Con meno di 10.000 euro, oggi, ci si porta a casa una Morbidelli da viaggio completamentge equipaggiata e con un pimpante motore V2. Pregi, difetti e pareri nel nostro consueto #SottoEsame
Nome italiano, produzione cinese. È una ricetta che abbiamo ormai imparato a conoscere e che ha permesso ad aziende come Benelli o Moto Morini di ritornare a essere protagoniste nel mercato. Una regola che oggi si applica anche per il nome Morbidelli. Che ci piaccia o no questo è l’unico futuro possibile per alcuni storici brand italiani, che se non fosse per gli ingenti capitali orientali, probabilmente sarebbero ancora dormienti e dimenticati in qualche registro storico. Oggi invece sopravvivono e anzi, sarebbe meglio dire prosperano. Anche Morbidelli quindi rinasce grazie al Gruppo Keeway , che con questo brand italiano vuole fare la sua linea premium.
Abbiamo provato la T1002VX, un’adventure stradale con un equipaggiamento ricchissimo e un prezzo…Da urlo. Ecco come se l’è cavata nei voti del nostro #SottoEsame.
Test, Morbidelli T1002VX: LE FOTO DELLA PROVA
Con 9.990 euro, oggi, ci si porta a casa una Morbidelli da viaggio completamentge equipaggiata e con un pimpante motore V2. Ecco le foto della prova
Guarda la galleryHa forme statuarie, imponenti, la Morbidelli T1002VX, ma dal vivo è più snella e slanciata che in foto. A livello estetico, forse si poteva azzardare di più nella parte frontale, che invece richiama altri modelli di origine europea…A voi il giudizio. Oggettiva invece la buona qualità generale, anche se alcune plastiche sono un po’ economiche; ma sbavature o errori clamorosi stile “vecchia Cina” non sono presenti. Bello invece il bicilindrico a V, che è anche elemento di design per quanto è curato e privo di cavi a vista. VOTO 7
Come già anticipato, il cuore di questa Morbidelli T1002VX è il motore, che grazie al telaio a doppia culla in tubi di acciaio (scomponibili) rimane in bella vista lì, al centro della moto. È un bicilindrico a V di 80°, un’architettura che oggi non è più così comune, soppiantata dai più economici bicilindrici paralleli. Ha una cilindrata di 997 cc, distribuzione a singolo albero a camme in testa (parola d’ordine semplicità) e secondo la scheda tecnica eroga 87 CV a 7.500 giri e 89 Nm a 5.250 giri, quindi dovrebbe essere tutto e subito. La frizione è antisaltellamento, a comando idraulico e con pompa Nissin; manca tuttavia il quickshifter (che però, forse, arriva più avanti). Il telaio è una struttura unica con il telaietto, che infatti è saldato e non imbullonato, ma va detto che è tutto ben nascosto, l’occhio è comunque appagato. Cerchi a raggi tubeless da 19 e 17 pollici, misura classica per il segmento. Come classico è anche il forcellone, un massiccio bibraccio in alluminio. Le gomme invece sono delle Pirelli Scorpion Rally STR. Le sospensioni sono Kayaba, forcella regolabile da 43 mm con 183 mm di escursione, dietro mono con leveraggio anche questo regolabile in idraulica e precarico e con corsa utile di circa 77 mm (per la corsa ruota bisogna moltiplicare circa per 3, per via del leveraggio). ABS cornering fornito da Bosch, doppio disco da 320 mm con pinze radiali J.Juan (stesso brand della pompa freno) e quattro modalità di guida, Standard, Sport, Rain e Offroad, che agiscono sulla risposta del gas, sull’intervento dell’ABS e sul controllo di trazione (che però attualmente non è presente). Equipaggiamento ricchissimo, l’abbiamo capito, ma non è finita qui. Ci sono anche paracoppa in alluminio, barre di protezione, manopole e sella riscaldabili su tre livelli (non quella del passeggero), paramani, comandi retroilluminati, plexi regolabile in altezza, cruise control, strumentazione da ben 7 pollici con modalità giorno/notte che dà informazioni come consumo e pressione pneumatici, presa 12 V, USB e USB-C, luce di emergenza, cavalletto centrale e anche la possibilità di collegarsi allo schermo con lo smartphone tramite l’app dedicata. Cosa volere di più? Beh forse qualcosa in meno, se parliamo di chili: la T1002VX pesa 265 kg con l’80% del serbatoio pieno, un numero importante che però di fatto accomuna la Morbidelli alle adventure di categoria superiore. VOTO 9
A bordo della Morbidelli T1002VX c’è davvero poco di cui lamentarsi, specialmente se cercate una moto soprattutto confortevole. La sella è sorprendentemente imbottita e spaziosa, anche quella del passeggero. Le pedane risultano un po’ troppo avanzate e vicine al piano seduta, soprattutto per i piloti più alti, ma è poca cosa. Si tocca abbastanza bene a terra coi piedi (sella a 820 mm) e il serbatoio voluminoso offre un buon riparo alle gambe. Buona la regolazione del plexi (si allentano due guide: molto difficile farlo in movimento) e la protezione che garantisce a busto e a parte del casco. Il manubrio ha una piega accentuata verso il pilota e non è in posizione rialzata…Questo fa sì che, provando a guidare in piedi, ci si ritrovi con il busto troppo ricurvo e i piedi troppo avanzati. Insomma, la guida in piedi tipica dell’offroad non è propriamente il suo pane. VOTO 8
I primi metri con la Morbidelli T1002VX sono fondamentali per capire un fatto: i cinesi sono arrivati. Avviamento a freddo, risposta nei primissimi millimetri di corsa del gas, stacco frizione, inserimento marcia, tutto avviene proprio come su una moto moderna. Non ci sono quelle ruvidità che invece hanno sempre un po’ afflitto i modelli del far east, e non è cosa scontata. Certo, gestire i suoi oltre 260 kg nelle manovre a bassa velocità richiede un attimo di apprendistato, ma il baricentro non sembra così alto e questo aiuta almeno in parte. Una volta superate le velocità da manovra però è tutto facile, anche grazie al buon raggio di sterzo. In movimento si ha l’impressione di essere su una grossa nave da crociera, con il gustoso bicilindrico che ha una voce quasi da baritono. Un gorgoglio di aspirazione che sembra amplificato da misteriosi altoparlanti…Motore che di fatto è un po’ l’elemento che caratterizza l’esperienza di guida. Non immaginatevi un bicilindrico che strappa l’asfalto, piuttosto un motore con una bella schiena, sempre bello pronto ai bassi e medi regimi che poi sono il suo range prediletto. Non è particolarmente rapido a salire e scendere di giri, come se avesse un’importante massa volanica, ma è brioso proprio dove e quando serve. Peccato sia in parte sporcato da un comando del gas ancora perfettibile. Capita per esempio di chiedere poco e avere molto; oppure, quando si chiede tutto, è come se il suo cervellone interpretasse con un attimo di ritardo la vostra richiesta. Bene quindi l’erogazione, meno bene la calibrazione del ride-by-wire; o comunque da migliorare. Anche per la ciclistica è un netto sì, ma con qualche riserva. È una moto prima di tutto rassicurante. Scende in curva rotonda, lineare e senza spigoli, anche se non è un mostro di agilità. Dà l’impressione di essere una moto pesante (come in effetti è…), richiedendo i suoi tempi per scendere in piega, ma poi una volta lì è stabile e rincuorante. Non mangia le curve, le assapora. È quando cerchi il pelo nell’uovo, la raffinatezza a cui siamo abituati noi europei, che emerge qualche sfumatura. Per esempio, la taratura delle sospensioni non è perfettamente omogenea; in particolare la forcella è un pelo cedevole nella prima parte di corsa, e questo rende l’avantreno leggermente vago in percorrenza di curva. Oppure la distribuzione dei pesi, leggermente spostata sul retrotreno, fa sì che non sia sveltissima nel chiudere le traiettorie. Sono piccoli dettagli, ovviamente, che forse non interesseranno alla maggior parte di acquirenti ma che sono l’ultima differenza che rimane tra una moto cinese e una europea/giapponese. Promossa la frenata (peccato per l’intervento un po’ invasivo dell’ABS, dovuto alle gomme di primo equipaggiamento, forse un po’ troppo enduro-oriented), mentre sulle differenti mappature c’è qualche riserva. La Sport ha un attacco molto brusco, troppo, mentre la Rain è tanto tappata. Per il 99% delle situazioni, la Standard è quella giusta. Il cambio è preciso ma un po’ contrastato e dalla corsa lunga. Manca il controllo di trazione? Sinceramente, non se ne sente un gran bisogno. VOTO 7,5
Il piatto forte della moto è indiscutibilmente il prezzo: 9.990 euro comprensivi di 3 anni di garanzia, tris di valigie in alluminio (da 42, 36 e 50 litri) e tutti gli accessori sopra descritti. Un pacchetto all-inclusive difficile da contrastare, che rende gli eventuali difettucci di gioventù decisamente digeribili. VOTO 10
Con i colossali capitali cinesi alle spalle, marchi come Morbidelli possono tornare ad avere una vita. Questa T1002VX non è che il primo di tanti tasselli che arriveranno a breve, ce lo promettono gli uomini del Gruppo Keeway, e a meno di qualche sfumatura è già un ottimo prodotto. Se poi aggiungiamo che sfrutta un bicilindrico a V invece del solito parallelo, beh, si capisce perché ha fatto così tanto scalpore prima ancora di arrivare sul mercato. Nuova regina delle vendite? Staremo a vedere. VOTO FINALE 8,3
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