La Casa di Monaco apporta migliorie alla sua giunonica cruiser, declinata nelle ormai classiche quattro versioni: GT, GTL, B e Grand America. Pregi, difetti, caratteristiche e prezzo. Avrà meritato la lode?
Il 6 cilindri in linea è un motore molto caro a BMW, soprattutto se parliamo di quattro ruote. Chi non conosce la Serie 3? La tre volumi ha letteralmente scritto la storia del marchio ed è stata resa celebre anche dal suo affamato 6 cilindri in linea, un urlatore che gli appassionati hanno amato, evoluzione dopo evoluzione. Non molti anni fa, a Monaco hanno utilizzato questo frazionamento per progettare un’infaticabile cruiser, la K 1600, che oggi è disponibile in quattro versioni: GT, GTL, B e Grand America. E con la scusa di doverla aggiornare all’Euro 5, i tecnici hanno aggiustato anche qualche piccola magagna. Ecco come se la sono cavata alla prova del nostro #SottoEsame.
Tra le quattro, la BMW K 1600 B (B sta per Bagger) è la più radicale. E per questo, anche la più attraente. I designer volevano renderla cupa e aggressiva, e bisogna ammettere che hanno centrato l’obiettivo. Sella bassa, muso alto, colori profondi; un tipo minaccioso. GT e GTL hanno un design più funzionale, la Grand America…è una Bagger con bauletto (meglio definirlo baulone, considerato che integra anche gli altoparlanti del sistema audio) e cupolino rialzato. Per quest’anno, tutti i modelli beneficiano di un inedito impianto d’illuminazione, naturalmente full LED, che segue la traiettoria della curva grazie a un sistema girevole (+/- 35°; prima +/- 24°). In generale è una moto affascinante nel sue essere mastodontica; anche se alcune colorazioni sono un po’ pacchiane. VOTO 7
Per queste super-ammiraglie, BMW ha previsto un equipaggiamento regale. Di serie c’è praticamente tutto, dal cruise control alle borse laterali, passando per i diversi riding mode, cupolino regolabile elettricamente, retromarcia…Se però vogliamo parlare di novità, bisogna partire dal motore. Il sontuoso 6 cilindri (1.649 cc) è stato adattato alle attuali normative Euro 5 grazie a un nuovo sistema di gestione elettronica, a due sensori di detonazione e a due sonde lambda aggiuntive. La potenza nominale è ancora di 118 kW (160 CV), ma ora viene erogata a 6.750 giri (-1.000 giri) e la coppia è aumentata di 5 Nm, ora 180. Un ulteriore upgrade è il controllo della coppia di trascinamento del motore (MSR), che riduce sensibilmente il freno motore (e aumenta dunque il comfort). Di serie poi le K 1600 vengono equipaggiate con sospensioni Dynamic ESA “Next Generation”, con regolazione automatica del precarico del mono. Sono inoltre equipaggiate con un’inedita strumentazione TFT a colori di ben 10,25 pollici e un sistema audio 2.0 più evoluto (optional su GT e B). I pesi fanno impressione: si va dai 343 kg della GT per arrivare fino ai 370 della Grand America (in ordine di marcia). Cosa manca? Un cruise control adattivo, secondo noi. VOTO 8
Togliamoci subito i sassolini dalla scarpa: la protezione del cupolino della Grand America, nella posizione più alta, genera qualche vortice di troppo, le pedane avanzate della Bagger non convincono più di tanto e le ginocchia, sulla GT, sono un po' troppo rannicchiate. Per il resto, le K 1600 possono ingurgitare migliaia di chilometri al giorno senza affaticare mai il pilota. La più indovinata, per quanto riguarda ergonomia e comfort, è la GTL. La posizione di guida è perfetta, a metà tra il rilassato della Bagger e il puntato della GT, la protezione dall’aria è eccellente, l’assetto è confortevole e rilassante. Le semi-attive tra l’altro evitano molto gli affondamenti in frenata, evitando così che il casco del passeggero urti con quello del pilota. Vibrazioni? Inesistenti. Il cambio? Sempre fluido e preciso. VOTO 9,5
Probabilmente avrete già capito che tutta l’esperienza delle K 1600 gravita attorno al poderoso 6 cilindri in linea. Nessun altro motore al mondo eroga una simile quantità di coppia in modo così fluido e pastoso. Una sensazione disarmante. Andando adagio si può gustare la completa assenza di vibrazioni e di freno motore, come se la moto fluttuasse sull’asfalto. Ma se il pilota dovesse improvvisamente decidere di aumentare velocità, scoprirebbe una spinta infinita, possente e sempre più feroce. 5, 6, 7.000 giri, l’accelerazione è sempre più selvaggia e la rapidità della lancetta del contagiri è esponenziale. Una spinta accompagnata tra l’altro da un urlo metallico e viscerale, quasi sofferto. Una melodia complessa e maestosa. Il motore si sposa a una ciclistica piacevolmente stabile. La K 1600 sembra surfare l’asfalto: le sospensioni lavorano in continuazione per mantenere l’assetto orizzontale, riducendo al minimo i trasferimenti di carico. Questo significa avere un livello di comfort elevatissimo, prima di tutto, ma significa anche guidare una moto che, com’era lecito aspettarsi, le curve preferisce pennellarle, piuttosto che aggredirle. Neutra ed equilibrata, è una moto lunga e pesante, di certo non un falco a raggiungere il punto di corda. Dimenticate le staccate furibonde: qui si disegnano linee delicate e rotonde, con ben pochi spigoli. All’occorrenza l’impianto frenante risponde correttamente, su questo non c’è dubbio, ma non è per nulla gratificante buttarsi in curva con i freni ancora tirati. Meglio sfruttare il suo baricentro basso e la sua sorprendente scorrevolezza a centro curva: guidando così, utilizzando la parte intermedia del contagiri, si gode da matti. VOTO 8
BMW K 1600 2022, LE FOTO DELLA PROVA
L’euro 5 è stata la scusa per BMW per migliorare alcuni aspetti della sua giunonica cruiser, declinata nelle ormai classiche quattro versioni: GT, GTL, B e Grand America. Ecco le foto della prova
Guarda la gallerySono moto per pochi, le K 1600, per la loro stazza ma naturalmente anche per il prezzo. Si parte dai 27.000 euro richiesti per la GT e per la B, mentre per una GTL o per una Grand America i prezzi non sono inferiori ai 30.000 euro. I contenuti tecnologici ci sono e, in effetti, il 6 cilindri in linea vale il prezzo del biglietto. VOTO 7
Sono moto uniche, le K 1600, che di fatto non hanno rivali dirette. Forse giusto la Honda Goldwing, anche lei nell’Olimpo delle super-cruiser, o l’Harley-Davidson Road Glide. I piccoli miglioramenti si notano relativamente, assorbiti in toto dall’incredibile personalità del 6 cilindri. Da noi in Italia se ne vedono poche, ma in America potrebbe essere un prodotto molto apprezzato. VOTO FINALE 7,9
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