Triumph Daytona: The Royal Family

La dinastia delle leggende della Casa inglese affonda le radici nel passato con una storia ricca di trasformazioni e momenti difficili

11.05.2024 10:01

Il nome Daytona non suona certo nuovo alle orecchie dei motociclisti, la leggenda iniziò nel lontano 1967, quando sul mercato giunse la Triumph T100R Daytona, una bicilindrica 500 realizzata come omaggio al pilota Buddy Elmore, che in sella a una modificatissima Tiger 500 strappò una vittoria eccellente alla leggendaria 200 Miglia di Daytona nel 1966.
Era una moto sportiva a tutti gli effetti, nonostante i soli 40 CV potessero offrire prestazioni modeste se confrontati con le moderne pistaiole. Ma da quel momento, il seme di una nuova dinastia di moto era stato piantato; indissolubilmente associato a mezzi dal carattere sportivo.

Indice: 

  • La nascita della Daytona
  • La storia della Daytona. Dalla 955 all'attuale 600 passando per la leggendaria 675 (pag.2)

La nascita della Daytona

Il fallimento di Triumph nel 1974 aveva portato a uno stop della produzione negli stabilimenti di Meriden, ma con la ricostruzione del marchio voluta da John Bloor nel 1990 (che ha spostato la sede a Hinckley), si è ricominciato a parlare di questo brand, prima in Inghilterra e poi – lentamente – nel resto d’Europa e negli Stati Uniti.
Ovviamente la gamma non poteva che riprendere dal punto in cui la storia si era interrotta anni prima, e la rinascita internazionale venne affidata a tre modelli uguali per telaio e meccanica ma diversi per impostazione: una di queste varianti era denominata Daytona e veniva proposta nella doppia cilindrata di 750 e 1000 cc, con carena integrale e impostazione sportiva. Non si trattava di certo di una realizzazione paragonabile alla migliore produzione giapponese o italiana, ma aveva un asso nella manica che la rendeva unica sul mercato: un robusto motore tre cilindri in linea che frullava con un sound assolutamente distintivo.

Carlo Talamo e Roberto Crepaldi, importatori di Harley-Davidson con la Numero Uno di Milano, aprirono un’altra azienda chiamata Numero Tre con lo scopo di riportare il brand Triumph in Italia: vendettero 39 moto nel 1992 tra cui diverse Daytona con grafica ridisegnata rispetto alla meno accattivante proposta cromatica originale.

Risultato?
Il tre cilindri conquistò i cuori degli italiani e degli europei in generale, così la nuova creatura di Bloor – con l’aiuto di Talamo che lavorava egregiamente applicando strategie di marketing innovative – sbocciò e si avviò verso un percorso di crescita costante, fino all’arrivo della seconda generazione di Triumph moderne nel 1996, capitanate dalle strepitose Speed Triple T509 (la prima con l’inconfondibile doppio fanale tondo) e Daytona T595.

Rewind, Triumph Speed triple T509 FOTO

Rewind, Triumph Speed triple T509 FOTO

Nel 1991 la Triumph ha riniziato ufficialmente la produzione delle prime moto dopo il fallimento del 1983 e il successivo acquisto da parte dell'inglese John Bloor. Le nuove Triumph erano moderne e all'avanguardia nella tecnologia ma esteticamente un po' scialbe, i primi modelli veramente interessanti furono due e vennero presentati nel 1994 in coppia: Daytona Super III e Speed Triple

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