Test Kawasaki Versys 1100: si viaggia in business

Test Kawasaki Versys 1100: si viaggia in business#sottoesame

Voglia di crossover stradale? Ad Akashi hano la risposta con la loro ammiraglia ora 1100 e che si conferma una confortevolissima moto da crociera

16.10.2024 ( Aggiornata il 16.10.2024 09:48 )

Nonostante sia uno dei segmenti più gettonati e richiesti dai motociclisti di oggi, il segmento delle crossover con ruote da 17 pollici (quindi prettamente stradali) non è ancora saturo. Paradossalmente, ci sono quasi soltanto le crossover supers-sportive (Ducati Multistrada V4 RS e Pikes Peak, BMW S 1000 XR…), mentre la categoria di mezzo è lasciata un po’ scoperta. Qualcuno però c’è sempre stato: parliamo ovviamente di Kawasaki, che con le sue Versys (650 e 1000) si è ricavata una fetta di estimatori di questo genere di moto, facili, potenti e capaci di macinare centinaia di migliaia di chilometri. Per il 2025 l’ammiraglia delle Versys diventa 1100 e si migliora in alcuni, piccoli dettagli.

Test Kawasaki Versys 1100, LE FOTO DELLA PROVA

Test Kawasaki Versys 1100, LE FOTO DELLA PROVA

Voglia di crossover stradale? Kawasaki ha la risposta: l’ammiraglia delle Versys diventa 1100 e si conferma una confortevolissima moto da crociera. Ecco le foto della prova

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CLIENTI FIDELIS

Una ricerca interna di Kawasaki ha dimostrato che quasi la metà dei clienti Kawasaki…Lo erano già. Chi ha già posseduto una Kawa, spesso ci ricasca e prende il modello nuovo. Questo spiega molto bene quanto siano in grado di colpire nel segno i modelli dell’azienda di Akashi, proponendosi come moto di sostanza, affidabili e in grado di soddisfare il motociclista nel lungo periodo. E la Versys ha certamente contribuito a raggiungere questi obiettivi.

QUATTRO DI FORZA

Come abbiamo già anticipato, la Kawasaki Versys diventa 1100. In realtà il suo 4-rigorosamente-in-linea diventa di 1.099 cc grazie a un aumento della corsa dei pistoni di 3 mm (è meno superquadro), alla ricerca di maggiore spinta ai bassi e medi regimi, che come noto sono quelli che in strada utilizzi di più. Non solo questo però: ci sono nuovi assi a camme, corpi farfallati, volano più grosso, rapporti rivisti (primaria più corta, finale più lunga, 5a e 6a allungate; in generale, però, sono tutti più lunghi) e anche il circuito dell’olio è stato modificato. Insomma i tecnici si sono sporcati parecchio le mani per trovare più potenza e coppia ma senza intaccare l’erogazione pastosa e melliflua che da sempre contraddistingue il motore di questa moto. Il risultato? 135 CV a 9.000 giri (prima 120) e 112 Nm (prima 102). Certo, non si tratta di una rivoluzione, ma guardando le rispettive curve di erogazione si nota che il nuovo propulsore è praticamente sempre superiore, a qualunque regime.

QUESTIONE DI DETTAGLI

Abbiamo detto però che ci sono anche modifiche più di dettaglio. In effetti, la nuova Kawasaki Versys 1100 utilizza un quickshifter migliorato negli innesti e ora capace di cambiare a 1.500 giri (prima 2.500). Sul manubrio compare una presa USB-C, utile per caricare i propri device (anche se, da vedere, è piuttosto posticcia e ingombrante). Confermato invece tutto il pacchetto elettronico, comprensivo di piattaforma inerziale, riding mode (tre più uno completamente customizzabile), mappe motore, ABS cornering, quickshifter, cornering lights, cruise control e anche le manopole riscaldabili. Per la sola SE ci sono anche le sospensioni semi-attive Showa con tecnologia Skyhook, che ovviamente si auto-regolano in base al riding mode selezionato. Non manca la strumentazione mista analogico-digitale, col piccolo schermo TFT molto chiaro e luminoso. Confermata anche la ciclistica, telaio doppio trave in alluminio e sospensioni a lunga escursione, mentre arriva un disco freno posteriore dal diametro maggiore (260 mm, prima 250). Il peso è di 257 kg per la S, 259 la SE. Entrambi in ordine di marcia, entrambi senza valigie. Non poco. I prezzi partono da 15.490 euro per la S, 17.590 per la SE: niente male!

L’ERGONOMIA

La Kawasaki Versys non è mai stata una moto aggraziata (e mentirei se affermassi il contrario a proposito di questa nuova 1100), ma è comunque coerente con il resto della gamma. Ogni dettaglio è realizzato con estrema cura: viti fuori posto o plastiche posticce non sono pervenute. Alzarla dal cavalletto richiede uno sforzo ragionevole (si ringrazia la sella a 840 mm) e una volta a bordo ci si trova al comando di una compatta nave da crociera. La sella assomiglia al bracciolo di un sofà per quanto è imbottita e lascia tanta libertà di movimento. Le braccia trovano naturalmente il manubrio, posto a una buona altezza. La strumentazione è minuta ma si consulta con semplicità.

CONTRO TUTTI

Negli ultimi anni, lo sviluppo delle nuove moto ha portato sempre più carrozzerie ridotte all’osso e prestazioni in crescendo, tutto però a discapito (in parte) del comfort. La nuova Kawasaki Versys 1100 è in controtendenza: ai codini striminziti risponde con una sontuosa sella sdoppiata, ai cupolini tutti spigoli e linee mozzate risponde con un plexi (quello della SE in particolare) ampio e molto protettivo. Ci si trova subito a proprio agio, coccolati da un ambiente accogliente e provvisto di ogni comfort.

FACILE FACILE

La Versys 1100 ha un bilanciamento superlativo: l’imponente massa di oltre 260 kg (con le valigie) è ben mascherata e le manovre a bassa velocità si affrontano senza patemi. Il Ride by Wire contribuisce parecchio: la gestione del gas è certosina, anche nelle piccole aperture, anche in mappa Sport, e simula con coerenza la precisione di un comando a cavo. La frenata ha un attacco dolce e le sospensioni semi-attive digeriscono qualunque tipo di ostacolo.

PIACEVOLI

Un plus di questa moto in effetti sono proprio le sospensioni semi-attive. Filtrano, lavorano e si adattano a qualunque situazione, senza mai restituire al pilota una sensazione artefatta. Si ha sempre a disposizione un assetto di qualità, che a seconda delle esigenze (dell’asfalto e del pilota) può privilegiare il confort o il sostegno. Non è mai una moto iper-reattiva o particolarmente svelta a centro curva, ma mantiene sempre un assetto neutro e rassicurante, con un avantreno rapido nei cambi di direzione.

FORZA 4

Nonostante la loro lunga escursione, quindi, le sospensioni assecondano a dovere anche la guida arrembante, alzando bandiera bianca solo quando si pretende di guidare come su una vera sportiva. Un comportamento ben assecondato dal motore: il 4 cilindri ha forza da vendere ma eroga la coppia in maniera fluida e regolare. La spinta è un crescendo entusiasmante, dai 4 ai 6.000 giri c’è tutto quello che serve per godere su strada. Si sente la maggiorazione? Difficile dirlo a distanza, sicuramente ora in quel range c’è davvero tanta birra. I rapporti allungati poi le hanno fatto bene, specialmente in ottica turismo a lungo raggio: in sesta a 5.000 giri si viaggia a 130 km/h, col motore ancora sonnacchioso. L’elettronica che lo tiene a bada è più conservativa che sportiva: anche su Sport, il controllo di trazione privilegia la sicurezza più che la trazione. Il taglio però non è mai brusco e permette di divertirsi senza pensieri. Vibrazioni? Non pervenute (giusto qualcosina sul manubrio).

PIACE MENO

A fine prova ci sono giusto un paio di appunti sul taccuino: la frenata è molto modulabile, ma quando occorre fermarsi tutta la massa della Versys rema contro. E poi il plexi, che protegge bene ed è regolabile, ma lo è soltanto a moto ferma agendo su due manopole che svitano e avvitano le guide.

CONCLUSIONI

Kawasaki ha fatto bene a non rivoluzionare il progetto Versys, a non rincorrere le prestazioni sull’altare del comfort. In questo modo, chi oggi cerca una crossover super-confortevole, con un motore potente ma dolce ed elastico, non può che rivolgersi a lei. Ah, c’è anche il prezzo invitante (e solamente 50 euro più di prima).

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