Abbiamo testato l’ultima novità di Noale, che porta scompiglio nel segmento delle medie naked d’impronta sportiva. Pregi, difetti, piacere di guida e prezzo. Avrà meritato la lode?
Due cilindri, 659 cc. L’errore più clamoroso sarebbe fermarsi qui e bollare la nuova Tuono 660 come semplice entry level. Invece, guarda in alto la nuda di Noale, e punta le sue frecce dritte al cuore di chi ama la guida sportiva su strada, senza paura di mettere nel mirino mezzi all’apparenza lontani (almeno sulla carta), come possono essere, ad esempio, Triumph Street Triple o KTM 890 Duke, che diventano, invece, avversari a tutti gli effetti. Insomma, una proposta super-trasversale (e anche unica) nel segmento delle naked medie, destinata a spaccare le opinioni sostanzialmente in due: chi la giudica seduto ai tavolini di un bar; e chi invece l’ha provata. Motore, ciclistica, immediatezza, efficacia, e il sorrisone che ti stampa sotto al casco dopo una mitragliata tra le curve, le sue doti migliori. In attesa del super-test sul prossimo numero di In Moto, ecco intanto le prime considerazioni e i voti, per categoria, nel nostro consueto #SottoEsame.
Parola d’ordine: family feeling. Per quanto riguarda l’stetica, a Noale hanno voluto giocare la carta della riconoscibilità immediata: è un’Aprilia, è una Tuono. Grafiche, combinazioni di colori, linee, chiamano direttamente in causa la sorellona V4… insomma, non ci si può sbagliare. Rispetto alla 1100, però, in termini di “aggressività visiva” si perde qualcosa, forse proprio per rendere l’idea di un mezzo sì sportivo, ma anche accessibile. Di sicuro, un design che può piacere o meno, ma che non difetta in quanto a carattere e personalità. Tre le livree previste: Iridium Grey, Concept Black e la coraggiosa Acid Gold. VOTO 7,5
Partiamo da un paio di dati che di questa moto raccontano già tanto: 183 kg di peso in ordine di marcia e 95 CV di potenza massima. Valore, quest’ultimo, davvero stupefacente per un due cilindri di media cubatura; un gioiello di ingegneria motociclistica già assaggiato sulla cugina carenata RS 660, che qui perde qualche cavallo, ma trattiene la stessa, identica, sensazione di pienezza ed esplosività. Un parallelo frontemarcia, con il carattere tipico di un bicilindrico a V, grazie alla scelta della fasatura a 270°.
Non da meno è la ciclistica, che rispetto a RS 660 vede le quote ritoccate per favorire maggiormente manovrabilità e agilità: 1370 mm l’interasse e 24,1° l’inclinazione del cannotto di sterzo. Il telaio in alluminio a doppia trave sfrutta il motore come elemento portante (a differenza della RS 660, i punti di ancoraggio qui sono due invece di tre, per una “rigidità” maggiormente in linea con l’utilizzo a 360°, tipico di una naked). Alla leggerezza complessiva della moto, contribuisce anche il forcellone infulcrato direttamente nel motore: si tratta di un elemento monoblocco caratterizzato da una notevole lunghezza, utile per migliorare la trazione; il montaggio dell’ammortizzatore regolabile (sia in estensione, che nel precarico molla) permette di ottenere la giusta progressione anche senza l’interposizione di un leveraggio, risparmiando così peso. Il comparto sospensioni è completato da una forcella Kayaba con steli rovesciati di 41 mm e regolazioni in un unico stelo (estensione e precarico molla). I freni firmati Brembo, sfruttano all’anteriore una coppia di dischi da 320 mm morsi da pinze ad attacco radiale; radiale anche la pompa al manubrio. Il carattere premium del mezzo è sottolineato poi dalla scelta dei Pirelli Diablo Rosso Corsa II come gomme di primo equipaggiamento.
Ricco anche il pacchetto elettronico: mappe motore (sono 5, tre per l’utilizzo stradale e due per la pista), acceleratore Ride-by-Wire, traction control, Wheelie Control, Cruise Control, controllo regolabile del freno motore. In optional (a 450 euro) c’è anche la piattaforma inerziale a sei assi (Kit IMU), che abilita funzioni come il “Cornering” dell’ABS multimappa, e il “bending lights” delle luci, per aumentare la visibilità in piega.
Se il Quickshift bidirezionale fosse stato proposto di serie (invece che in optional a 219 euro), sarebbe stata cifra tonda. VOTO: 8,8
Non è semplice risultare, allo stesso tempo, facile e accogliente per chi inizia e gratificante per chi, invece, mastica pane e moto già da anni. Si potrebbe definire, la posizione di guida della Tuono 660, di “naturale sportività”; cioè, capace di stimolare una postura “active” in maniera spontanea e senza forzature.
In sella si sta col busto leggermente piegato in avanti. Le braccia "sentono" costantemente l’avantreno. Il corpo è inserito alla perfezione nel mezzo. La seduta, più che al comfort, punta al “sostegno”, e lo fa in maniera eccellente. Anche la forma è azzeccata, come la rastrematura nella zona di congiunzione con il serbatoio, che favorisce i movimenti del corpo contribuendo all'efficacia di guida tra le curve.
Per quanto riguarda il passeggero, poche storie: nonostante le maniglie inglobate, la seduta è davvero striminzita. Bella, pratica e azzeccata, invece, è la soluzione di nascondere, sotto al sellino posteriore removibile, un pratico portapacchi per fissare una borsa (utile sia nel day by day, che per un week-end solitario, a caccia di curve). Rispetto ad altre naked "più nude”, qui il cupolino e la piccola carena garantiscono una migliore (seppur minima) protezione aerodinamica. Un piccolo appunto va invece al selettore delle modalità di guida, che avrebbe goduto di una migliore operatività, se inserito nel blocchetto di sinistra, anziché su quello di destra. VOTO: 8,5
Giù la visiera... pronti, via!
Esatto, proprio così. Il tempo necessario a fare amicizia con questa naked è lo stesso che serve a ingranare la prima e a partire. L’immediatezza della Tuono è disarmante, e rimane tale e quale anche quando si smette di passeggiare per iniziare a fare sul serio tra le curve. E se da un lato, si rimane ammaliati dall’erogazione del “piccolo” due cilindri, con frustate di carattere lungo l’intero arco del contagiri (... e che allungo!!!), altrettanto in fretta ci si innamora di una ciclistica chirurgica, capace di incidere traiettorie precisissime, e di lasciare sempre margine per eventuali correzioni. Le sospensioni presentano una taratura di base giustamente sportiva, orientata al “sostegno”; ciononostante, non soffrono particolarmente le disomogeneità del fondo stradale, copiando - ma soprattutto, comunicando - sempre bene quel che succede sotto alle ruote. Inappuntabile la frenata (efficace e modulabile). Preciso negli innesti il cambio. Solo il Quickshift (ma andrà verificato meglio in future occasioni) è sembrato a tratti meno fluido in scalata.
Tra le mappe indirizzate all’uso stradale - la “Commute” per tutti i giorni, la programmabile “Individual” e la sportiva “Dynamic” - è quest’ultima quella che conquista incondizionatamente, con un setting in grado di esaltare al meglio le performance di questa moto; che scende in piega veloce, cambia traiettoria altrettanto rapidamente, e in percorrenza, mantiene le linee con rigore. Per poi sostenere, senza sbavature, il bel calcio nel di dietro, non appena si spalanca il gas in uscita di curva. Insomma, c’è poco da scherzare, la Tuono è davvero divertente e va forte: nelle mani giuste, su un bel percorso tortuoso, non è scontato riuscire a starle dietro. Il tutto, senza millemila cavalli inutili su strada, dove piuttosto, conta il modo in cui sono distribuiti, insieme alla coppia. E allora… avete capito bene, è scoccato l’amore. VOTO: 9,5
La qualità complessiva è alta, ma il prezzo non è da meno: la nuova Tuono 660 costa 10.550 euro. Cifra probabilmente più “centrata” se avesse ricompreso anche il cambio elettronico Quickshift e il Kit IMU, invece proposti in optional ad un costo aggiuntivo totale (quindi, per entrambi) di 670 euro circa. VOTO: 7,2
Test Aprilia Tuono 660 LE FOTO
Abbiamo testato l’ultima novità di Noale, che porta scompiglio nel segmento delle medie naked d’impronta sportiva, grazie ad una facilità da "entry" e un'efficacia da "big"
Guarda la galleryDiamo a Cesare quel che è di Cesare. Dal cilindro di Noale è sbucata fuori una moto davvero interessante. Perché in fondo, quello che si cerca in un mezzo indirizzato alla sportività su strada sono grande divertimento di guida ed efficacia elevata; ma anche trattabilità, immediatezza e un impegno psico-fisico non eccessivo. E sulla Tuono 660 questi ingredienti ci sono tutti, sapientemente miscelati. Un modello “furbo”, che traccia un nuovo, trasversale, solco nel segmento delle nude di media cubatura; e che sicuramente, saprà rosicchiare pubblico (e consensi) tanto tra le “entry” sotto i 700 cc (Yamaha MT-07, Triumph Trident, Honda CB650R, solo per citarne alcune) quanto - come accennato nell’introduzione - tra le “big” più pepate, grazie ad una dotazione tecnica, e ad una resa complessiva, in grado di ingolosire (e far godere) anche motociclisti esperti. Brava Aprilia!
VOTO FINALE: 8,3
Tipo motore |
Aprilia bicilindrico parallelo frontemarcia, 4 tempi, raffreddamento a liquido con radiatore e scambiatore di calore acqua-olio, distribuzione bialbero a camme (DOHC) con azionamento a catena silenziosa sul lato destro, quattro valvole per cilindro. |
Alesaggio e corsa |
81 x 63.93 mm |
Cilindrata |
659 cc |
Rapp. di compressione |
13.5:1 |
Potenza max all'albero |
95 CV (70 kW) a 10.500 giri/min |
Coppia max all'albero |
67.0 Nm (6.83 kgm) a 8.500 giri/min |
Alimentazione |
Airbox con presa d’aria frontale. 2 corpi farfallati ?48 mm, gestione Ride-by-wire |
Avviamento |
Elettrico |
Lubrificazione |
A carter umido |
Cambio |
6 marce. Sistema Aprilia Quick Shift (AQS) up and down (offerto come accessorio) |
Frizione |
Multidisco in bagno d’olio con sistema antisaltellamento |
Trasmissione secondaria |
Catena, rapporto di trasmissione 17/43 |
Gestione elettronica |
Suite APRC che comprende ATC (controllo di trazione), AWC (controllo di impennata), AEB (freno motore) AEM (mappe motore), ACC (cruise control) 5 Riding mode (Road e Track, 3 fissi e 2 personalizzabili) |
Telaio |
Telaio in alluminio a doppia trave con telaietto reggisella smontabile |
Sospensione anteriore |
Forcella Kayaba steli rovesciati ? 41 mm con contromolla, piedini in alluminio per fissaggio pinze radiali. Regolazioni in un unico stelo di estensione e precarico molla. Escursione ruota 110 mm |
Sospensione posteriore |
Forcellone in alluminio con capriate asimmetriche. Monoammortizzatore con contromolla regolabile in: estensione e precarico molla. Escursione ruota 130 mm |
Freno anteriore Freno posteriore ABS |
Doppio disco diametro 320 mm Pinze Brembo a fissaggio radiale a 4 pistoncini ? 32 mm contrapposti. Pompa radiale e tubo freno in treccia metallica |
Disco diametro 220 mm; pinza Brembo a 2 pistoncini isolati ? 34 mm. Pompa con serbatoio separato e tubo in treccia metallica ABS multimappa (Cornering ABS offerto come accessorio) |
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Cerchi |
In lega d’alluminio Ant: 3.5”X17” Post: 5,5”X17” |
Pneumatici |
Radiali tubeless, ant: 120/70 ZR 17 post: 180/55 ZR 17 (in alternativa 180/60 ZR17) |
Dimensioni |
Interasse: 1370 mm Lunghezza: 1995 mm Larghezza: 805 mm Altezza sella: 820 mm Inclinazione cannotto di sterzo: 24,1° Avancorsa: 104,7 mm |
Peso |
183 kg in ordine di marcia (169 kg a secco) |
Omologazione Consumi |
Euro 5 4,9 litri/100 km |
Emissioni CO2 |
116 g/km |
Capacità serbatoio Gamma colori |
15 litri (4 di riserva) Concept Black, Iridium Grey, Acid Gold |
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