Una modern-classic facile, divertente e con un look che non lascia indifferenti. Pregi, difetti, caratteristiche e prezzo, ecco con quali voti ha superato il nostro test
Ci siamo! Dopo tanta attesa la Benelli Leoncino 800 è arrivata sul mercato desiderosa di copiare il grande successo di vendite della TRK. D’altronde, la missione dichiarata dal nuovo corso della Casa di Pesaro è sempre la stessa: rendere la passione per le due ruote accessibile a tutti. Anche se poi - diciamolo - accedere “punto e basta” interessa solo fino a un certo punto. Ci vuole dell’altro.
Sarà stata in grado, la nuova Leoncino, di esprimere la “sostanza” necessaria a farsi largo tra le cilindrate medio-alte? Di seguito, l’analisi “voce per voce” nel consueto #SottoEsame, con le impressioni di guida e i voti assegnati al design, ai contenuti tecnici, alla resa dinamica e al rapporto qualità/prezzo. Ma è solo un antipasto: il test completo, insieme agli approfondimenti e ai contenuti esclusivi, li trovate tutti sul prossimo numero di In Moto in edicola.
Il design, particolarmente riuscito, prosegue il discorso già intrapreso dalla Leoncino 500, arricchendolo di elementi che enfatizzano la maggiore cubatura e il più elevato stadio di maturità del progetto.
L’elemento stilistico dell’arco si ripropone sia nel fanale anteriore, perfettamente sospeso tra classico e contemporaneo grazie alla sofisticata firma a led, che nel serbatoio; quest’ultimo, in lamiera d’acciaio, è perfettamente amalgamato ai fianchetti laterali in alluminio. Cura e attenzione ai dettagli, che si ritrovano anche nel design della sella, nel tappo del serbatoio ricercato, negli accostamenti cromatici e nel disegno dello scarico, visivamente presente ma non invadente. E poi quel Leoncino sul parafango anteriore... un tocco di classe che ricorda il passato della storica Casa di Pesaro. Due i colori proposti, entrambi molto belli: grigio e verde. VOTO: 9
Per riuscire a offrire un pacchetto credibile, tenendo bassi i costi di produzione, ovviamente qualche compromesso è stato necessario. Così, si è scelto di rinunciare principalmente a gadget tecnologici e sistemi elettronici (mancano, ad esempio, le modalità di guida, il traction control, l’acceleratore ride by wire), per concentrarsi sulla resa della parte più "analogica" del mezzo, quindi meccanica e ciclistica. Il tutto, puntando su una componentistica semplice, efficace e razionale.
Il motore bicilindrico non è una novità assoluta. Rispetto, però, alla precedente generazione già sperimentata sulla 752s - un po’ pigra nell’erogazione e non particolarmente convincente - le cose sono cambiate molto. Quest’ultima evoluzione ribalta completamente il giudizio grazie ad una serie di aggiornamenti, tra i quali spicca la testata dei cilindri ridisegnata per integrare il sistema di aria secondaria e ottimizzare aspirazione e raffreddamento. Anche la trasmissione è stata rivista, sia la frizione, che il rapporto finale che ora sfrutta una corona da 46 denti. Diamo qualche numero: la cilindrata è di 754 cm3, la potenza tocca i 76,2 CV a 8500 giri/min, mentre la coppia raggiunge i 67 Nm a 6500 giri/min; la velocità massima è di 190 km/h (dato dichiarato), mentre i consumi si attestano oltre i 20 km/l.
Elemento caratterizzante è anche il telaio a traliccio, in tubi d’acciaio con particolari fusi e forgiati. Non la più leggera delle opzioni (questa Leoncino con i suoi 222 Kg in ordine di marcia non è esattamente un fuscello), ma di sicuro una scelta dall’elevato fascino tecnico ed estetico. Ogni lato prevede 4 punti di attacco per il motore, che contribuisce alla rigidità dell'insieme. Il comparto sospensioni contempla una forcella up-side down da 50mm priva di regolazioni (forse inutilmente sovradimensionata e pesante, ma sicuramente d’impatto), e un forcellone oscillante con mono centrale regolabile nel freno idraulico in estensione e nel precarico molla (il settaggio avviene con un pratico comando remoto appena sotto la sella).
Anche l’impianto frenante è ben dimensionato. Soprattutto davanti, dove spiccano due dischi semiflottanti da 320 mm morsi da pinze radiali a quattro pistoncini (brandizzate Benelli). I cerchi da 17” in lega di alluminio montano, di primo equipaggiamento, pneumatici Pirelli MT 60 RS nelle misure 120/70-17 e 180/55-17. Un tipo di gomma, a dire il vero, che ci saremmo aspettati di più sulla Leoncino Trail col cerchio da 19’’ (che debutterà a breve). Qui, una copertura più stradale - vista anche l’impostazione della moto tra naked e modern classic - sarebbe stata più coerente. Un ultimo cenno va, infine, alla strumentazione TFT da 5’’: sicuramente chiara e ben leggibile (bella l’animazione iniziale, con il Leoncino che prende vita all'accensione del quadro), propone una quantità di info un po’ limitata. VOTO: 6,5
La posizione di guida sposa la logica dell’accoglienza totale. Chiunque, una volta in sella, si sente subito a proprio agio. Ergonomia e quote ciclistiche sono state studiate con cura per porsi a metà tra una naked e una più tradizionale modern-classic.: il busto rimane moderatamente eretto, le braccia sono ben distese, la seduta è comoda (a 805 mm da terra) e le pedane sono montate in posizione confortevole. Il manubrio alto e largo (a sezione variabile) è ben distanziato dal corpo del pilota e può essere regolato nella piega (sarebbe stato interessante provarlo in una posizione leggermente ribassata per caricare di più l’avantreno); regolabili sono anche le leve del freno e della frizione. Insomma, ti fa sentire a casa questa Leoncino, e tutto risulta facile e immediato. Anche le manovre da fermo o a bassa velocità, grazie al raggio di sterzata favorevole. Le vibrazioni, infine, presenti oltre i 6.000/6.5000 giri, rendono “vivo” il Leoncino, ma non risultano mai fastidiose. VOTO: 7,5
Guidando su strade aperte, il rinnovato bicilindrico mostra subito tratti inediti di carattere e personalità. La mancanza di elettronica rende immediato il rapporto col comando del gas. Senza filtri. Ma viste le potenze in gioco e la messa a punto azzeccata, si chiude un occhio su certe mancanze (piacerebbe forse un traction control; ma alla fine, anche provando a forzare reazioni scomposte accelerando bruscamente su fondi viscidi o rovinati, l’assetto tiene bene e non va in crisi).
L’erogazione del motore è piena sin dai bassi, e si irrobustisce piacevolmente ai medi. E se in prima e seconda marcia, causa una rapportatura molto corta, si registra un po’ di “on-off” nell’apri e chiudi del comando del gas (che infastidisce soprattutto sui tornantini più lenti), basta mettere in terza per dimenticarsi del cambio: si riprende senza strappi da un numero bassissimo di giri, oltre a godere sempre di un bel colpo di fionda quando si vuole uscire forte dalle curva. Vale quindi la vecchia regola: con una terza così, nel misto non hai bisogno di altro!
La Leoncino risulta anche abbastanza agile. Quando però si cerca maggiore aggressività, i cambi di direzione nelle “esse” più spinte sono sì rapidi, ma non velocissimi; con una leggera inerzia nei trasferimenti di carico, dovuta probabilmente a un compromesso nel setting di base delle sospensioni (la situazione migliora, irrigidendo un po’ il precarico al posteriore). Sospensioni che, di contro, assorbono molto bene i fondi sconnessi senza mai mandare in crisi l’assetto.
Questa moto, però, non la scegli certo per arrivare primo in cima al passo. Il meglio lo si ottiene pennellando le curve, lasciandola correre in percorrenza senza inutili forzature. Una danza, in cui eccelle e gratifica grazie a una ciclistica stabile e precisa. Sempre sincera, prevedibile, mai nevosa. La discesa in piega è omogenea e graduale, e si riescono a raggiungere buoni angoli senza forzare (è qui, ad esempio, che una gomma diversa potrebbe fare ancora di più la differenza).
Ottimi frizione e cambio. Potenti i freni, ma un po’ poco modulabili. In particolare l’anteriore, che dopo una prima parte di escursione della leva, arriva a dare subito troppo mordente con una reazione secca sulla forcella. VOTO: 7,5
Test Benelli Leoncino 800: la gallery
Ci siamo! Dopo tanta attesa la Benelli Leoncino 800 è arrivata sul mercato, desiderosa di copiare il grande successo di vendite della TRK. L'abbiamo testata sulle tortuose strade nei dintorni di Forlì
Guarda la galleryAl di là di qualche piccolo elemento con margini di miglioramento, il giudizio è senza dubbio positivo. Un mezzo che diverte e si guida bene. Anche ben costruito e rifinito, ad eccezione delle saldature del telaio che non sono il massimo. Il prezzo di 7.490 euro, quindi, non è affatto male! VOTO: 8
La Leoncino cresce e diventa adulta. Un progetto solido e crdibile, che punta alla schiettezza e al piacere di guida sulle strade di tutti i giorni, più che alle performance assolute. E bisogna dargliene atto: mantiene esattamente tutto ciò che promette. Ben fatto!
VOTO FINALE: 7,7
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