Perfette per iniziare, grazie a scelte tecniche azzeccate regalano soddisfazioni anche a chi ha già esperienza sulle spalle. Ottima la qualità costruttiva. La prova, nei dintorni di Valencia
Hanno esordito quest'anno all’interno della gamma "modern-classic" targata Triumph. Stiamo parlando delle inedite Speed 400 e Scrambler 400 X, nuove porte d’accesso al mondo delle “senza tempo” della Casa d’oltremanica. Due novità con i motociclisti più giovani nel mirino ma non solo. Perché grazie ad una serie di scelte tecniche ben congeniate, hanno dimostrato di poter mettere in campo prestazioni tali, da renderle appetibili anche ad un pubblico più smaliziato in cerca di “facilità”. Senza dimenticare la consueta attenzione alla qualità e ai dettagli, tipica delle moto di Hinckley... grandi e piccole.
Di seguito, le prime impressioni durante il test sulle belle strade nei dintorni di Valencia. La prova completa, con approfondimenti e contenuti esclusivi, la trovate invece sul prossimo numero di In Moto a breve in edicola.
Guardando la line up delle “modern-classic” britanniche, la Speed 400 affianca le roadster Speed Twin 900 e 1200, mentre la Scrambler 400 X, le sorelle maggiori Scrambler 900 e 1200. Entrambe concepite e disegnate a Hinckley, ricalcano l’impronta stilistica “di famiglia” senza particolari rinunce in termini di fascino e impatto visivo, proponendo quindi la medesima allure delle grandi, seppure in chiave “ridotta” (più che altro, in termini di dimensioni).
La Speed 400 - faro tondo e stile classico (vedi l’alettatura sulla testata del motore), condito sapientemente con elementi “modern” (cerchi e scarico su tutti) - propone livree in duplice tonalità nei colori Carnival Red, Caspian Blue e Phantom Black.
La Scrambler 400 X, invece, esalta la sua immagine all-road con alcune dotazioni aggiuntive, come le protezioni riservate al faro anteriore e al radiatore, i paramani, il parafango anteriore maggiorato e il terminale di scarico. Anche in questo caso, 3 sono le varianti cromatiche: Matt Khaki Green & Fusion White, Carnival Red & Phantom Black, Phantom Black & Silver Ice.
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Partiamo dal motore monocilindrico di 398 cc raffreddato a liquido. Un’unità completamente nuova - in grado di esprimere 40 CV di potenza massima e un picco di coppia di 37.5 Nm - che nella prova sul campo si è rivelato una piacevole sorpresa, a ulteriore conferma che un buon “mono” può dire assolutamente la sua in questa categoria; soprattutto se caratterizzato da una curva di erogazione e da una rapportatura del cambio particolarmente azzeccati, come in questo caso. Le valvole sono azionate da bilancieri a dito dalla massa ridotta, mentre il trattamento DLC contribuisce a ridurre i valori di attrito così da consentire al motore di prendere giri rapidamente senza andare a scapito della trattabilità.
Il telaio è in acciaio tubolare con telaietto posteriore avvitato, mentre il forcellone è a doppio braccio in alluminio. Il setup delle sospensioni tiene conto della diversa natura delle due moto, così come alcune quote ciclistiche e misure. La Speed 400 è equipaggiata all’anteriore con una forcella big-piston upside-down da 43mm e 140mm di escursione, mentre al posteriore lavora un sistema monoshock con serbatoio esterno e 130mm di escursione. I cerchi da 17’’ sono in alluminio, mentre l’impianto frenante prevede un disco da 300 mm e pinze a 4 pistoncini di tipo radiale.
La Scrambler 400 X ha un passo più lungo e sospensioni dalla maggiore escursione (150mm per entrambe), ruota anteriore di 19’’ e un manubrio più largo per garantire maggiore controllo anche in situazioni di leggero sterrato. Il freno anteriore passa al diametro di 320mm e prevede pastiglie dal compound differenziato per una frenata più modulabile e quindi maggiormente orientata alla tipologia di moto.
Sia la Speed 400 che la Scrambler 400 X vantano acceleratore Ride By Wire e controllo di trazione (disattivabile) oltre all’immancabile ABS (a doppio canale, che nel caso della Scrambler 400 X puo’ essere disattivato per l’uso off-road). Smartphone e sistemi di navigazione possono essere alimentati tramite la presa di ricarica supplementare prevista di serie per entrambi i modelli. Anche l’antifurto immobilizer è di serie
Tutto, su queste due Triumph, è improntato alla massima abitabilità e accoglienza a bordo, con alcuni distinguo. Entrambe le moto sfruttano una sezione centrale del telaio particolarmente “slim”, che combinata ad un’altezza da terra di 790mm, per la Speed 400, e 835mm, per la Scrambler 400 X, le rende particolarmente facili in manovra. Quest’ultima, in particolare (la Scrambler) se da un lato potrebbe essere meno intuitiva per chi è meno dotato di gamba (vista la maggiore altezza della sella), dall’altro bilancia con un’impostazione tipica del segmento - larghezza e posizione manubrio, ad esempio - che massimizza il controllo e la gestione della moto in ogni circostanza. Impostazione, che si ritrova anche alla guida, con pedane ricollocate rispetto alla Speed, e in generale una postura caratterizzata dal busto meno proteso in avanti.
Un mezzo dalla facilità estrema, adatto ad un uso a 360°, che risulta particolarmente divertente da guidare - tanto in città, quanto su un bel percorso ricco di curve - grazie ad alcune scelte tecniche indovinate. Come ad esempio la rapportatura corta, che dona vivacità all’erogazione rendendo la moto reattiva e veloce nel salire di giri. Il risvolto della medaglia è un uso piuttosto frequente del cambio quando si cerca un po’ di brio nel misto, per via del limitatore che interviene in fretta; e così, anche nello stretto, ci si ritrova piuttosto facilmente a infilare la quarta. Per fortuna, l’elasticità del propulsore è tale che si può godere di una spinta corposa e decisa, anche richiamando il gas da un numero bassissimo di giri, nei rapporti più alti.
Qualcuno potrebbe obbiettare che questa Speed non è una moto nata per essere strapazzata tra le curve. Vero! Però attenzione a non sottovalutarla, perché si tratta comunque di una "piccola insospettabile": complice le quote ciclistiche indovinate e una dotazione tutto sommato semplice ma efficace, nella guida più allegra regala soddisfazione, sfoderando agilità nei cambi di direzione, rigore in piega e tanta reattività; persino nel veloce, dove mezzi di questo genere spesso mostrano la corda, mettendo in campo precisione e stabilità che stupiscono piacevolmente. Una resa dinamica appagante, il cui merito va anche alla scelta di proporre, come primo equipaggiamento, gomme di qualità come le Metzeler Sportec M9RR.
A convincere meno, invece, è la frenata: per ottenere arresti decisi occorre agire sulla leva con energia, andando anche un po’ a scapito della modulabilità.
Triumph Speed 400 e Scrambler 400 X: la gallery del test
Abbiamo provato le nuove modern-classic della Casa britannica sulle belle strade intorno a Valencia
Guarda la galleryQuanto rilevato sul propulsore e sulle performance, ovviamente, vale anche per la Scrambler 400 X. Dove, però, la differente impostazione generale fa percepire la sensazione di guidare tutta un’altra moto. Il manubrio largo, la posizione di guida col busto eretto, la sella più alta, le pedane centrate, le gambe più “distese”, ogni cosa richiama le tipiche sensazioni dell’universo scrambler; quindi moto “easy go”, perfette in città, nelle gite tranquille fuori porta e - perché no - nelle piccole avventure su facili sterrati, grazie alla ruota anteriore da 19’’.
Tra le curve, l’azione è meno incisiva rispetto alla sorella Speed 400 (a causa della maggiore inerzia direzionale ed effetto giroscopico dovuti alla ruota maggiorata): con la “X” è più proficuo pennellare, che aggredire le curve. Insomma, su asfalto, il meglio di sé lo offre nella guida rotonda: piuttosto che cercare inutili spigoli, meglio gustarsi a pieno il piacere di lasciarla “danzare” tra una piega e l'altra, ben assecondata da una frizione morbida e da un cambio preciso negli innesti.
Le sospensioni, con una taratura standard piuttosto centrata, copiano bene le asperità del manto stradale e non mostrano (troppo) il fianco neanche quando ci si lancia decisi su un percorso sterrato; dove - nella guida in piedi - si fanno apprezzare l’ottimo controllo offerto dal manubrio, il feeling con l’avantreno (grazie alla ruota da 19’’) e particolari azzeccati come il pedale del freno posteriore più ampio (e quindi più facile da utilizzare); anche qui, però, come sulla Speed 400, la leva di quello anteriore, nella guida su strada, va strizzata a fondo per ottenere decelerazioni decise.
Ben fatte, insospettabilmente divertenti, “piccole” ma senza restituire l'immagine di una moto piccola. Con in più, quel fascino tipico delle “modern-classic” di Hinckley che fa girare per strada quando le si vede arrivare. E tutto questo, ad un prezzo (almeno per il momento) davvero interessante: 5.495 euro per la Speed 400; 6.195 euro per la versatile Scrambler 400 X.
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