Il Covid-19 ha stoppato l'edizione 2020 Il TT è una gara che apre spesso discussioni sul senso della vita, sulla libertà di affrontare il Mountain. Ecco il pensiero di alcuni grandi protagonisti
A proposito di sfida con se stessi, John Crellin è stato l’unico nella storia a scalare Everest e K2 correndo anche il TT. Ecco il suo pensiero: "Di base sono la stessa cosa. L’Everest è un TT verticale. Il TT è un Everest orizzontale. Il resto è sfida". John Crellin è morto il 12 giugno 2009 nel corso della gara Senior sul Mountain Mile, nella sezione più alta del tracciato. Là dove circuito e montagna sono tutt’uno. Destino, certo. Fatalismo nella fatalità. Accettazione consapevole del concetto stesso di morte possibile, anzi di morte, che vede culturalmente e filosoficamente il mondo anglosassone molto più portato alla convivenza silente e serena con l’idea, rispetto alla rimozione psicanalitica tipica dell’atteggiamento più dimostrativo, temperamentale ed emotivo dell’habitus continentale e segnatamente neolatino.
A questo, analizzando i costumi dell’Isola di Man, s’aggiunge il culto assoluto delle tradizioni. Celebrazione inesausta di una identità stratificatamente celtica, normanna e vittoriana a fare da proemio a qualsiasi sviluppo possibile. Postura socio-strutturata che rende l’Isola di Man capsula di conservazione del rischio consapevole ma anche Jurassic Park delle due e delle tre ruote. Un mondo pronto a preservare, conservare e anche a far rinascere per clonazione tutto ciò che altrove, da ere, appare inesorabilmente estinto. Corse stradali, appunto, con a bordo strada ostacoli implacabilmente fissi e possibilità serenamente ammessa di morte in corsa.
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