Test MV Agusta LXP Orioli, i voti del #SottoEsame

Una moto speciale, che proietta MV Agusta verso un futuro (si spera) finalmente roseo. Ecco il #SottoEsame della MV Agusta LXP Orioli

13.05.2024 14:32

MV AGUSTA LXP ORIOLI: COMOFORT ED ERGONOMIA

A guardarla è imponente, mastodontica: la MV Agusta LXP Orioli non è proprio per tutti.
Alzarla dal cavalletto richiede un certo impegno, ma una volta a bordo si sta proprio bene. La seduta è quella di una endurona moderna. Braccia alte e larghe, manubrio abbastanza lontano dal busto, sella che permette ampia libertà di movimento. Anche le gambe non sono rannicchiate, nemmeno ai piloti più alti. C’è qualche vibrazione agli alti regimi; in compenso il plexi (anche se non regolabile) protegge divinamente.

VOTO: 8,5

MV AGUSTA LXP ORIOLI: PIACERE DI GUIDA

Come già anticipato, la nostra LXP Orioli era equipaggiata con pneumatici piuttosto enduristici, che su asfalto non offrono certo il grip per poter spingere un po’. Nonostante questo, è impossibile non capire quanto di buono ci sia nella ciclistica. Nonostante la massa notevole, la LXP danza tra una e l’altra aggraziata, senza infastidirti con vistosi cambi di carico.
Freni forte e lei rimane lì: ovvio, la forcella affonda, ma non così repentinamente come ci si aspetta da una moto col 21 pollici davanti. E poi in curva vola.
Ha un avantreno solido, stabile, ma al tempo stesso è molto svelta a chiudere le traiettorie. Si lascia guidare con un dito, scende in piega con estrema naturalezza.
Sembra una ciclistica Aprilia, per quanto è bilanciata e ben regolata a livello di assetto e distribuzione dei pesi. E se conoscete le Aprilia, sapete che si tratta di un gran bel complimento.
Il motore ha una vocazione particolarmente sportiva. Inutile girarci attorno: prima dei 3.000 giri è un po’ pigro e tra l’altro la risposta al gas è un po’ sporca. È solo allora, oltre i 3-4.000 giri che il tre cilindri trova la sua dimensione. Da lì in poi infatti spinge con estrema forza, un crescendo entusiasmante che culmina solo oltre i 10.000 giri. Tutto accompagnato da una colonna sonora gloriosa, soprattutto con il Termignoni montato. Anche il quickshifter sembra funzionare meglio quando si spreme a dovere il motore. Sotto, nei transitori, non è rapidissimo (anche se sempre morbido e preciso). Una moto particolare, che nonostante le apparenze ti invoglia a tirare ancora un po’ di più, un po’ per farti godere del suo sound roco e graffiante, un po’ perché più aumenta l’andatura, più tutto funziona meglio.

Abbiamo assaggiato anche un po’ di fuoristrada; ebbene: non è un’enduro specialistica, se ci fosse bisogno di ribadirlo. D'altra parte, quando si ha a che fare con 240 e passa chili, gestire tutto quanto diventa mestiere per pochi. Oltretutto, il motore un po’ spento ai bassi non aiuta a giocare con il gas e chiudere le curve sfruttando l’acceleratore.

VOTO: 7

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