Antica Lucania, da sempre talmente marginale per i flussi turistici ed economici che contano, che se non ci sbrighiamo a visitarla forse rischiamo di perdere per sempre la possibilità d’ammirare alcune delle sue parti più selvagge e affascinanti. Non si tratta solo di degrado, che pure già tocca alcune realtà del piccolo e spopolatissimo territorio (la Basilicata conta appena mezzo milione di abitanti e 59 anime per km², penultima regione in Italia per densità). C’è infatti in giro il farneticante progetto di renderla Hub energetico nazionale e internazionale. I poteri forti premono per trivellarne a morte il territorio, sventrarlo, cablarlo di oleodotti, svuotarne in fretta i giacimenti petroliferi, poi utilizzare queste cavità per stoccarvi gas combustibile, sfruttando il terreno carsico. Uno scempio epocale.
Prima dunque che questo gioiellino mototuristico, fascinoso e in parte sconosciuto ai più, possa incrinarsi irrimediabilmente, ecco la nostra proposta di quattro itinerari che cuciono insieme tutti i luoghi, le cose e le strade da non mancare. Perché la Basilicata, o Lucania, chiamatela come meglio vi pare, è semplicemente bellissima. Soprattutto in sella. Una bellezza ancestrale e arcaica: rilievi aspri, montagne dimenticate, geografie lunari, valloni, calanchi, un territorio ubriaco e senza tempo, attraversato da strade disegnate a ghirigori. Un magnifico altrove nostrano dove il concetto di avventura in moto può avere ancora un significato. Stradisti o fuoristradisti che si sia, pronti dunque a partire; e buon viaggio.
Coast to coast
Maratea - Lagonegro - Castelluccio - Senise - Chiaromonte - Colobraro - Tursi - Policoro - Metaponto
Strade da moto suggerite: SS104, SS19, SP154
km 254
Da una parte all’altra, tra coste differenti. L’affaccio della Lucania al mare insiste su due minuscoli tratti, divisi dall’avventura remota dei monti del Pollino: 60 km appena, un boccone salmastro, su centinaia complessivi di perimetro regionale. La partenza è dall’A3, uscita Lagonegro Sud. Per guadagnare il Tirreno è subito una felice alternativa di strade da moto. Dopo un primo tratto di SS583 si può infatti decidere se scendere per le emozionanti curve della SS104 di Sapri, celebre tra gli smanettoni, scorrere la Costiera SS18 fino a Maratea, risalire per i tornantini del Passo la Colla e di Rivello, oppure viceversa. In ogni caso, un percorso ad anello che merita la telecamerina montata sul casco. A parte la via di costa, da Lagonegro si dipana un’altra mitica strada da moto, seppure a tratti rovinata: la SS19 calabro-lucana. La imbocchiamo in direzione sud. Piacevolissimo il tratto che sale al valico dei Cerri (869 m.), passando il minuscolo lago Sirino. Quindi ecco Lauria, chiamata città che cammina perché le frane la spostano di continuo; di conseguenza la SS19 è un cantiere sempre aperto.
Più avanti, verso Castelluccio, migliora un po’ e ci prepariamo all’immersione nel Parco Nazionale del Pollino, annunciato dal bivio per Viggianello. Appennino selvaggio e solitario. La strada è di impressionante bellezza, procede tra i monti Serra e Gaido, raggiungendo ubriaca l’abitato di Episcopia. Di qui, immancabili gli stretti tornanti che s’arrampicano per Sella Cerrosa, in direzione Chiaromonte. È la zona dei rinomati peperoni rossi IGP di Senise, conosciuti come zafaran, che allietano d’estate il paesaggio dei campi per poi finire in manicaretti o in lunghe trecce appese alle finestre delle case. Molto pittoresco. Circumnavigata la sponda del lago artificiale di Monte Cotugno (diga in terra battuta più grande d’Europa), saliamo ora i tornanti per Colobraro, evitando la scontata viabilità della strada veloce 653 che segue il letto quasi sempre in secca del Fiume Sinni, affiancato dai gasdotti.
Si percorre invece la provinciale tutta curve Tursi-Policoro (SP154), in un affascinante paesaggio di calanchi e panorami brulli, passando sotto al Santuario d’Anglona, dell’XI secolo. La corsa termina a ridosso del Mar Ionio. Poi fino a Metaponto è tutto rettilineo.
Far West di casa nostra
Matera - Montescaglioso - Miglionico - Ferrandina - Pisticci - Craco - Stigliano
Strade da moto suggerite: SS175, SS103
km 196
Piacciono più i soggetti preistorici o i film di cowboy? Ecco un intrigantissimo “rally della pietra” che soddisfa entrambi, tra civiltà rupestri e città fantasma, impressionanti canyon carsici e quasi sconosciuti paesaggi “texani”, degni di uno spaghetti-western di Sergio Leone. La partenza è dai Sassi di Matera (A14 uscita Mottola e SS7) patrimonio Unesco dell’Umanità. Si tratta delle grotte/abitazione scavate fin dal X secolo dai pastori lucani, oggi cuore storico della città. Due le strade per esplorare la zona circostante del Parco delle Chiese Rupestri: l’interprovinciale per Ginosa e la SS175 (piuttosto briosa come guida) per Montescaglioso. Più deviazioni varie.
Dall’innesto tra SS175 e provinciale Messapica, si prende poi verso il lago artificiale di San Giuliano, creatosi attorno alla diga sul fiume Bradano, in cui sorge un’oasi naturale con capanni di avvistamento per l’osservazione della ricca avifauna. Il periplo dura 35 km, guidando per strade remotissime, in parte sterrate (sponda sud), dove di certo non si rischia l’incontro col vicino di casa. Imboccata la vecchia via Appia, in poche curve raggiungiamo ora Miglionico, 7 km a monte, dominata dal Castello del Malconsiglio, dell’VIII secolo (vedi altri spunti). Con la piacevole SP211 ci teniamo alti sulla valle, evitando la superstrada Basentana (E847). Si passano Pomarico, le rovine romane di Castro Cicurio, lo stesso fiume Basento e poi Pisticci, con la località Fornace. Quasi la porta di un territorio Apache. Godono soprattutto le enduro e chi ha il coraggio di avventurarsi tra i circostanti calanchi. Per gli stradisti, invece, è celebre la SS103, che da qui raggiunge Stigliano in un infuriare di curve “western”. Lungo il percorso non si manchi Craco Vecchia, città fantasma inserita nella lista del World Monuments Fund, un luogo quasi sovrannaturale, arroccato su un cucuzzolo fatto di case diroccate, abbandonate per frane oltre cinquant’anni fa.
Deviando di 12 km dalla 103, verso il fiume Agri, si può raggiungere la masseria fortificata di Caprarico. L’avventura moto-western prosegue sulla provinciale Stigliano-Ferrandina, fino a Ferrandina, bel borgo adagiato sul suo sperone calcareo. Quest’angolo di Basilicata, secondo noi, vale da solo il viaggio.
Dolomiti lucane
Stigliano - Accettura - Pietrapertosa - Castelmezzano - Tricarico - Vaglio - Potenza - Laurenzana - Grumento Nova
Strade da moto suggerite: SS103, SS277, SS92
km 221
Vai a Sud e trovi le Dolomiti. Una sorprendente stranezza. Non solo. Ecco un percorso dai mille colpi di scena e dalle altrettante bellezze. Si tatta di itinerario “tricuspide”, con riferimento ai tre ingressi suggeriti di Potenza, Grumento (entrambi con collegamenti rapidi all’A3, rispettivamente via E847 ed S598) e Stigliano (per connettersi senza interruzioni al precedente tinerario). Si può dunque decidere liberamente dove iniziare e dove terminare, quali alternative privilegiare ed in che senso procedere. Per esempio la SS103, briosa strada da moto che abbiamo interrotto a Stigliano (vedi l’itinerario precedente). Si continua di curve per 8 km fino ad incontrare la SS277, dove giriamo a destra. La vegetazione infittisce nell’enclave del Parco Naturale di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane (www.parcogallipolicognato.it). Diverse possibilità di deviazione lungo la strada principale, in un percorso guidato di bosco scarsamente trafficato che ci porta a scoprire luoghi incredibili e formazioni rocciose di stile dolomitico, dai nomi che sembrano usciti da un film western: Aquila Reale, Grande Madre, Incudine… Mototurismo con la S maiuscola! Anzi, con tante S...
Attraverso il Parco, in 20 km si raggiunge Pietrapertosa, una località straordinaria. Poi Castelmezzano, su una abbarbicata provinciale a rischio frane da non scordare mai più. La statale 277 segue invece di misto stretto per Accettura, quindi continua oltre il Basento a incrociare la SS7. Si prende ora per Tricarico, poi volendo ancora per il Parco delle Dolomiti lucane, oppure dritti verso il capoluogo, via Vaglio. Da Potenza parte una celebre strada da moto: la SS92. Dapprima un bel misto veloce che supera Passo Croce Scrivano, in seguito tracciato più tortuoso che tocca Laurenzana, col suo diruto castello medievale, e Corleto di Perticara, capitale dei tornanti. Siamo di nuovo sulla SS103.
A sinistra si torna verso Stigliano sui diverticoli di Gorgoglione; a destra si raggiunge, tra una piega e l’altra, la Val d’Agri, passando sotto al solitario Eremo di S.Maria Petra, del XIII secolo, issato su un cocuzzolo nei pressi di Viggiano. Raggiunta Grumento Nova, non si manchi la salutare smanettana sulla SP7 attorno al Lago Pertusillo, quasi un fiordo incastonato tra i monti lucani. Poi, fino all’A3, è tutta S598 veloce.
Giù al nord
Potenza - Acerenza - Genzano - Venosa - Melfi - Monticchio - Rionero - Avigliano - Ruoti - Potenza
Strade da moto suggerite: SS401, SS167, SP92, SS7
km 235
Un grande anello da affrontare a mente aperta, dove si scopre tutto ed il contrario di tutto; qui ogni alternativa motociclistica è lecita e interessante. Dall’A3, ci conduce a Potenza la superstrada E847. Non è necessario farsi piacere la città, basta riuscire ad imboccare in Contrada Romana la SS93, poi seguire le indicazioni “Melfi” per 15 km, fino all’Area industriale di S.Nicola. Detto così in effetti non sembra il massimo, ma la strada è comoda e veloce. Girando sulla SS169 per Pietragallia le cose si fanno più veraci e smanettevoli. Il piacere continua fino all’innesto della SP6 Appula, con cui raggiungiamo la torta di case del borgo fortificato di Acerenza. Avanti, la provinciale infila la campagna. Tolto il guard rail che a tratti segue la strada, il paesaggio agricolo potrebbe essere lo stesso di secoli fa. Verso i confini con la Puglia, s’infilano Genzano, Palazzo San Gervasio, poi Venosa con la SS168. Guidata ma serena.
Ed ecco di nuovo la SS93. Si gira a sinistra. Siamo in uno dei territori della comunità “arbereshe”, l’antica immigrazione albanese dei tempi di Skanderbeg. Sullo sfondo si scorge Monte Vulture, ex vulcano inattivo da migliaia di anni ma scientificamente non ancora spento. La strada sale, si movimenta per il piacere della moto, giunge in vista dell’abitato e del Castello di Melfi. Per raggiungere la Riserva naturale dei laghi di Monticchio la SS401 e la SS167 sono entrambi godibili. L’Approccio all’area di sosta offre curve panoramiche e piacevoli vedute su questi due tondi laghi vulcanici, di colore verde-azzurro, in mezzo al bosco. A Rionero in Vulture chi ha fretta infila la SS658, altrimenti si può seguire la SS93 fino a Lagopesole, col suo ennesimo Castello federiciano (visitabile). Da qui la SP50 esce già ubriaca, s’infila nel bosco di Monte Caruso, ne esce con brio, si stende, impatta una rotatoria dove giriamo sulla SP6, direzione Avigliano, poi dentro il paese ecco a destra la SP92 per S.Cataldo Terme. Altre curve, una dietro l’altra, altre storie, c’è da divertirsi.
La provinciale si rivela ottimo tracciato da moto, salvo piccoli accidenti nell’asfalto. Dopo S.Cataldo scendiamo a sinistra verso la Fiumara di Avigliano e qui ritroviamo l’onnipresente Appia lucana (SS7). Il tratto fino a Potenza, 15 km via Ruoti, è frequentatissimo dagli smanettoni locali, ma pieno d’insidie. Occhio!
Giovanni Carlo Nuzzo