Quando negli anni '90 Yamaha lanciò la TDM fu un successo, in Italia Laverda decise di creare qualcosa di simile. Un prototipo ma che rimase tale e di quella moto oggi restano solo qualche foto e pochi dati tecnici
C'era una volta Laverda, un marchio di motocilette italiano dal grande fascino e dal palmares sportivo di tutto rispetto, che non è mai diventata una big ma si è difesa molto bene durante gli anni '60 e '70 con prodotti al top di performance e qualità. Negli anni '90 non navigava in buone acque, e dopo un primo fallimento la produzione riprese con una serie di sportive e naked fuori dal tempo, dotate tutte di motore bicilindrico raffreddato ad aria e feeling da moto artigianale.
Nel 1998 al Salone di Monaco, la factory di Breganze presentò un modello particolarissimo in forma di prototipo: la TTS 800. Non assomigliava a nient'altro prodotto prima di allora, e sposava la solita scelta meccanica a due cilindri con un concetto estetico e filosofico tutto nuovo. La moto era alta da terra, con sospensioni rialzate e una seduta ampia e comoda ad accentuare il carattere turistico, in un mix di stili che ora chiameremo senza dubbio "crossover" e che all'epoca era prerogativa della Yamaha TDM 850, prima moto di questa tipologia ad avere grande successo sul mercato e che condivideva con il prototipo italiano anche l'architettura meccanica bicilindrica frontemarcia.
La TTS di Laverda, però, aveva anche ciclistica rigorosamente stradale con telaio in tubi d'acciaio e ruote da 17" con impianto frenante davvero sportivo, probabilmente ripreso da quello della serie Formula 750 così come il motore, che nella carenate esprimeva fino a 92 CV, molti più dei 77 della TDM. Alcune soluzioni tecniche innovative portate da questo prototipo erano senza dubbbio il serbatoio posizionato sotto la sella per abbassare il baricentro e il vano portaoggetti ricavato al posto del tradizionale posizionamento della benzina, che in questo caso ospitava anche l'airbox. La strumentazione era completissima, quasi da GT, e la capacità di portare bagagli era affidata a un portapacchi posteriore e a una serie di valigie laterali (non presentate con la moto, ma nel programma di accessori dedicati). Bello anche il doppio scarico alto dal sapore off-road.
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