione (utili anche per evitare di rovinare le plastiche di serie) e il gioco è fatto. Ricambi? Quasi nulla: le leve al manubrio, il filtro dell'aria nel caso la condizione del fondo sia particolarmente difficile (polvere o fango). Il resto... se si spacca vuol dire che la botta è stata importante e consiglia un cauto ritiro. Per il resto... gas e divertimento. Soprattutto se ci si organizza con un gruppo di amici. Decisamente un week-end diverso dal solito.
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