Affilata ed efficace, aggredisce con forza il segmento delle sportive per le patenti A2. L’abbiamo provata in pista e le abbiamo dato i voti
“I giovani non vogliono più la moto”, “Non ci sono più moto per i giovani”…Quante volte abbiamo sentito frasi del genere? Ovviamente nascondono un fondo di verità, ma se guardiamo i numeri e l’andamento del mercato, in realtà ai ragazzi di oggi, nonostante tutto, la moto piace ancora. Le moto si vendono, sia i 125 sia le 3-4-500 cc con potenza entro i fatidici 35 kW - 48 CV (limite della A2, la patente dai 18 ai 24 anni). Aprilia in questo particolare segmento in effetti mancava, ma da oggi non più: arriva la RS 457, una sportiva vera, progettata e ingegnerizzata totalmente in Italia. Anzi, totalmente a Noale. L’abbiamo messa alla frusta nel circuito di Modena e vi raccontiamo come se l’è cavata in questo #SottoEsame.
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Come molte altre sportive, anche l’Aprilia RS 457 è figlia del vento. La carena e le superfici sfaccettate sono il frutto di complesse analisi in galleria del vento e seguono la funzione. Quale? Quella di deviare il più possibile l’aria dal corpo del pilota, riducendo da una parte l’affaticamento, dall’altra la resistenza aerodinamica (nonostante i soli 48 CV, raggiunge i 190 km/h di GPS). Attira gli sguardi e non fa l’effetto “motoretta”, come a volte succede per questo genere di moto. Tra l’altro è bella perché è stata progettata per essere leggera. Per esempio la piastra di sterzo ha diverse asole per essere più leggera possibile. È bella perché sportiva. VOTO 9
In Aprilia ci tengono a produrre moto che funzionino come si deve, nulla è lasciato al caso. E anche con la RS 457 ovviamente hanno voluto distinguersi dalla massa. È una moto sviluppata partendo dai limiti: 48 CV per 175 kg col pieno infatti è il rapporto minimo, per le A2, e guardacaso sono proprio i suoi numeri. Come a dire, meglio di così non si può. Di fatto è una piccola RS 660, ma in verità tutto è su misura per lei. A cominciare dal motore. Bicilindrico parallelo con fasatura a 270° (come la 660), ha una cilindrata di 457 cc ed eroga 48 CV a 9.400 giri e 43 Nm (di cui l’80% già disponibile a 3.000 giri). È tutto nuovo, pesa 6 kg meno del bicilindrico 660 e ha misure caratteristiche pressoché quadre, 69 mm di alesaggio e 61,1 mm di corsa, per favorire l’erogazione ai medi regimi. Ed è anche facile immaginarlo su altri generi di moto…come sulla 660, è elemento portante della ciclistica, composta anche in questo caso da un telaio doppio trave in alluminio, leggero (circa 7 kg) e di fatto unico nel segmento delle A2 (che sfruttano solitamente telai in tubi di acciaio). Si aggancia al motore nella parte superiore, mentre il forcellone (in acciaio, ma dalle pareti particolarmente sottili, solo 1,5 mm) è collegato nella parte posteriore. La ciclistica fa affidamento a una forcella USD di 41 mm con 120 mm di corsa, regolabile nel precarico; proprio come il monoammortizzatore, che è agganciato al forcellone direttamente, senza leveraggi. Davanti c’è un solo disco di 320 mm, per ridurre al minimo le masse non sospese. Altro motivo di vanto per la 457 è l’elettronica, davvero completa per la sua categoria. Di serie infatti sono offerte tre mappe motore (grazie al Ride-by-Wire) e un controllo di trazione a tre livelli, oltre all’ABS su due livelli con controllo del sollevamento della ruota posteriore (sul livello 1 è attivo solo sull’anteriore). Optional il quickshifter up&down, consigliatissimo. VOTO 9
Un po’ come la 660, anche la RS 457 è stata pensata come sportiva stradale; in effetti, i semimanubri non sono troppo spioventi e dunque non sovraccaricano i polsi dopo pochi chilometri. È anche sorprendentemente abitabile: io sono alto 1,92, eppure riesco abbastanza facilmente ad accucciarmi dietro al cupolino (un po’ striminzito, forse). Questo perché le gambe non sono troppo rannicchiate e c’è sufficiente spazio per muoversi agilmente, soprattutto nella guida in pista. L’altezza sella è contenuta, 800 mm, e permette a tutti di toccare bene con i piedi a terra. VOTO 7,5
Lo dico subito: moto come l’Aprilia RS 457 sono un toccasana. Sono perfette per chi si approccia alla pista, ma anche per chi cerca una sportiva efficace nelle piste medio-lente. È perfetta, perché è innanzitutto una moto che ti mette a tuo agio. Sali in sella, metti due marce e hai già capito come guidarla. Ha un’ergonomia che ti agevola, negli spostamenti del corpo. Ha un motore dolce, quasi elettrico nell’erogazione. Possiede freni che attaccano morbidi e che non spaventano nemmeno il neo-patentato. Modena è un tracciato che ti porta a stare sempre piegato, con un rettlineo relativamente breve, ed è il suo habitat naturale. È una moto che ti parla, con un avantreno comunicativo ed estremamente agile. Non è un caso che gli uomini di Noale abbiano optato per uno pneumatico anteriore 110/70 (invece del classico 120/70). Le traiettorie basta immaginarle, perché la 457 curva con un dito. Leggerissima nei cambi di direzione, accetta di buon grado anche le staccate a moto piegata. Forse la taratura delle sospensioni di serie è un po’ sfrenata, soprattutto la forcella, ma con un paio di giri di precarico si aumenta la stabilità, soprattutto in frenata. Frenata che forse è l’unico vero limite, non tanto per la potenza in sé (abbiamo utilizzato delle pastiglie più performanti di quelle di serie, ma pur sempre stradali), quanto per l’attacco della pompa: i primi centimetri di corsa non producono grandi effetti. In realtà, però, questo ti obbliga a impegnarti a guidarla per come dev’essere guidata, ovvero cercando la scorrevolezza. È questo il segreto di moto come la 457, la scorrevolezza a centro curva. Devi sacrificare in parte la frenata per aprire il gas il prima possibile. E a proposito di motore, che gusto! Il bicilindrico di Noale non ha un’indole da supersportiva, nel senso che esprime il meglio di sé ai medi regimi. Ma lì, tra i 5 e i 9.000 giri, offre una spinta briosa, che non annoia nemmeno il motociclista esperto. Il nuovo riferimento? Forse. È un livello di potenza che comunque non emoziona, ma che ti permette di concentrarti a guidare bene, a provare a frenare un po’ più tardi, a trovare la traiettoria migliore. Molla sti freni e accelera, dannazione! Sembra urlartelo ogni volta che esci dalle curve. Ottimo il quickshifter, rapido e preciso (anche se non accetta le scalate troppo aggressive in zona limitatore), e anche il resto dell’elettronica lavora a dovere. Negli ultimi turni con gomma posteriore finita, il controllo di trazione in effetti è intervenuto parecchio, anche sul livello 1, in modo piuttosto conservativo. Predilige la sicurezza alla performance, ma è giusto che sia così. VOTO 9
Con questi contenuti, il prezzo della Aprilia RS 457 è a dir poco ragionevole: 7.199 euro, con possibilità di equipiaggiarla con diversi pacchetti accessori, sportivi oppure turistici. VOTO 8,5
Con questa nuova sportiva, Aprilia ha probabilmente alzato l’asticella del segmento. Perché è una vera moto, non una motoretta, completa di tutto ciò che una moto moderna deve avere al giorno d’oggi. Un motore ricco di coppia, un’elettronica sofisticata e una linea curata. Se poi il prezzo è giusto, la ricetta per il successo è bella che servita.
VOTO FINALE 8,6
Aprilia RS 457, LE FOTO DELLA PROVA
Affilata ed efficace, la nuova Aprilia RS 457 aggredisce con forza il segmento delle sportive per le patenti A2. L’abbiamo provata in pista e le abbiamo dato i voti
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