In pista con l'ultima proposta sportiva della Casa francese, una gomma che ha saputo regalare gioie per grip e grande naturalezza nell’azione di guida
Salire in sella all propria sportiva uscire dal garage la mattina, arrivare in circuito e godersi un track-day in totale sicurezza e senza troppi “sbattimenti” riguardo temperature e termocoperte?
Una situazione ideale, per lo smanettone alla guida di una naked dal piglio agguerrito, o di una delle più recenti sportive stradali, o SBK da 200 cavalli.
Le aziende di pneumatici da tempo guardano con interesse a questa tipologia di utenti, offrendo proposte sempre più versatili e prestazionali. Ambito in cui un produttore come Michelin non si fa certo pregare, offrendo coperture che riescono a sposare alla perfezione la filosofia “pista/strada”; e con l’ultimo Power GP2 arriva un salto generazionale importante.
La proposta più recente nel segmento sportivo della Casa del Bibendum rappresenta l’evoluzione dei precedenti Power GP. Come i predecessori, sono pensati per un utilizzo 50/50, ma puntano a giocare ancora di più un ruolo da protagonista.
Le intenzioni bellicose dei Power GP2 si notano già ad occhio nudo, osservando l’estremo rapporto pieni/ vuoti del battistrada. Un valore del 6,5% che si avvicina molto al limite di omologazione per le gomme da usare su strada (del 4,5%). Una scelta, questa, che guarda all’uso più aggressivo, per avere la massima superficie di appoggio della gomma sull’asfalto, sia in fase di accelerazione che nelle pieghe più accentuate e al contempo, grazie a profondità e disegno dei nuovi intagli (diversi rispetto alle precedenti GP), senza penalizzare la sicurezza di guida anche in situazioni di bagnato.
Le migliorie introdotte sui GP2 hanno incrementato in maniera significativa l’aderenza sul bagnato, su asciutto, l’handling e anche il chilometraggio. Per quanto riguarda la mescola, abbiamo sempre la tecnologia 2CT all’anteriore, con l’uso di nero di carbonio (Carbon Black) sulle spalle, per avere il massimo di grip e aderenza; e anche una maggiore percentuale di silice al centro per una maggiore durata (oltre che aderenza in condizioni di umido o bagnato). Al posteriore troviamo la tecnologia 2CT+: la mescola centrale qui si estende sotto quella più morbida man mano che dal centro della copertura ci si sposta verso le spalle; in questo modo si ha più supporto, e quindi un’aderenza maggiore, nelle fasi di accelerazione a moto inclinata in uscita di curva.
Abbiamo, inoltre, l’ultima generazione della tecnologia Radial-X EVO abbinata a tele in aramide che, rispetto all’acciaio, garantiscono lo stesso grado di resistenza ai carichi ma con carcassa che risulta più leggera, a vantaggio di maneggevolezza (minor effetto giroscopico) e riduzione delle masse non sospese.
Per saggiare le qualità in pista della proposta Michelin abbiamo affrontato (é il caso di dirlo) le estreme temperature che aveva per noi in serbo l’asfalto del circuito di Misano a metà luglio. Con valori che hanno raggiunto anche i 57 gradi, abbiamo messo alla prova, in sella ad una Honda CBR600RR, il comportamento degli pneumatici in una normale giornata dedicata ai track day. E in questi casi, dimenticatevi pure tranquillamente l’uso delle termocoperte per avere una resa ottimale ed un rapido warm-up: i tecnici Michelin consigliano semplicemente di ridurre la pressione a 1,9 bar per la gomma posteriore e a 2,1 bar per quella anteriore. Ed è quello che facciamo subito, prima di entrare in pista.
In effetti, non più di un paio di giri per “pulire” le gomme e si può iniziare subito a spingere. Quello che balza istantaneamente all’attenzione é l’estrema confidenza di manovra. Grazie al profilo dei Power GP2, molto più neutro dei cugini più sportivi Power Cup 2 (con i quali abbiamo fatto un rapido confronto), la moto balza tra una curva e l’altra con estrema facilità. Una sportiva come la CBR600RR è di per sé sinonimo di facilità di guida, e coperture come queste Michelin ne esaltano le qualità. Per esempio, nei “pif-paf”, i cambi di direzione tra una curva e l’altra, non servono eccessivi contorsionismi, o esercitare troppa forza sui semi-manubri: la moto cambia inclinazione e linea impostata in modo immediato e quasi istintivo.
Ad angoli di piega più accentuati, grazie anche ai fianchi praticamente slick, l’aderenza percepita é notevole e soprattutto l’anteriore riesce a trasmettere sempre una bella sensazione di solidità. Una sensazione che consente anche di entrare tranquillamente con i freni in mano quando si è in fase di inserimento in curva, situazione dove non si percepisce, tra l’altro, la tendenza al lift-up (raddrizzamento). Segno che la carcassa della gomma anteriore riesce a lavorare nel modo migliore anche con pressioni minori rispetto a quelle consigliate per uso stradale e in situazioni più probanti come l’uso in pista.
Un lavoro che svolge al meglio anche il posteriore, regalando un bel supporto quando si apre il gas, consentendo di seguire la traiettoria impostata senza evidenti difficoltà.
La giornata termina dopo 5 turni su una pista rovente ma – a differenza nostra – con le gomme ancora in forma smagliante; pronte per l’eventuale tragitto verso casa. Da segnalare, infine, come questi pneumatici, non espressamente specializzati verso un unico utilizzo, abbiano raggiunto oggi prestazioni notevoli per gli amatori che vogliono divertirsi tra i cordoli. Piacevole evidenziare, infine, come delle coperture 50-50 come i Power GP2 non abbiano nulla da invidiare, in termini di grip e performance nell’utilizzo in pista, a gomme decisamente più “track oriented” di appena 3-4 anni fa; con il vantaggio di offrire tanta sicurezza in più e un bel supporto alle velleità di guida anche su strada e in condizioni di minore aderenza.
Anteriore:
120/70-ZR17” (58W)
Posteriore:
160/60-ZR17” (69W)
180/55-ZR17” (73W)
190/50-ZR17” (73W)
190/55-ZR17” (75W)
200/55-ZR17” (78W)
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