Con una potenza di 125 CV è la naked di media cilindrata meglio dotata, se parliamo di cavalleria. Oggi la Z di mezzo è anche equipaggiata con tecnologie di ultima generazione e intende sbancare il mercato europeo. Ecco come va.
LA MEDIA CHE PIACE Forse nemmeno in Kawasaki se l’aspettavano: la Z900 è stata un successo di vendite, se parliamo di mercato europeo. Il suo poderoso motore (quasi da maxi naked, se non altro per la cilindrata di 948 cc) e la ciclistica precisa l’hanno resa una delle moto più desiderabili. È stata presentata nel 2017: oggi Kawasaki, con la scusa dell’Euro5, l’ha aggiornata qui e là senza intaccare il suo magico equilibrio. L’abbiamo provata sotto una pioggia insistente e vi raccontiamo com’è andata.
Con una potenza di 125 CV è la naked di media cilindrata meglio dotata, se parliamo di cavalleria. Oggi la Z di mezzo è anche equipaggiata con tecnologie di ultima generazione e intende sbancare il mercato europeo.
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COSA C’È DI NUOVO Già, ma cosa c’è di nuovo? A guardarla sembra la solita Zeta… e in gran parte lo è. Ad Akashi però hanno lavorato prima di tutto sul design, leggermente rivisto in zona frontale: i fianchetti laterali sono più appuntiti e il faro ha una forma diversa. Il motore non ha subito aggiornamenti a meno di leggere modifiche all’iniezione e, grazie anche a un nuovo catalizzatore, è in regola con i limiti della normativa Euro5, pur avendo mantenuto le notevoli prestazioni (125 CV). Il 4 cilindri è affiancato da un’elettronica finalmente completa: debuttano infatti i Riding Mode (tre più uno customizzabile) che regolano la mappatura del motore e il controllo di trazione. Tutto è visualizzabile da una strumentazione TFT a colori che può collegarsi allo smartphone. È disponibile anche limitata a 95 CV, per essere poi depotenziata a 35 kW per i neopatentati A2. Per i prezzi, si parte da 9.590 euro.
In sella si ha una piacevole sensazione di controllo. Le gambe sono racchiuse attorno a un serbatoio importante, il busto è caricato verso l’avantreno ma senza esagerazioni. Un bel compromesso. Il 4 cilindri ha maniere delicate, soprattutto ai bassi regimi (e nelle mappe Rain e Road), ma l’Euro5 non ha smorzato il suo entusiasmo. Oltre i 3.000 giri la spinta è decisa, quasi esplosiva, e spara voi e la moto alla curva successiva. La mappa Sport accusa un leggero effetto on-off ma niente di drammatico.
La ciclistica asseconda lo spirito goliardico del motore. Agile e composta, la Zetona non è un fuscello ma è precisa in inserimento e percorrenza di curva. Non è la più rapida a prendere la corda ma le sospensioni sono ben tarate e infondono sicurezza al pilota. Su asfalto bagnato si apprezza il controllo di trazione, che comunque entra molto di rado (e non certo in maniera invasiva).
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