Gioielli d’arte, vedute sconfinate e pieghe vorticose dai monti Ausoni al mare di Sperlonga lungo la “motopanoramica” del basso Lazio
181 km di strada che dal Tirreno si arrampica verso Itri passando per Sperlonga
Se si dovesse descrivere questo itinerario attraverso un colore, sarebbe sicuramente l’azzurro. Quello del Tirreno, che lungo i chilometri che caratterizzano il percorso, più volte abbraccia all’orizzonte le isole Pontine e il promontorio del Circeo; quando non è impegnato a fare da sfondo alle case imbiancate a calce della splendida Sperlonga.
Priverno, punto di partenza del giro in provincia di Latina, è nota ovunque per la vicina Abbazia di Fossanova. Un gioiello architettonico di arte gotica-cistercense situato all’interno di un caratteristico borghetto, in cui rivivere atmosfere di altri tempi. L’Abbazia, realizzata tra il XII e il XIII secolo, sorge sui resti (che si possono ancora scorgere al suo esterno) di una villa romana di età repubblicana. Qui, tra le altre cose, trascorse i suoi ultimi giorni Tommaso d’Aquino. Secondo la tradizione, appena entrato nell’abbazia, il santo filosofo pronunciò le seguenti parole: “questo è il luogo del mio riposo per sempre; vi abiterò perché l’ho scelto”. E lo disse, forse, prevedendo la sua morte imminente, che infatti arrivò pochi giorni dopo. Andare alla scoperta delle sue preziose architetture, e del caratteristico borgo medievale che la circonda, rappresenta un perfetto momento di relax, prima di scatenarsi sulle belle curve lungo il percorso.
Dopo un breve tratto sulla statale 156 in direzione Frosinone, si conquista Amaseno attraverso una piacevole stradina di campagna, per poi seguire le indicazioni verso Vallecorsa e Lenola. L’attacco ai monti Ausoni parte con l’arrivo sulla SS 637. I primi chilometri, fino a Vallecorsa, regalano subito intense emozioni di guida. Un misto veloce, con ottimo asfalto, caratterizza infatti questa prima parte di tracciato che incide, con le sue spire, il costone della montagna. Tutt'intorno, il paesaggio è inconsueto e accattivante. A tratti quasi Lunare. Soprattutto nei punti in cui la nuda roccia prende il sopravvento sulla vegetazione, regalando scenari di aspra bellezza. Passata Vallecorsa, si prosegue per il Passo della Quercia del Monaco, fino a raggiungere lo spettacolare colpo d’occhio appena prima di Lenola: una sconfinata distesa azzurra, tra cielo e mare, con il promontorio del Circeo e le isole Pontine incastonati nelle acque del Tirreno come gemme preziose.
Scattata la foto di rito, si riparte. Da Lenola si avanza in direzione Fondi, piegando su gustosi curvoni in discesa; poi ancora oltre, fino alla litoranea SR213, attraverso la quale si arriva al borgo marinaro di Sperlonga, splendidamente adagiato sul suo caratteristico sperone roccioso. Una località che rapisce i visitatori con l’intricato dedalo di viuzze, le case bianche e le piazzette pittoresche; vere e proprie terrazze sul mare. Alcuni palazzi ed edifici religiosi ricordano la storia medievale del luogo, come la chiesa di Santa Maria (caratteristica è la volta stellata, dipinta di azzurro), il Palazzo Sabella e la “Corte del Monastero” con le sue raffigurazioni. Ma la storia di questi luoghi è ben più risalente: nei pressi del borgo (lungo la via Flacca, in direzione Gaeta), incanta la villa di Tiberio, con la celebre Grotta: soprattutto nella bella stagione, come rinunciare ad un bel tuffo nei pressi delle vasche in cui l’imperatore amava allevare murene?
Tornati in sella, arriva il momento di confrontarsi con la leggenda, guidando lungo i quindici chilometri che da Sperlonga si arrampicano fino a Itri. Un tratto di strada consegnato direttamente alla mitologia delle due ruote dalle sue curve spettacolari; e dai panorami sul mare che tolgono letteralmente il fiato invitando alla sosta.
Ad Itri, patria del brigante Fra’ Diavolo (a cui è dedicato anche un curioso museo), merita una visita il maestoso castello con le caratteristiche torri, una cilindrica e l’altra quadrata. Di nuovo in moto, l’itinerario prosegue curvoso e divertente sulla SR82. Si supera il pittoresco borghetto di Campodimele e si avanza fino a quando, poco prima di Pico, non si svolta sulla SP151 in direzione Pastena. Qui, le omonime grotte lasciano letteralmente senza paerole. Uno dei maggiori complessi speleologici d’Italia, che consente di ammirare forme di carsismo sotterraneo tra le più interessanti d’Italia.
Un breve trasferimento attraverso Castro dei Volsci e Amaseno conduce, infine, nuovamente a Priverno.
Il personaggio, nato a Itri, più noto al mondo
Fra' Diavolo, al secolo Michele Pezza, è sicuramente il personaggio nato a Itri più noto al mondo. Un temibile brigante, chiamato così per l’abito da frate che la madre gli fece indossare da giovane in seguito a una grazia ricevuta, in evidente contrasto con la sua indole focosa. Graziato dopo essersi arruolato come colonnello dell’esercito borbonico, ottenne il titolo di duca di Cassano per meriti militari prima di essere imprigionato dai francesi e impiccato in piazza del Mercato a Napoli. Numerose sono state le opere a lui ispirate, tra le quali spiccano il “Fra' Diavolo” di Auber e il film interpretato da Oliver Hardy e Stan Laurel.
Un modello trasversale: offre le sensazioni di una Sport Tourer ma è anche tanto versatile e comoda quanto facile e maneggevole. Tutte le caratteristiche
In Suzuki la definiscono una Super Crossover. In effetti, la GSX-S1000GX è un modello trasversale, che se da un lato offre le sensazioni di una Sport Tourer, dall’altro è versatile e comoda quanto una Adventure Tourer. Solida nel seguire la linea in velocità, eppure facile e maneggevole negli attraversamenti urbani, elegge gli ariosi percorsi collinari a suo ideale “terreno di caccia”. Curve e controcurve che diventano più emozionanti guidandole in souplesse lungo panoramici costoni.
La protezione aerodinamica è degna di un’infaticabile passista, gli spazi, le misure ergonomiche e la disposizione dei comandi accontentano la naturalezza con cui ci si dovrebbe porre in moto. E c’è la concreta efficacia di quel sistema di ultima generazione fin qui inedito nella gamma Suzuki, insieme presente perfino sulla nostra versione “base”, che però era accessoriata delle valigie laterali: il SAES (Suzuki Advanced Electronic Suspensions) ha la capacità di adeguare in tempo reale il lavoro delle sospensioni a seconda delle condizioni dinamiche. Lo fa egregiamente, e dando una grande sensazione di stabilità longitudinale, fondamentalmente servendosi di tre “macrosistemi”: uno, l’SFRC modifica l’idraulica in tempo reale, un altro, l’SVDC ne adegua le logiche di smorzamento, l’SDDC mitiga il trasferimento di peso nelle frenate più decise; è poi molto utile la regolazione elettronica del precarico posteriore.
La gestione dei vari sistemi presenti, sospensioni comprese, è delegata al SIRS, una specie di cervellone che, dialogando con la piattaforma inerziale coordina anche altri dispositivi, fra i quali il controllo di trazione, dell’impennata e della coppia erogata in uscita di curva.
Come se non bastasse, si può contare su una ciclistica complessivamente solida e precisa, laddove il robusto forcellone, in alluminio come il telaio stesso, è derivazione della sportivissima GSX-R1000.
Sulla Suzuki GSX-S1000GX è grande la percezione di sicurezza dinamica, mentre del motore colpisce l’elasticità ai bassi regimi: scarso di vibrazioni percepite, forte dei suoi 152 cavalli di potenza e generoso dei 106 newtonmetri di coppia, ha la capacità di accelerare senza scossoni fin dai 2.000 giri. Che è una più che brillante prestazione, considerando pure che parliamo di un quattro cilindri.
La Suzuki GSX-S1000GX ha prezzi che partono dai 17.600 euro. L'esemplare usato per l'itinerario montava le valigie laterali in optional, che invece sono di serie sulla variante Touring, insieme alle manopole riscaldabili, alla sella Premium e al cavalletto centrale: costo 19.000 euro; come quello della versione Sport, che perde il cavalletto centrale ma guadagna lo scarico Akrapovi? e il parabrezza basso fumé.