Il 17 e il 18 maggio siamo stati invitati a partecipare alla prima edizione della "Val Trebbia Food & Ride Moto Experience" per la valorizzazione dei Salumi Piacentini Dop e la Focaccia di Recco: ecco la nostra esperienza
Insomma da un lato abbiamo la focaccia col formaggio, dall’altro salumi di gran qualità e in mezzo l’appennino Emiliano Ligure, già da soli basterebbero a raccontare mille storie, noi ora però vogliamo raccontarvi com’è andata la nostra.
La partenza è stata fissata in piazza Cavalli a Piacenza alle ore 10:00 in direzione Val Trebbia, ma pochi km dopo ci fermiamo già per la prima sosta: visita al Salumificio Grossetti, dove abbiamo avuto il piacere di essere accompagnati da Antonio Grossetti che con entusiasmo ci ha guidati alla scoperta dei processi e dei segreti della produzione di Coppa, Salame e Pancetta, dove l’aspetto artigianale e le lavorazioni manuali sono ancora fondamentali per poter garantire prodotti di altissima qualità. Antonio nel raccontarci i vari processi ci tiene a sottolineare che due delle chiavi principali nella produzione del salume sono la passione e il tempo, la prima è sinonimo di qualità delle lavorazioni e il secondo è fondamentale che sia lento per una corretta stagionatura dell’insaccato.
Ci salutiamo solo dopo una doverosa degustazione per proseguire verso Bobbio dove faremo la nostra pausa pranzo, passando per il passo della Caldarola e deviando poi verso Pietra Parcellara, un’iconica montagna di ofiolite che ha fatto da sfondo ad alcune delle nostre fotografie. Giunti a Bobbio e parcheggiate le moto abbiamo fatto una breve passeggiata per il borgo per arrivare all’abazia di San Colombiano, protettore dei motociclisti, dove ci attendeva una visita guidata alla scoperta dei suoi affreschi e di un importantissimo mosaico pavimentale risalente al XII. Per rimanere in tema ci viene fatto subito notare che tra le varie raffigurazioni è presente un’icona dedicata alla pratica di macellazione del maiale, che è relativa al mese di dicembre, momento adatto alla lavorazione delle carni grazie alle basse temperature. Compiuta la nostra visita la sosta continua con la pausa pranzo all’Albergo Ristorante Piacentino, in cui dopo primi e secondi tradizionali ci viene offerto con orgoglio un assaggio della pancetta locale.
Con le papille gustative ancora in fibrillazione risaliamo in sella per proseguire il nostro itinerario, proseguiamo per la SS45 fino a Bargagli, per poi deviare verso Lumarzo e Uscio, e infine approdare a Recco e goderci la vista della costa. Cena e pernottamento poi all’hotel ristorante “La Manuelina” dove siamo stati accolti da un spettacolare cooking show, introdotto dall’assessore al marketing territoriale del Comune di Piacenza, Simone Fornasari e da Carlo Gandolfo, sindaco di Recco. Durante la performance ci vengono dapprima mostrate da Antonio Grossetti e da Gianfranco Caldero le fasi di cucitura, legatura e insacco dei salumi e in seguito Daniela e Lucio Bernini del Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio IGP ci parlano della storia della prelibata focaccia, seguita da un dimostrazione di come ne avviene la preparazione.
Finalmente a cena possiamo godere dell’unione unica di questi prodotti e di altrettante proposte tipiche, come ad esempio i deliziosi Pansoti fatti a mano alla salsa di noci. L’indomani mattina la decisione è quella di lasciare le moto parcheggiate per poterci godere una passeggiata tra i vicoli della caratteristica Camogli, che abbiamo avuto la fortuna di raggiungere via mare, approdando in battello nel suo piccolo e coloratissimo porticciolo. A pranzo poi non potevano mancare altre deliziose dimostrazioni (e degustazioni di focaccia e salumi), allo storico ristorante O’ Vittorio infatti rimaniamo tutti in silenzio e attenti durante la spiegazione di come viene preparato il vero pesto alla Genovese, nessun segreto, soltanto ingredienti locali e la giusta tecnica di pestaggio. Sia per quanto riguarda il pesto che per quanto riguarda la focaccia ci viene sottolineata la stessa cosa: quel che rende “di Recco” la focaccia e “Genovese” il pesto, oltre alla tecnica di preparazione tradizionale sono semplicemente gli ingredienti, che devono tassativamente essere locali affinché il prodotto possa definirsi tale.
Terminata la nostra ultima mangiata in compagnia si riparte per tornare verso Piacenza, questa volta però attraversando le bellissime Val d’Aveto e Val Nure. Con la pancia piena e la mente colma di nuove storie, il pensiero che mi viene lungo la strada del ritorno è che molto spesso in sella alle nostre moto ci limitiamo ad “attraversare” il paesaggio. Varrebbe la pena dedicare più tempo a conoscere meglio le storie e le tradizioni dei territori che percorriamo: non è necessario andare lontano per farlo, di queste vicende le nostre regioni sono ricolme. A volte è sufficiente decidere di viaggiare più lentamente, e fermarsi anche solo per fare due passi in quel borghetto che incontriamo quando facciamo il nostro passo preferito.
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