Prova OSET TXP 24: i voti del #Sottoesame

Tra il trial, il motoalpinismo e la MTB, la piccola e saltellante elettrica vuole essere un ibrido tra diverse categorie. Pregi, difetti, caratteristiche e prezzo, ecco con quali voti ha superato il nostro test

Nicola Biagetti

25.06.2024 10:27

OSET da sempre produce moto elettriche per i più piccoli, infatti, il primo prototipo è stato creato nel 2004 nel garage di Ian Smith, fondatore di OSET, proprio per il figlio Oliver, che così all’età di 3 anni ha potuto imparare a guidare una piccola moto che potesse essere perfettamente adatta a lui.

Noi siamo stati a provare la nuova OSET TXP 24, che è stata rifatta totalmente da zero in collaborazione con Triumph, che ha acquistato il marchio circa 2 anni fa. L’operazione di rinnovo comprende, però, anche altri tre modelli: La TXP 20 e le Minitrial 16.0R e 12.5R.
TXP sta per Trials Xplore Play e la moto si presenta come un ibrido tra una moto da trial, un moto da motoalpinismo e una mountain bike, non c’è una vera etichetta per lei e questo la rende ancora più interessante e unica nel suo genere.

Di seguito, l’analisi “voce per voce” nel consueto #SottoEsame, con le prime impressioni di guida e i voti assegnati al design, ai contenuti tecnici, alla resa dinamica e al rapporto qualità/prezzo; in coda trovate anche le risposte ad alcune delle domande che ci avete posto attraverso i social. Sul prossimo numero di In Moto, invece, la prova completa con tanti approfondimenti esclusivi.

Indice:

  • Design
  • Contenuti tecnici e dotazione
  • Comfort ed ergonomia (pag.2)
  • Piacere di guida (pag.2)
  • Rapporto qualità/prezzo (pag.3)
  • Conclusioni (pag.3)

OSET TXP 24: le foto della prova

OSET TXP 24: le foto della prova

Tra il trial, il motoalpinismo e la MTB, la piccola e saltellante elettrica vuole essere un ibrido tra diverse categorie

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OSET TXP 24: DESIGN

Il Design di questa moto è semplice e minimale, il richiamo più evidente è quello delle forme di una moto da trial, geometrie e proporzioni, infatti, sono esattamente quelle. Spicca il telaio tubolare in acciaio di colore rosso fuoco che incornicia l’alloggio del motore elettrico e fa da collegamento visivo tra l’anteriore e il retrotreno. Incassato nella parte alta del telaio, adiacente al canotto di sterzo è situato il pannello di controllo del propulsore, non sono presenti schermi ma pulsanti ed indicatori luminosi, in particolare troviamo: pulsante di accensione e spegnimento, pulsante di sblocco/blocco dei relativi tre pulsanti di parametrizzazione del motore e due spie, una che indica il surriscaldamento e una dedicata agli errori. Infine troviamo anche lo stato di carica, che possiamo monitorare sia dall’indicatore sul pannello che osservando il colore del led del pulsante di accensione della batteria stessa.

Inoltre per un look più aggressivo e per esigenze più trialistiche è possibile rimuovere la piccola sella, è possibile rimuovere e trasportare velocemente anche la batteria grazie ad una pratica maniglia integrata nella parte alta del motore.

Infine piccola nota sulla sicurezza, sul lato sinistro del manubrio è presente un laccetto da mettere al polso collegato tramite magnete al circuito di accensione e spegnimento della moto, in maniera tale da provocare un immediato spegnimento del mezzo in caso di perdita di controllo.
La colorazione è una sola: nera con telaio e dettagli in rosso

VOTO: 8

OSET TXP 24: CONTENUTI TECNICI E DOTAZIONI

Per questa sezione ripartirei dal pannello di controllo, il motore non ha mappature predefinite ma tramite i tre pulsanti di parametrizzazione possiamo andare ad agire in un range da 1 a 4 su: potenza erogata, velocità massima (25 km/h) e risposta del gas, questo consente di rendere la TXP veramente adatta a tutti i livelli. Le differenze si sentono parecchio ad ogni incremento di “tacca”, ad esempio maneggiando soprattutto potenza e risposta del gas potremmo ottenere una moto iper reattiva per affrontare grandi ostacoli trialistici, avere una reattività media per dei trasferimenti poco impegnativi o una risposta molto tranquilla senza mai avvertire strappi sul manubrio.

Il motore in sé è di tipo brushless da 1600W alimentato da una batteria al litio sigillata da 50,4V nominali e 28Ah che offre un incremento energetico del 58% rispetto a quello della versione precedente, arrivando ad un’autonomia dichiarata di circa 3 ore con un’andatura tranquilla, mentre la durata cala utilizzandola sempre a piena potenza. Noi vi possiamo dire che al termine dei nostri 20 km di prova la batteria era ancora oltre la metà della sua carica.
Il tutto è assemblato con classificazione IP67 per garantire massima protettività verso acqua e polvere.

Passando alla ciclistica, telaio e forcellone sono in acciaio mentre sospensioni e freni (prodotti internamente) derivano direttamente dal downhill, la forcella è ad aria con una corsa di 160 mm, totalmente regolabile in precarico, ritorno e compressione mentre il mono, anch'esso ad aria, ha una corsa di 160 mm ed è regolabile in compressione e ritorno. L’impianto frenante invece è idraulico a quattro pistoncini, con dischi da 200 mm all'anteriore e 180 mm al posteriore.

Anche gli pneumatici dal disegno trialistico sono prodotti da OSET e sono montati su cerchi da 19” all’anteriore e 16” al posteriore.

Il tutto per un interasse di 1220 mm, una luce a terra di 305 mm, che è risultata un po' corta in certe situazioni e un peso di soli 48,1 kg in configurazione trial o 49,2 kg in configurazione Xplore (ovvero con sella montata).

VOTO: 8,5

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