Dai vini pregiati, alle nocciole, alla bella guida, un affascinante viaggio nelle Langhe alla scoperta di un territorio che non smette mai di sorprendere
Un viaggio di 177 km alla scoperta dei vini del Barolo e delle Langhe
Era il 30 aprile del 1964 quando, dagli stabilimenti Ferrero di Alba, usciva il primo vaso di Nutella. Secondo capoluogo della provincia di Cuneo per numero di abitanti, nonché capitale economica delle Langhe, parte da qui il nostro itinerario alla scoperta di questo affascinante territorio. Dopo aver visitato Piazza Risorgimento, centro nevralgico della città, dominata dal Duomo di san Lorenzo (del XV secolo), si esce dall'abitato percorrendo Corso Piave: sulla sinistra le morbide Langhe; sulla destra, indisturbato, il fiume Tanaro segna il confine con il Roero. Si prosegue doppiando Gallo prima di giungere a Grinzane Cavour. Qui, protagonista è il castello, che prende il nome dal suo illustre proprietario, Camillo Benso di Cavour.
Il panorama, dalla rocca, rapisce: vigneti, vecchi casolari, piccoli borghi e strade come infiniti ghirigori tra le colline.
Si punta verso Diano D’Alba. La statale 157 fa salire vertiginosamente l’entusiasmo motociclistico, con curve immerse tra rinomati vigneti DOC. Terminata la statale 157, allo stop, si svolta a destra per Montelupo Albese, da dove si prosegue sulla SP32: ottimo asfalto, traffico inesistente e panorami da pelle d’oca.
Una volta a Tre Cunei, si puntano le ruote verso Cortemilia (la capitale della nocciola) svoltando per Lequio Berria, lungo la tortuosa SP 281, per poi buttarsi a capofitto sull’asfalto vellutato della SP429 all’altezza di Borgomale.
Rinvigoriti da una bella sosta, si riprende il percorso in direzione Prunetto. Gli alberi di nocciola si fanno largo ovunque. Ad un tratto, ci si imbatte in Bergolo, uno dei comuni più piccoli d’Italia: 70 abitanti. Si torna con le ruote in strada lungo la SP212 accarezzando l’asfalto della Langa Orientale. Dall’alto dei suoi 750 m, Prunetto offre una veduta senza eguali, che nelle limpide giornate di sole arriva agli appennini Liguri e alle Alpi Cozie. Prima di lasciare questa località, da vedere è il castello Medievale “Scarampi del Carretto di Pruney” ottimamente conservato.
Proseguendo, la strada scivola tumultuosa verso Monesiglio. Superata Murazzano, si giunge a Dogliani, originalissimo paesino, in cui sopravvive l’estro creativo dell’architetto autodidatta Giovanni Battista Schellino, qui vissuto nella seconda metà dell’ottocento.
L’itinerario avanza tra le ondulate strade delle terre vinicole. Prima Barolo e poi La Morra; piccoli borghi silenziosi il cui nome echeggia in tutto il mondo, grazie al nettare di queste terre generose. Il vino Barolo, il cosiddetto “oro rosso”, caratterizza l’economia e la vita di questi luoghi. A Barolo, dinanzi alla bellezza del castello Falletti, non si può far altro che arrendersi a una visita.
Si torna alla moto e si punta in direzione La Morra. E se si è in cerca di souvenir, dove andare se non alla Cantina Comunale de La Morra, il balcone delle Langhe, alla ricerca di un buon Barolo o di un Nebbiolo d'annata? La Morra, infatti, è una destinazione assolutamente da non perdere per i fan del grande rosso strutturato del sud Piemonte. Attraverso la ripida Via Umberto si raggiunge piazza Castello, il Belvedere, uno dei luoghi più spettacolari di questo borgo, con il panorama che spazia dalle colline di Langa alla catena delle Alpi, toccando i paesi vicini, Castiglione Falletto, e molti altri.
Bordeggiando il fiume Tanaro verso est, si toccano prima Cherasco e poi Pollenzo, sede dell’Università del Gusto. Il borgo di Cherasco, ai limiti tra Langhe e Roero, regala reminiscenze in bilico tra atmosfere medievali e barocche; custodisce - oltre ad edifici storici di pregio - un curioso Museo della Magia, il più importante in Italia nel suo genere, dedicato all'illusionismo e alle scienze occulte.
Si prosegue attraverso colline ammantate da vitigni, che rigonfiano all'orizzonte come le onde di un mare agitato, vecchie cascine e un piacevole aroma di vino; fino a Barbaresco, altra incantevole cittadina dove il Barbaresco vino, rigorosamente DOCG, è orgoglio nazionale. Attraversati in rapida successione Neive Borgonovo, Mango, Neviglie e Tre Stelle, si giunge nuovamente ad Alba, dove il cerchio si chiude.
Un’area, patrimonio Unesco che tra borghi ricchi di storia, strade curvose, panorami e piaceri enogastronomici, rientra a pieno titolo nella classifica delle esperienze imperdibili da vivere in moto.
Vigneti di circa 2500 anni fa
Se la storia del Barolo come lo conosciamo oggi inizia sotto gli auspici di Camillo Benso Conte di Cavour, l’origine di questo nettare prezioso è ben più antica e la si deve alla popolazione dei Liguri Stazielli, che circa 2500 anni fa diedero vita ai primi rudimentali vigneti. Ne furono conquistati prima i Galli, e poi i romani quando conquistarono le Langhe. Quest’ultimi furono così colpiti dalla qualità del vino della zona di Alba che Giulio Cesare in persona volle portarlo a Roma.
La prima citazione dell’uva Nebbiolo è in alcuni documenti del 1268 conservati nella fortezza di Rivoli. La sua coltivazione e il vino da essa prodotto, però, iniziarono a diffondersi in età rinascimentale.