        La nuova linea Indian Scout 2025 mantiene il fascino classico della moto del 1920, ma sotto la carena presenta una serie di miglioramenti significativi. Ora c'&egrave; un motore bicilindrico a V da 1.250 cc raffreddato a liquido, denominato SpeedPlus 1250, che offre una potenza di 111 CV. Ma i cambiamenti non finiscono qui. In arrivo ci sono 5 nuovi modelli e tre diversi allestimenti. INDIAN MOTORCYCLE DEBUTTA A PARIGI PER IL R&Eacute;TROMOBILE I cinque modelli e i tre allestimenti La gamma 2025 include cinque modelli Scout e tre livelli di allestimento, tutti dotati di sistema antibloccaggio (ABS). Alcuni modelli offrono anche controllo di trazione e modalit&agrave; di guida preimpostate. Per garantire una migliore maneggevolezza, Indian ha ridotto l'altezza della sella a 26,5 pollici, rendendo la Scout pi&ugrave; accessibile e agile per una vasta gamma di motociclisti. Inoltre, la nuova linea offre una serie di pacchetti tecnologici che consentono al pilota di personalizzare l'esperienza di guida in base alle proprie preferenze e al livello di comfort desiderato. Indice:  Indian 101 Scout Indian Scout Bobber Indian Sport Scout Indian Super Scout Indian Scout Classic Nuovi allestimenti  Indian 101 Scout  Il modello pi&ugrave; "completo" della gamma: dispone di tutti gli aggiornamenti, tra cui forcella anteriore regolabile invertita, doppio disco Brembo e grafiche aggressive. Per questo motivo &egrave; sicuramente la pi&ugrave; costosa e il prezzo di listino &egrave; di 16.999 dollari, circa 15.720 euro. Indian Scout Bobber  Impossibile resistere al fascino unico delle Bobber. Questa moto presenta&nbsp;un design spoglio, un frontale oscurato, parafanghi bobber tagliati e una ghiera dei fari. Il prezzo parte da 12.999 dollari, circa 12.021 euro. Indian Sport Scout  C'&egrave; chi ama il fascino dell'eleganza senza tempo e chi apprezza di pi&ugrave; uno stile sportivo. Per questi ultimi c'&egrave; la Sport Scout, caratterizzato da un stile storico ma con uno spirito pi&ugrave; aggesstivo. Indian ha fissato il prezzo di partenza della a 13.499 dollari, circa 12.483 euro. Indian Super Scout  Per gli amanti dei lunghi viaggi e delle strade sconfinate c'&egrave; la Super Scout. Questo modello &egrave; dotato di borse da sella, ruote a filo, parabrezza e sella per il passeggero. Il prezzo di partenza della Super Scout sar&agrave; di 16.499 dollari, 15.257 euro. Indian Scout Classic  Stile classico ma tecnologia di ultima generazione, il tutto condito con delle prestazioni uniche. Queste sono le caratteristiche della Scout Classic, con finiture cromate e i classici parafanghi svasati.&nbsp; Il prezzo di partenza &egrave; di 13.999 dollari, circa 12.946 euro. I nuovi allestimenti Indian  Come detto, sono disponibili tre livelli di allestimento della Scout: Standard, Limited e Limited + Tech. L'allestimento Standard include l'ABS, la nuova illuminazione a LED e l'indicatore analogico con la lettura del livello di carburante e del risparmio. L'allestimento Limited include il controllo della trazione, il cruise control, il caricatore USB e tre modalit&agrave; di guida selezionabili. Un ulteriore passo avanti &egrave; rappresentato dall'allestimento Limited + Tech, che include tutto ci&ograve; che &egrave; presente nel livello di allestimento Limited e aggiunge un display touchscreen rotondo da 4 pollici. Annunci moto: clicca qui per scoprire l'usato       

Dalla pi&ugrave; classica alla pi&ugrave; sportiva, tutte caratterizzate da un design che rimanda al modello del 1920 ma con un nuovo motore e nuova tencologia

Indian Scout 2025: cinque nuovi modelli e tre allestimenti in arrivo

        Indian Motorcycle ha annunciato che esporr&agrave; a R&eacute;tromobile nell'inedito spazio espositivo nella sua 48esima edizione che si terr&agrave; a Paris Expo Porte de Versailles dal 31 gennaio al 4 febbraio 2024. R&eacute;tromobile &egrave; il luogo d'incontro annuale per gli appassionati e i collezionisti di veicoli e tra i punti salienti che caratterizzeranno questa edizione, la grande novit&agrave; dell'annata 2024 &egrave; che la kermesse offrir&agrave; agli amanti delle due ruote l'opportunit&agrave; di scoprire un'area appositamente dedicata alle moto da collezione.&nbsp;  UNA INDIAN CHIEF AZZURRA DEL 1947 &Egrave; ALL'ASTA: MA &Egrave; STRANISSIMA! Passione e convivialit&agrave; Per la prima volta, ben 2mila metri quadri saranno dedicati esclusivamente alle due ruote, riunendo costruttori e produttori di accessori nel padiglione 2.2. "Il team di R&eacute;tromobile &egrave; appassionato di veicoli da collezione, tra cui naturalmente le moto che hanno segnato la storia della locomozione. Questa passione &egrave; condivisa da almeno il 29% dei nostri visitatori che gi&agrave; possiedono moto da collezione. La retrospettiva che abbiamo realizzato durante la 47a edizione dedicata al centenario dello storico marchio francese di motociclette Dollar, acclamato nel 2023, ci ha convinto a riunire i protagonisti delle due ruote all'interno della stessa area e a dare loro un posto d'onore per le prossime edizioni. Come per gli altri corridoi del salone, le due parole d'ordine saranno passione e convivialit&agrave;", afferma Romain Grabowski, direttore di R&eacute;tromobile. ALL'ASTA CINQUE MOTO DAI PREZZI FOLLI LEGATE A STEVE MCQUEEN       

L'azienda approfitter&agrave; dell'enorme spazio espositivo messo a disposizione nella kermesse per le moto da collezione

Indian Motorcycle debutta a Parigi per il Rétromobile

        Una Indian Chief del 1947 &egrave; stata messa all'asta su Bring a Trailer ad un prezzo folle. La moto &egrave; estremamente stravagante e per portarla allo splendore di oggi &egrave; stato necessario un processo di restauro durato ben 12 anni e portato a termine nel 2013. Con soli 1.770 chilometri percorsi, &egrave; un vero gioiello che ha attraversato ben 77 anni di storia.  A CACCIA DI SIDECAR, MA CHE PREZZI! L'ASTA FOLLE IN GRAN BRETAGNA Dettagli unici Il cuore pulsante di questa moto &egrave; rappresentato dal bicilindrico a V flathead da 74ci, sottoposto a una scrupolosa revisione nel 2016. L'esemplare vanta una riverniciatura della carrozzeria e a polvere del telaio. Nel 2016, ha subito una metamorfosi tecnologica con l'installazione di un carburatore Keihin, un sistema elettrico a 12 volt e un modulo di accensione elettronica. La sella color cuoio con frange e piccole conchiglie colorate, la forcella a trave, gli ammortizzatori a stantuffo, il manubrio stile Hollywood e il sistema di scarico due-in-uno conferiscono a questa Indian Chief un'eleganza senza tempo. Un restauro importante Nel 2023 il lavoro di preparazione alla vendita ha incluso lo svuotamento e il rabbocco del carburante, il cambio dell'olio e la sostituzione della batteria.&nbsp;Oggi, questa Indian Chief si presenta al mondo con documenti di servizio, la documentazione del proprietario e un titolo pulito del Massachusetts a nome del venditore. Altri dettagli accattivanti sono il manubrio cromato in stile hollywoodiano, arricchito da dettagli come la manopola di accensione a rotazione a sinistra e quella di accelerazione a rotazione a destra. Il prezzo? Ben 19.217 euro, una cifra decisamente alta ma giustificata dall'esclusivit&agrave; e dalla particolarit&agrave; di un modello d'epoca cos&igrave; stravagante. SOGNI PER COLLEZIONISTI: LE TRE MOTO PI&Ugrave; COSTOSE MAI REALIZZATE       

La moto &egrave; in vendita sul portale Bring a Trailer ad un prezzo folle: la sella di cuoio marrone con frange e conchiglie colorate la rende ancora pi&ugrave; bizzarra

Una Indian Chief azzurra del 1947 è all'asta: ma è stranissima!

L&#39;azienda statunitense Indian Motorcycle ha presentato una richiesta di brevetto che non solo propone di riscaldare, ma anche di raffreddare l&#39;abbigliamento del motociclista senza la necessit&agrave; di complicati cablaggi. Solitamente, i gilet climatici sono l&#39;ideale per le giornate particolarmente calde o fredde dei motociclisti: sono comodi, versatili, ma presentano alcuni svantaggi, come l&#39;obbligo di collegarli a una batteria e la limitata autonomia. Proprio per questo Indian potrebbe aver messo a punto una soluzione estremamente innovativa.&nbsp;    IN MOTO ANCHE SE PIOVE: 10 CONSIGLI PER ANDARE SICURI  Gli indumenti auto-riscaldanti: l&#39;idea  La richiesta di brevetto propone di dotare l&#39;abbigliamento speciale del motociclista di vari punti di ricarica, alcuni dei quali induttivi, presenti sulla moto stessa. Questi punti di contatto potrebbero trovarsi sul manubrio, sulla sella, sui poggiapiedi e persino sullo schienale. In questo modo, guanti, giacche, pantaloni e stivali potrebbero essere alimentati continuamente, garantendo al conducente un comfort termico ottimale, senza l&#39;ingombro di cablaggi complicati.  La batteria, invece di attingere all&#39;energia del veicolo, sarebbe una unit&agrave; separata e ricaricabile. Pur aggiungendo un peso extra, questa soluzione libererebbe il motociclista dal dover indossare direttamente il peso aggiuntivo. La proposta di Indian suggerisce anche la possibilit&agrave; di ricaricare la batteria in modalit&agrave; wireless, tramite un pratico tappetino a induzione.  Ma non &egrave; solo questa la proposta di Indian: l&#39;azienda pensa infatti che i sensori integrati nell&#39;abbigliamento potrebbero raccogliere dati sulle reazioni del corpo alla temperatura, al vento e all&#39;umidit&agrave;, consentendo al sistema di apportare regolazioni automatiche per un comfort ottimale.  Qualche dubbio sulla fattibilit&agrave;  Tuttavia, c&#39;&egrave; un &quot;ma&quot;. Il sistema proposto da Indian richiederebbe un completo rinnovo dell&#39;equipaggiamento, dalla giacca agli stivali, affinch&eacute; sia compatibile con la nuova tecnologia. Inoltre, non sembra che una standardizzazione tra diverse marche sia possibile nel breve tempo.    T.UR G-WARM 3, I GUANTI RISCALDABILI PER AFFRONTARE IL FREDDO 

Indian ha depositato un brevetto per la realizzazione di punti di ricarica sulla moto che possano riscaldare (o rinfrescare) i vestiti dei piloti: sar&agrave; fattibile? &nbsp;

Abbigliamento, la moto potr&agrave; scaldare e raffreddare il pilota? Depositato un brevetto

        Una Indian FTR 1200 S &egrave; stata recentemente sottoposta ad una massiccia trasformazione attraverso le mani esperte di&nbsp;di ARCTOS e Fuhrer Moto, guidati da Stefan Fuhrer e Ulfert. Pur mantenendo la base meccanica di sospensioni Sachs regolabili, freni Brembo e 120 CV di potenza, la vera novit&agrave; sta tutta nell'estetica.  UNA SUZUKI GSX-R DA NOSTALGICI: UNA K7 DIVENTA DI UNA GIXXER DEL 1989 Tutte le modifiche apportate L'aspetto della moto &egrave; stato completamente rivoluzionato: un nuovo copriserbatoio modellato da zero e uno schermo TFT integrato, si abbinano perfettamente al manubrio ProTaper, riser e impugnature grigie, accoppiati a frecce a barra Motogadget e leve di controllo Synto Evo regolabili di ABM. Un gruppo di interruttori in fibra di carbonio Jetprime aggiunge un tocco di classe. L'illuminazione si arricchisce di un cupolino in stile piastra e un faro LED a doppia pila di Highsider. I paracolpi per forcella su misura e l'assenza del parafango anteriore conferiscono un aspetto unico. I cerchi FTR standard cedono il passo a raggi Kineo con pneumatici Michelin Anakee Wild per migliorare l'aderenza su strada e fuoristrada. L'ammortizzatore aftermarket Hyperpro rimpiazza quello originale sul retro. Il modulo bolt-on in alluminio di Roland Sands Design funge da serbatoio del gas e telaio ausiliario. Una coda ridisegnata ospita una sella in pelle marrone chiaro con cuciture a nido d'ape. L'estetica cattura l'occhio con una colorazione blu profonda, strisce dorate e parti argentate. Il telaio a traliccio bianco crea inoltre un contrasto perfetto. BMW PRESENTA IL CUSTOM CONTEST DEDICATO ALLE R 18       

L'aspetto della moto &egrave; stato rivoluzionato attraverso numerose modifiche, sia per quanto riguarda il design che la ciclistica

Indian FTR 1200 S, la special "blu profondo" di ARCTOS e Fuhrer Moto

Nel corso degli anni sono stato invitato a provare in pista tantissime moto da corsa, dalle MotoGP alle Superbike pi&ugrave; vittoriose, ma niente &egrave; paragonabile in termini di improbabilit&agrave; e dimensioni a quello che sto per provare oggi. Si tratta dell&rsquo;Indian Challenger RR con la quale Tyler O&rsquo;Hara ha riguadagnato la corona del Moto America King of the Baggers nel 2022, sottraendola cos&igrave; alla storica rivale Harley Davidson. Un fatto che ha riacceso una guerra che dura ormai da oltre un secolo, quella tra i due principali costruttori americani. Negli ultimi tre anni questa rivalit&agrave; si &egrave; appunto riaccesa, perch&egrave; i due Marchi di moto pi&ugrave; antichi d&rsquo;America si sono presi a cazzotti per guadagnarsi la corona King of the Baggers/KoB, nell&rsquo;ultraimprobabile (ma potenzialmente redditizio) intento di correre con versioni ottimizzate delle loro moto da strada bicilindriche a V pi&ugrave; vendute, equipaggiate di borse laterali montate sul telaio e una carenatura. Quindi &egrave; di nuovo guerra, ma come non l&rsquo;avevamo mai conosciuta prima: il vecchio mantra &ldquo;vinci di domenica, vendi di luned&igrave;&rdquo; &egrave; rinato, pur in un contesto decisamente insolito.  Il regolamento impone che il telaio resti invariato  La serie Kob, gestita da MotoAmerica, &egrave; dedicata ai V-Twin americani preparati da gara dotati di carenatura e borse laterali; queste devono derivare da moto da strada e pertanto avere un codice di telaio che deve rimanere immutato, anche se Indian ha ottenuto una concessione per accorciare i tubi del telaio che avvolgono il radiatore di serie, per permettere alla moto di arrivare agli incredibili angoli di inclinazione di 60&deg; a cui O&rsquo;Hara e McWilliams fanno girare le loro SuperBagger (quella di serie arriva a 31&deg;...) per massimizzare la velocit&agrave; in curva. La forma della carrozzeria originale deve essere mantenuta, ma si pu&ograve; scegliere un diverso materiale; perci&ograve;, mentre la carenatura anteriore &egrave; un elemento stampato che arriva direttamente dalla linea di produzione, le borse posteriori sono realizzate in fibra di carbonio, per aiutare a spostare in avanti la distribuzione del peso. C&rsquo;&egrave; un limite di peso minimo di 620 libbre (281 kg) che deve includere olio, acqua e qualsiasi altro liquido. Nel caso della Challenger, il peso &egrave;distribuito 51-49% tra anteriore e posteriore, anche se a guardarla di lato non sembrerebbe.    &nbsp;  Le caratteristiche del motore  Il motore di serie PowerPlus a otto valvole di 1768 cc (108 mm x 96,5 mm le misure di alesaggio e corsa) produce 121 CV a 5.500 giri all&rsquo;albero e 178 Nm di coppia a 3.800 giri. Il motore viene alesato da S&amp;S e grazie ai pistoni CP/Carrillo forgiati la cilindrata aumenta fino a 1834 cc (le bielle invece rimangono di serie). Il rapporto di compressione cresce fino a 13:1 grazie anche alle testate lavorate in CNC. L&rsquo;albero motore di serie pesa 17,70 kg, ma viene alleggerito di un peso che va &ldquo;dalle dieci alle venti libbre&rdquo; (4,50-9,00 kg!). Questo aiuta a ottenere un significativo aumento di potenza e coppia dal bicilindrico a V di 60&deg; raffreddato a liquido: &ldquo;Arriviamo a oltre 170 CV a 7.700 giri&rdquo;. Valore piuttosto rispettabile, ma la cosa sconvolgente &egrave; la coppia: oltre 203 Nm a 5.000 giri! Anche per via di questi numeri, i cuscinetti di banco sono quelli di serie per garantire una maggiore durata e affidabilit&agrave;. Dato che non ci sono aiuti elettronici consentiti dalle regole KoB (quindi nessun controllo di trazione con oltre 200 Nm di coppia!), S&amp;S ha installato un modulo di controllo MaxxECU Sport di fabbricazione svedese con cablaggio personalizzato che incorpora un quickshifter bidirezionale, un cruscotto AIM DL2 e un data logger. Il cambio a sei marce di serie &egrave; stato mantenuto, ma ora &egrave; abbinato a una frizione antisaltellamento Adler su misura, indispensabile a sentire i tecnici: immaginate il bloccaggio della ruota posteriore su una moto del genere! La frizione Adler ha funzionato cos&igrave; bene che &egrave; stata montata anche sulle moto da strada: vedi che le corse servono davvero! Il coperchio della frizione personalizzato S&amp;S &egrave; stato realizzato per favorire la luce a terra, con la leva del cambio sollevata verso l&rsquo;alto per evitare che si incastrasse. Preoccupazioni simili hanno spinto S&amp;S a infilare lo scarico il pi&ugrave; vicino possibile al motore: &egrave; pi&ugrave; o meno a met&agrave; della moto, sulla destra, ma incredibilmente &egrave; ancora un problema per i piloti ufficiali. &quot;Grattavano le marmitte cos&igrave; forte che rompevano le staffe e toglievano i loghi!&quot;, parole del capomeccanico.    &nbsp;  La posizione in sella&nbsp;  Non credevo che questo sarebbe stato un problema per me nei cinque giri concessimi sulla moto di Jeremy, soprattutto perch&eacute; era la prima volta che guidavo sul circuito di Chuckwalla e a causa delle basse temperature abbiamo dovuto utilizzare le Dunlop Sportmax Q4, piuttosto che le solite slick. Salire sulla sella da corsa Saddlemen personalizzata della SuperBagger ha richiesto un po&rsquo; di fatica: anche se bassa, la Indian &egrave; piuttosto larga per via alla copertura del serbatoio che ora comprende il corpo farfallato montato lateralmente. Questo ti fa percepire chiaramente su che razza di immobile a due ruote sei salito a bordo; eppure paradossalmente la posizione di guida &egrave; piuttosto angusta, perch&eacute; sembra di dover raggiungere il Messico attraverso il serbatoio per afferrare i semimanubri, mentre allo stesso tempo tocca sollevare i piedi abbastanza in alto per parcheggiarli sui poggiapiedi.    &quot;Da 0 a 100 km/h di 2,4 secondi, roba da MotoGP&quot;  Premuto il pulsante di avviamento, l&rsquo;Indian torna in vita come un morto che riemerge da 40 e passa anni di sonno. Ho provato a mollare la leva della frizione delicatamente per partire, ma l&rsquo;Indian &egrave; balzata in avanti tentando di spegnersi. &quot;Il launch control &egrave; molto utile su questa moto, avrebbero dovuto dirti di usarlo&raquo; mi ha detto in seguito Jeremy. &quot;Il motore rimane a 3.000 giri, tu rilasci la frizione e al resto ci pensa il launch control. Abbiamo visto tempi da 0 a 100 km/h di 2,4 secondi, roba da MotoGP! Ma &egrave; normale se ci pensi: con una moto lunga, tanto grip e pneumatici larghi, possiamo farla partire pi&ugrave; rapidamente di una Superbike ufficiale. Le nostre partenze sono sempre state buone l&rsquo;anno scorso, ed &egrave;molto importante per non ritrovarsi al centro del gruppo alla prima curva&quot;. Notando che nonostante l&rsquo;incredibile coppia non aveva impennato nemmeno in prima marcia, sono passato subito in seconda e poi quasi subito in terza grazie all&rsquo;efficace cambio quickshifter: i primi quattro rapporti sono molto ravvicinati, mentre quinta e sesta sono pi&ugrave; spaziate, ci&ograve; che serve al motociclista che acquista una cruiser. &quot;Purtroppo siamo limitati per quanto riguarda il numero di giri massimo &ndash; dice Jeremy &ndash; quindi la poca distanza tra un rapporto e l&rsquo;altro &egrave; un problema quando cerchi la marcia perfetta per una curva. In uscita usiamo spesso la terza, quinta e sesta solo in gare su piste pi&ugrave; veloci come Daytona e Road America&quot;.    &nbsp;  Cosa trasmette la Indian Challenger RR appena la provi&nbsp;  Ho trascorso i primi due dei miei preziosi cinque giri in sella alla RaceBagger cercando di venire a patti con la curiosa posizione di guida e con quella enorme quantit&agrave; di coppia. Il massimo lo esprime a circa 5.500 giri, ma volendo ci si pu&ograve; spingere fino al limitatore posto a 7.700 giri. Nonostante l&rsquo;acceleratore RBW, l&rsquo;ECU Maxx interviene con un taglio netto e deciso, fermando parecchio la moto a ogni manata di gas troppo decisa. Questo inizialmente mi ha fatto pensare di guidarla utilizzando la parte bassa del contagiri, ma mentre lo facevo ho scoperto che, mantenendo il motore sotto i 5.500 giri, compare un evidente sottosterzo, che tra l&rsquo;altro &egrave; piuttosto faticoso da combattere a causa delle incredibili misure della moto (peso, interasse, ecc.). Al terzo dei cinque giri ho quindi cambiato strategia: ho tenuto una marcia pi&ugrave; bassa e fatto girare in alto il motore PowerPlus. Bingo! La monster bike a passo lungo non si trasforma certo in un&rsquo;agile principessa, ma riesce a percorrere una traiettoria decisamente pi&ugrave; stretta permettendomi di rimanere accelerato pi&ugrave; a lungo. Ci sono due spie del cambio: una gialla a 6.900 giri e un&rsquo;ultima di avvertenza, rossa, 500 giri dopo. L&rsquo;unico aspetto negativo &egrave; che pi&ugrave; forte si fa girare il motore, pi&ugrave; le vibrazioni aumentano, non in modo incontrollato (soprattutto in un turno di 10-15 minuti), ma sono comunque evidenti. Per regolamento i team non possono modificare l&rsquo;albero di bilanciamento, e quello di serie ovviamente non &egrave; dimensionato per gestire valori di coppia e potenza cos&igrave; alti (senza contare la significativa riduzione delle inerzie).    Considerazione post-test  Ovviamente non posso dire di aver sfruttato tutte le capacit&agrave; dell&rsquo;Indian Bagger nei miseri cinque giri concessimi, ma le caratteristiche principali della sua guida sono evidenti fin da subito. In primo luogo, anche con gomme da gara, il telaio adora dimenarsi sotto l&rsquo;incredibile dose di coppia e potenza; fortuna che l&rsquo;ammortizzatore di sterzo &egrave; facilmente accessibile. Ammettiamolo, questa moto non &egrave;stata progettata per correre, ma il fatto che si muova da tutte le parti quando si accelera &egrave; uno dei motivi per cui &egrave; divenuto cos&igrave; famoso e rinomato il King of the Baggers. Queste moto sembrano proprio una figata da guidare e lo sono davvero! In secondo luogo, sebbene ci sia una certa distanza tra pilota e avantreno, l&rsquo;Indian &egrave; piuttosto agile nei cambi di direzione, ben pi&ugrave; di quanto una moto cos&igrave; lunga abbia il diritto di fare. Non la definirei esattamente agile, ma si &egrave; comunque dimostrata abile nell&rsquo;affrontare la chicane cieca sinistra-destra in cima alla collina di Chuckwalla in seconda marcia, con il motore a poco meno di 7.000 giri. Affrontare la chicane in terza e utilizzare pi&ugrave; la coppia che la potenza non ha dato i suoi frutti, dato che &egrave; comparso il sottosterzo di cui parlavo prima.    La frenata non si porta fino al punto di corda: &quot;Meglio farla correre!&quot;  Anche per quanto riguarda il fermarsi, l&rsquo;Indian SuperBagger si difende bene, soprattutto dalle alte velocit&agrave; &ndash; ancora una volta, incredibilmente, visto quanto &egrave; pesante. I grossi dischi anteriori Alpha Racing di 320 mm&nbsp;di fabbricazione tedesca e le pinze radiali Brembo Stylema 4P fermano inaspettatamente bene questo monolite, ma soltanto se: a) si utilizza anche il disco posteriore EBC di 10,5 pollici (268 mm) con la sua pinza Hayes a quattro pistoncini; b) si sfrutta la notevole quantit&agrave; di freno motore (nonostante la frizione antisaltellamento); c) non si porta la frenata fino al punto di corda, pratica che la Challenger non digerisce con facilit&agrave;. &quot;Credo che il motivo sia perch&eacute;&nbsp;abbiamo gi&agrave;&nbsp;un sacco di grip al posteriore. Se dai tanto carico anche all&rsquo;avantreno la moto si contorce su s&egrave; stessa, perch&eacute;&nbsp;dietro &ldquo;spinge&rdquo; e davanti &egrave; frenata. Meglio farla correre. Dover adattare il tuo stile alla guida di questa moto &egrave; diverso da qualsiasi altra cosa e ti troverai fuori dalla tua zona di comfort. Devi frenare il pi&ugrave; possibile a moto dritta, non come ho fatto l&rsquo;anno scorso alla prima curva di Daytona, dove a momenti mi stendo proprio al primo giro! Alla fine quella gara l&rsquo;ho vinta, ma l&igrave; ho capito che non gradisce essere guidata portando tanto freno in curva. E l&rsquo;hai capito anche tu, mi sembra!&quot;. Queste le parole di Jeremy.    Conclusioni  In effetti s&igrave;, si intuisce abbastanza in fretta, e anche in una misera sessione di pochi giri ho capito che questa fantastica moto continuava a farmi nuove domande, ad alcune delle quali ho risposto adattando la mia guida. Spero di avere la possibilit&agrave; di conoscerla meglio, ma nel frattempo una cosa &egrave; certa: chiunque guider&agrave; una di queste moto &ndash; Harley o Indian &ndash; &egrave; un eroe assoluto, e il livello di abilit&agrave; e coraggio richiesti per vincere una gara del genere non sono affatto banali. Massimo rispetto! 

Abbiamo provato una delle due protagoniste del MotoAmerica &quot;King of the Baggers&quot;, tanto tozza, goffa e esagerata quanto affascinante. Un&#39;esperienza surreale

Prova Indian Challenger RR: che americanata!

        Indian Motorcycle ha presentato due novit&agrave; &ndash; una &egrave; pi&ugrave; un ritorno &ndash; molto allettanti. La prima &egrave; la Indian Pursuit nella sua classe di moto Elite in edizione limitata, mentre la seconda &egrave; l'ultra-premium Chieftain Elite.&nbsp;Aaron Jax, vicepresidente di Indian Motorcycle, si &egrave; cos&igrave; espresso: "Quando abbiamo presentato per la prima volta la Chieftain Elite 2018, volevamo creare un'offerta non solo limitata in termini di quantit&agrave;, ma anche esclusiva, con dettagli personalizzati direttamente dalla fabbrica. Oggi, con finiture da gioiello, la nostra linea Elite di bagger e modelli touring rappresenta davvero il meglio del meglio e offre una dichiarazione come nient'altro sulla strada". Indian Pursuit Elite  La Indian Pursuit Elite &egrave; stata pensata &ndash; e progettata &ndash; per tutti coloro che amano sia il viaggio che la destinazione, essendo dotata di comfort e tecnologie avanzate per migliorare la guida. La moto monta il&nbsp;motore PowerPlus raffreddato a liquido, che eroga una potenza di 122 CV. Il precarico della sospensione posteriore Fox regolabile elettronicamente e pu&ograve; essere gestito dal sistema di infotainment della Indian Pursuit Elite. La sua tecnologia Smart Lean, poi, utilizza un'unit&agrave; IMU Bosch per regolare il controllo della trazione, l'ABS e la coppia per un controllo ancora maggiore. La strumentazione si avvale di un touchscreen da 7" e offre l'integrazione con Apple CarPlay, la navigazione turn-by-turn, la connettivit&agrave; Bluetooth, un anno di funzioni connesse Ride Command+. Completano il suo look &ndash; molto sofisticato &ndash; i colori Super Graphite Metallic e Black Metallic con accenti Shadow Bronze Chrome. Il modello, di&nbsp;cui sono stati realizzati solo 150 esemplari, &egrave; disponibile al prezzo di 36mila euro circa. Chieftain Elite A differenza dell'Indian Pursuit Elite, la Chieftain Elite 2023 ha uno stile molto pi&ugrave; aggressivo, con soli 175 esemplari disponibili in tutto il mondo, il che la rende un'edizione molto limitata. Monta il motore Thunderstroke 116&nbsp;raffreddato ad aria dotato di&nbsp;disattivazione del cilindro posteriore&nbsp;per migliorare il comfort durante la guida nel traffico, e tre modalit&agrave; di guida: Tour, Standard e Sport. Anche qui abbiamo un display touchscreen da 7" con Apple CarPlay, GPS con navigazione e funzioni Ride Command+, come la visualizzazione in tempo reale del traffico e del meteo e una funzione di localizzazione del veicolo. Sfoggia una livrea Super Graphite Smoke, completata da finiture cromate Shadow Bronze e da pedane con copricapo Indian Motorcycle. La Chieftain Elite &egrave; disponibile al prezzo di 32mila euro circa. MERCATO MOTO: A MARZO ANCORA UN RIMBALZO AL +26,6%        

La prima &egrave; prodotta in soli 150 esemplari, mentre della seconda ne sono stati realizzati 175 &nbsp;

Indian: arrivano Pursuit e Chieftain Elite, in edizione limitata

Il celebre locale Deus Ex Machina, nel quartiere Isola di Milano, &egrave; stato teatro di una serata speciale in cui due mondi tra loro diversi, motociclismo e sociale, si sono sposati perfettamente l&rsquo;uno con l&rsquo;altro. In prossimit&agrave; della giornata di oggi, domenica 2 aprile, ovvero la giornata mondiale di consapevolezza dell&rsquo;autismo BMW Motorrad Italia ha dato vita a questo evento con la presenza di Franco e Andrea Antonello, padre e figlio, che da anni ormai sensibilizzano su questa malattia di cui &egrave; affetto Andrea. Non solo, il pap&agrave; &ndash; grande comunicatore dalla mente imprenditoriale &ndash; ha fondato l&rsquo;impresa sociale &ldquo;I Bambini delle Fate&rdquo; con l&rsquo;obiettivo di aiutare e dare supporto ad altre famiglie con ragazzi autistici, e sta ottenendo risultati sorprendenti e ammirevoli.  COME BMW e autismo entrano in contatto    Il motivo &egrave; presto detto. L&rsquo;azienda bavarese, per la quinta volta, ha fornito a Franco e Andrea e ad altri due compagni di viaggio, i mezzi per svolgere il loro decimo viaggio in giro per il mondo e la scelta &egrave; ricaduta sull&rsquo;India. Un viaggio speciale e importante, della durata di 40 giorni, di cui &egrave; stato mostrato un video di pochi minuti in cui sono stati racchiusi tanti momenti vissuti e che racchiude la filosofia di un Paese spirituale e profondamente influente come l&rsquo;India. 6200 chilometri da Nuova Delhi a Mumbai, per arrivare fino al punto pi&ugrave; a Sud, Bongalore, e risalire poi verso la Capitale passando da Calcutta e Varanasi. L&rsquo;obiettivo del viaggio era quello di trattare il tema dell&rsquo;inclusione sociale e proprio di questo parla Alessandro Salimbeni, direttore generale di BMW Motorrad Italia: &ldquo;Questo progetto con cui abbiamo sostenuto l&rsquo;operato dei Bambini delle Fate &egrave; incentrato sul tema dell&rsquo;inclusione sociale, che &egrave; il fronte dove BMW Motorrad &egrave; attiva all&rsquo;interno del nostro programma di responsabilit&agrave; sociale di impresa che si chiama SpecialMente&rdquo;. Per lo scopo &egrave; stato rivisto il claim del brand trasformandolo in &ldquo;Make Life An Inclusive Ride&rdquo;. Franco Antonello ha spiegato: &ldquo;Oggi viene diagnosticato un ragazzo autistico ogni 50 nei nuovi nati. Un ragazzo autistico vuol dire che lui ha la piena e totale consapevolezza del proprio stato, il problema &egrave; che non riesce a esternare le cose&rdquo;.  Franco com&rsquo;&egrave; nata la collaborazione con BMW?  &ldquo;Nel lavoro pubblicitario di cui mi occupavo prima, con Publiscoop &ndash; una societ&agrave; editrice &ndash; avevamo contattato BMW per fare pubblicit&agrave; sulle nostre riviste. Una mia agente molto in gamba ha sempre tenuto i rapporti con l&rsquo;azienda. Quando ha scoperto che noi giravamo il mondo in moto, che mi sponsorizzavo da solo e con un aspetto economica non indifferente, ha voluto contattare BMW. Come ci siamo visti c&rsquo;&egrave; stato amore a prima vista da entrambe le parti. Cos&igrave; &egrave; nato il primo viaggio, ovvero abbiamo girato le regioni italiane andando nei centri che sosteniamo per lanciare messaggi sociali. Poi siamo stati a Capo Nord, in Grecia, in Marocco e infine in India&rdquo;  Tu sei motociclista da sempre? &ldquo;S&igrave;, ho preso il Ciao a 14 anni e da l&igrave; non mi sono pi&ugrave; fermato. Ho fatto un incidente e sono stato senza moto per cinque anni e poi... i grandi amori si ripresentano. Andrea &egrave; con me in moto da quando ha 2 anni. Il suo stile &egrave; proprio quello di stare in moto. Quando guido con lui dietro ogni tanto gli tocco la gamba perch&eacute; mi sembra che non ci sia. Se uno non sa stare in moto lo senti, lui &egrave; come non averlo. &Egrave; il suo posto naturale. E poi ha anche la passione per la moto d&rsquo;acqua&rdquo;.  INDIA: UNA CULTURA CHE TI PRENDE L&#39;ANIMA   Cosa ti ha lasciato il viaggio in India? &ldquo;&Egrave; impossibile dirlo a parole. &Egrave; un altro mondo. Ti prende l&rsquo;anima e te la scaraventa da un&rsquo;altra parte. Ho viaggiato in tutti i cinque continenti, ma credo che quella sia la cultura pi&ugrave; lontana dalla nostra. Ci ha rapito, tanto che ci siamo tatuati &ndash; io e Andrea &ndash; il simbolo Om. Nessuno si arrabbia e vivono nella miseria pi&ugrave; totale, in condizioni peggiori, nonostante questo la gente sorride e ti abbraccia. Se ha un euro lo divide con te. Sarebbe bello portare un po&rsquo; di questo nella nostra cultura&rdquo;.  Cosa ha lasciato invece ad Andrea ?&ldquo;Lui per comunicare scrive al computer e ha scritto: &rsquo;Indiani, calmi circondati da caos&rsquo;. Le sue definizioni ti gelano il sangue&rdquo;.  Pensi che andare in moto aiuti Andrea? &ldquo;S&igrave;, nel primo viaggio che abbiamo fatto negli Stati Uniti, nel 2010, lui aveva 17 anni. Da l&igrave; &egrave; cominciata la sua svolta. In quel viaggio siamo stati io e lui da soli, in mezzo a tre lingue diverse &ndash; americano, spagnolo, portoghese &ndash; abbiamo attraversato 22 paesi, dagli Stati Uniti al Brasile. Non avevo programmato nulla, avevo solo noleggiato la moto a Miami: siamo partiti ed ero pronto a tornare indietro da New Orleans. E invece sono stati tre mesi di viaggio in cui ha preso coscienza di alcune cose: in primis che &egrave; autistico e non riesce a esprimersi e a fare le sue cose, ma pu&ograve; invece girare il mondo e conoscere persone. L&igrave; ha conosciuto la sua prima ragazza. Ha capito in generale che anche lui pu&ograve; fare qualcosa. Da l&igrave; &egrave; cominciato un percorso per fare molte cose da solo. Per esempio oggi vive da solo in un appartamento vicino a casa, dove abbiamo messo una telecamera. Sta facendo tanti passi in avanti grazie a quel viaggio e quindi il fatto che BMW ci continui a sostenere, a lui sta dando la vita. Io ho messo da parte la mia vita a 50 anni, che era gi&agrave; piena e ricca, per poter permettere a lui di viverne una sua. E lui &egrave; fiero di tutto quello che facciamo&rdquo;.  Quali sono i prossimi progetti con la fondazione? &ldquo;Continuare in tutto. Abbiamo 92 progetti, non vorrei fermarmi finch&eacute; non riusciamo ad arrivare almeno in tutte le province italiane, finch&eacute; non coinvolgiamo un gruppo di imprenditori che sostengono i progetti e un&rsquo;associazione che li realizzi in ogni provincia. Questo &egrave; il mio sogno, per&ograve; da solo faccio quello che posso. Se avessi l&rsquo;aiuto di qualche istituzione magari farei mille volte di pi&ugrave;, ma da quello che ho visto credo solo a quello che faccio con le mie mani. Vado avanti cos&igrave; e spero che qualcuno prima o poi se ne accorga, perch&eacute; noi aiutiamo 4000 ragazzi, ma i ragazzi in totale sono 600mila&rdquo;.  E il prossimo viaggio? &ldquo;Andrea desidera andare in Africa, vediamo se questa sar&agrave; la prossima meta. Ogni due anni mi piacerebbe continuare a prendermi due mesi per fare un giro in moto, finch&eacute; avr&ograve; le forze. I viaggi permettono di avvicinare le persone a questa realt&agrave;, pi&ugrave; delle cose concrete che facciamo. La gente si incuriosisce di questi due pazzi che girano in moto e poi scoprono anche il mondo che c&rsquo;&egrave; dietro. Andrea &egrave; il 100% di tutte queste cose. Le forze che trovo e la voglia che ho &egrave; tutta per lui. In famiglia gli diciamo per scherzare: &lsquo;Tutto questo &egrave; tutta colpa tua&rsquo;. E lui ci corregge e sostituisce la parola colpa con merito&rdquo;.  I Bambini delle Fate: i due progetti pi&ugrave; recenti    Due sono le sfere pi&ugrave; importanti su cui Franco Antonelli si &egrave; concentrato finora in questa enorme impresa sociale a cui ha dato vita. In primis c&rsquo;&egrave; la solitudine, di cui dice: &ldquo;&Egrave; la cosa peggiore per tutti, sappiamo quanto valgono l&rsquo;amicizia e la condivisione. Ma i ragazzi autistici sono sempre da soli. Nessuno ha tempo per loro&rdquo;. Per questo uno dei progetti che realizzano si chiama &ldquo;Banca del tempo sociale&rdquo;: si tratta di un&rsquo;iniziativa in cui ragazzi volontari dedicano parte del loro tempo libero ai loro coetanei affetti da autismo, che soffrono la mancanza di veri amici al di fuori del contesto famigliare. Con questo progetto sono presenti in 14 regioni italiane.  Recentemente inoltre &egrave; iniziato il progetto &ldquo;Dopo di noi&rdquo; con cui l&rsquo;impresa sociale acquista per poi donare case alle varie associazioni locali che si occupano di autismo. L&rsquo;obiettivo &egrave; quello di poter assicurare un seguito dignitoso e autonomo ai ragazzi autistici una volta che i genitori - o chi si occupa oggi di loro - non ci sar&agrave; pi&ugrave;. Per ora sono stati acquistati due edifici, con quattro appartamenti l&rsquo;uno, dove i ragazzi possono vivere seguiti ovviamente sempre dai tutor. Qui i ragazzi hanno quindi la possibilit&agrave; di svolgere una vita normale, e in sicurezza. La serata si &egrave; poi conclusa con la recitazione, da parte di Franco e Andrea, dello slogan che si ripetono sempre a fine giornata: &ldquo;Ogni giorno da un punto di vista miglioro&rdquo;. Parole di incoraggiamento e stima dettate dall&rsquo;amore che li lega, alla fine il motore pi&ugrave; potente che c&rsquo;&egrave; al mondo. 

Con Franco e Andrea Antonello 6200 km per girare tutta l&rsquo;India, portando in giro il nome della fondazione &ldquo;I Bambini delle Fate&rdquo; che si occupa di aiutare i ragazzi autistici

BMW Italia e India Heal: un viaggio contro l&#39;autismo

        Nel corso del 2020 si &egrave; tenuto un evento che ha dato vita a due nuove serie di gare a livello nazionale nel 2021, utilizzando maxi cruiser convertite. La serie pi&ugrave; importante, che gode del supporto maggiore delle aziende, &egrave; conosciuta come "King of the Baggers". Le gare si svolgono all'interno del campionato americano AMA su circuiti prestigiosi come Daytona, COTA (Circuit of the Americas) e Laguna Seca. Le moto in gara, quelle che un tempo erano pesi massimi della Harley-Davidson e della Indian, sono state trasformate in assetto da corsa. Il regolamento prevede un massimo di 2 cilindri, carenatura e... valigie.  INDIAN, ARRIVA LA MOTO-WHISKY IN COLLABORAZIONE CON JACK DANIEL'S Caratteristiche Tra le moto in gara, la Indian Challenger RR ha catturato l'attenzione grazie alle sue impressionanti prestazioni. Questa moto da corsa &egrave; dotata del noto motore Power Plus Twin della serie Challenger. La cilindrata &egrave; stata portata da 1.768 cc a 1.833 cc, grazie a cilindri e pistoni pi&ugrave; grandi; abbiamo inoltre nuovi alberi a camme S&amp;S, corpo farfallato pi&ugrave; grande, messa a punto dedicata, trasmissione a catena e cambio rapido quick-shift. Sebbene Indian non abbia reso noti i dettagli sulla potenza della RR, sui forum statunitensi si parla di circa 140 CV (contro i 120 CV della base) e poco meno di 190 Nm (178 Nm per la base) in questa configurazione, grazie anche al sistema di scarico S&amp;S. Il telaio della Indian Challenger RR &egrave; stato completamente trasformato per adattarlo alle esigenze della corsa. I cerchi in alluminio forgiato sono da 17 pollici e montano pneumatici slick, sostituito il forcellone, in alluminio, con ammortizzatore TTX al posteriore e in una forcella FGR-250 all'anteriore, entrambe &Ouml;hlins. Al posto dei freni da cruiser, sono stati montati 2 pinze M4 di Brembo all'anteriore e una pinza Hayes al posteriore. Questioni di peso La Indian Challenger standard pesa 381 chilogrammi pronta per essere guidata, mentre il peso minimo per partecipare alla King of the Bagger &egrave; di 280 chilogrammi. Nonostante Indian non specifichi il peso della versione da corsa, la RR dovrebbe avere esattamente il peso minimo grazie all'omissione di tutti i componenti di comfort e all'uso del carbonio per la carrozzeria e le valigie, ovvero oltre 100 chilogrammi in meno rispetto alla serie. Prezzo La Indian Challenger RR &egrave; disponibile in edizione limitata presso i concessionari indiani di fiducia. Tuttavia, solo 29 esemplari sono stati prodotti e saranno disponibili negli Stati Uniti al prezzo di 86.400 euro al cambio. Nonostante l'offerta sia limitata, la RR &egrave; disponibile anche in Australia, Nuova Zelanda, Francia, Germania, Regno Unito e Giappone. &Egrave; importante - forse superfluo - sottolineare per&ograve; che la moto non &egrave; omologata per l'uso su strada. INDIAN MOTORCYCLE, ARRIVA LA SPORT CHIEF: CRUISER DAL CARATTERE FORTE       

Con telaio trasformato, uso di carbonio e plus di potenza, questa particolare racer sfida i circuiti nazionali con la sua serie limitata di soli 29 esemplari

Indian Challenger RR, la cruiser da corsa per la King of the Baggers

        Whisky e moto, a pensarci bene, si sposano alla perfezione. Possono essere entrambi dolci o amari, pungenti o raffinati. Ecco perch&eacute; accostati possono essere una vera e propria esplosione. &Egrave; forse da queste sensazioni che con il tempo alcuni marchi hanno avviato collaborazioni proprio con aziende di liquori, come nel caso di Indian Motorcycle che ha annunciato una partnership con Jack Daniel's per realizzare una nuova edizione speciale della Indian Chief Bobber Dark Horse. Il risultato? Una Jack Daniel's Limited Edition Indian Chief Bobber Dark Horse. Per renderla pi&ugrave; semplice si chiamer&agrave; JKLEICBDH. Ma non abbiamo ancora svelato la peculiarit&agrave; pi&ugrave; gustosa di questa moto: il Jack Daniel's Old No.7 sar&agrave; mescolato alla sua vernice "Super Graphite Metallic", rendendola una novit&agrave; mondiale. La JKLEICBDH &egrave; la settima moto che nasce dalla partnership fra Indian e Jack Daniel's, al cui progetto ha aderito anche Werkssm Kustom Cycles. Tutte le caratteristiche  L'impronta Jack Daniel's &egrave; riscontrabile ovunque. La sua firma &egrave; presente sul parafango posteriore e incisa nello scarico; i cerchi delle ruote sono centrati in bianco, la sella &egrave; solitaria e c'&egrave; un deflettore svasato Klock Werkssm. Greg Luehrs, direttore delle sponsorizzazioni e delle partnership di Jack Daniel's, si &egrave; espresso: "Alla Jack Daniel's viviamo secondo il motto: 'Ogni giorno che lo facciamo, lo facciamo al meglio'. Indian Motorcycle condivide questa filosofia ed &egrave; per questo che questa partnership &egrave; stata un tale successo. Pensare che una stretta di mano abbia dato il via a sette anni di incredibili motociclette in edizione limitata &egrave; davvero straordinario, ed &egrave; giusto onorare la collaudata Old No. 7 di Jack, con questa settima offerta di collaborazione". Aaron Jax, vicepresidente di Indian Motorcycle, ha invece detto: "La Jack Daniel's Limited Edition Indian Chief Bobber Dark Horse &egrave; un'altra potente e dinamica rappresentazione della qualit&agrave;, dell'artigianalit&agrave; e dell'attenzione ai dettagli che sono alla base di entrambi i nostri marchi. Questa volta abbiamo deciso di rendere omaggio all'iconico Jack Daniel's&reg; Old No. 7 - il pi&ugrave; iconico dei whisky Jack Daniel's - abbinandolo al Chief Bobber Dark Horse. Entrambi i prodotti sono originali americani senza tempo che condividono una combinazione di semplicit&agrave; senza fronzoli e qualit&agrave; premium". Della Jack Daniel's Limited Edition Indian Chief Bobber Dark Horse verranno prodotti solo 177 esemplari, che saranno disponibili nei seguenti mercati: austriaco, australiano, canadese, tedesco, messicano, neozelandese, spagnolo, britannico e statunitense. DAL 2024 LE DOLOMITI AVRANNO UN LIMITE D'ACCESSO PER I VEICOLI       

Si chiama JKLEICBDH e nella sua vernice "Super Graphite Metallic" verr&agrave; mischiato il liquore del Tennessee

Indian, arriva la moto-whisky in collaborazione con Jack Daniel's

Indian Motorcycle ha presentato il nuovo diamante di Casa: la Sport Chief, una sport-cruiser appartenente alla famiglia delle bobber dalle linee classiche. La moto prende come base tecnica e meccanica la Chief standard e Dark Horse (quella disponibile in Italia), con delle differenze che si riscontrano nella forcella a steli rovesciati KYB con escursione di 130 mm, la coppia di dischi freno da 320 mm abbinati a pinze ad attacco radiale Brembo e gli ammortizzatori FOX, che hanno la regolazione del precarico molla ed escursione di 100 mm. Passando al telaio, in tubi d&#39;acciaio, &egrave; dotato di un cannotto inclinato di 28&deg;, l&#39;avancorsa a 111 mm e l&#39;interasse di 1.640 mm, portando la moto ad avere una lunghezza pari a 2.301 mm.  COme &egrave; fatta la Indian Sport&nbsp;Chief    Per quanto riguarda il suo look, questo si mostra molto pi&ugrave; sportivo. Basta guardare il cupolino con prese d&#39;aria e plexi fum&egrave;, i riser del manubrio lavorati a macchina e la sella con appoggio lombare. Della versione standard e della Chief Dark Horse rimangono invece il telaio con forcellone in alluminio, l&#39;avviamento keyless, la strumentazione digitale con lo schermo touch, il serbatoio da 15,1 litri, le luci a LED e, infine, il bicilindrico Thunderstroke 116 di 1890 cc&nbsp;raffreddato ad aria e singolo corpo farfallato da 54 mm da 116 Nm di coppia massima. La Sport Chief sar&agrave; venduta in tre livree diverse: grigio, rosso e nero al prezzo di&nbsp;22.790 euro.  TOP 10, GIGANTI DA STRADA: ECCO I MOTORI OVERSIZE DELLE MOTO 

La moto mantiene del modello base e mescola elementi della Dark Horse, adotta il bicilindrico a V&nbsp;Thunderstroke 116&nbsp;

Indian Motorcycle, arriva la Sport Chief: cruiser&nbsp;dal carattere forte

        Se vivete in Europa, Regno Unito o Sudafrica, potreste essere i fortunati nuovi proprietari di una Indian FTR progettata da S&eacute;bastien Loeb, 9 volte vincitore del Mondiale Rally e quattro volte sul podio della Dakar, e costruita dall'officina francese Tank Machine. La moto personalizzata verr&agrave; messa in palio dalla Casa statunitense in un contest in programma dall'8 febbraio al 15 maggio 2023: per partecipare basta iscriversi a un test ride presso il concessionario locale aderente all'iniziativa. INDIAN FTR 1200 AMA, LA SPECIAL CON LIVREA MARTINI OMAGGIA IL MOTORSPORT Si tratta di una delle due moto del progetto FTR Loeb. Una di queste moto sar&agrave; regalata al vincitore del concorso, mentre l'altra sar&agrave; consegnata a S&eacute;bastien Loeb stesso. Il francese infatti &egrave; diventato ambasciatore ufficiale Indian nel 2022 e, nonostante abbia legato il suo nome alle auto, &egrave; un grande appassionato delle due ruote.  FTR Loeb: come partecipare Coloro interessati a partecipare al contest devono essere residenti in uno di questi Paesi: Austria, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Sudafrica, Spagna, Svizzera e Regno Unito. Dall'8 febbraio 2023, &egrave; possibile consultare la pagina web ufficiale di Indian Motorcycle del proprio Paese e cercare il concorso FTR Loeb. Dopo aver compilato il modulo, bisogna scegliere il proprio concessionario Indian partecipante e poi effettuare il giro di prova prenotato su una FTR.&nbsp;Un vincitore sar&agrave; selezionato a caso tra tutte le iscrizioni ricevute entro il 15 maggio 2023. Il fortunato motociclista potr&agrave; anche incontrare l'officina Tank Machine e ricevere la sua FTR Loeb dal pilota francese in persona. INDIAN, LA FTR ENTRA IN MODALIT&Agrave;... STEALTH       

La Casa americana lancia un nuovo contest: protagonista il pilota francese campione del mondo di rally

Come vincere una Indian FTR customizzata da Sébastien Loeb

        Con la Indian Scout Rogue, La Casa statunitense &egrave; entrata nel segmento delle cruiser dalle prestazioni elevate. Per aumentare ancora di pi&ugrave; le performance del modello, Danny Schneider, collaboratore di lunga data del marchio e customizer della svizzera Hardnine Choppers, ha messo le mani su una Rogue nuova di zecca, presentando il suo progetto a EICMA 2022.  Ciclistica rivoluzionata Dato che Schneider pu&ograve; vantare un passato nel Motocross Freestyle, ha deciso di trasformare la Scout Rogue nella maniera pi&ugrave; vicina possibile allo stile di guida "duro", iniziando ovviamente dalle sospensioni, e quindi dalla forcella &nbsp;e dal mono&nbsp;&nbsp;&Ouml;hlins, passando per la modifica dell'avantreno e del cupolino insieme al nuovo manubrio sportivo targato ProTaper. Le nuove ruote Roland Sands Design sostituiscono quelle di serie, con pinze Beringer, che ha provveduto anche alla nuova leva frizione. Prestazioni inalterate, livrea da corsa La Rogue special mantiene i 94 cavalli di potenza del bicilindrico da 1.133 cc, sprigionati dall'inedito scarico Jekill and Hyde 2-in-1. Per risparmiare qualche chilo, Schneider si &egrave; spinto fino a ridurre il coperchio primario alle sue dimensioni minime. Dopo tutti questi lavori dedicati alle prestazioni, il team di Hardnine Choppers ha scelto una livrea ispirata alla King of the Baggers per sottolineare le velleit&agrave; sportive. INDIAN MOTORCYCLE, A PICCOLI PASSI VERSO L'ELETTRIFICAZIONE       

Si tratta di una special basata sulla custom americana e presentata al Salone di Milano: il lavoro della svizzera Hardnine Choppers si &egrave; concentrato sulla ciclistica

Indian Scout Rogue, una nuova Bagger a EICMA 2022

        Il settore motociclistico sembra fare pi&ugrave; fatica rispetto a quello automobilistico a convertirsi all'elettrico. Tra le aziende che hanno gi&agrave; adottato questa nuova visione ci sono Case come&nbsp;Triumph che ha presentato il suo prototipo TE-01 e Ducati con la sua V21L MotoE (parlando dei progetti "moto" pi&ugrave; recenti). A loro si aggiunge ora anche Indian Motorcycle che attraverso le parole del direttore Bouglaw Dawiec a "Motociclismo" ha annunciato il futuro dell'azienda con la nuova Indian Pursuit. INDIAN CHIEF, SVELATA LA VERSIONE FIRMATA DA&nbsp;KEINO SASAKI E PAUL&nbsp;COX&nbsp; "Abbiamo la nostra strategia" "L'elettrificazione &egrave; uno degli obiettivi pi&ugrave; importanti a breve termine per l'industria motociclistica e anche noi abbiamo la nostra strategia, ma al momento non posso dire di pi&ugrave;. Finora, Indian si &egrave; limitata a immergersi nel mercato elettrico con la eFTR Jr e la eFTR Hooligan 1.2 con motore Super 73. La prima si rivolge esclusivamente ai giovani, mentre la seconda si rivolge ache agli adulti, ma il marchio non ha ancora trasformato questi sforzi in una moto elettrica di dimensioni reali e omologata per la circolazione su strada. Nel frattempo, il principale rivale di Indian, Harley-Davidson, ha presentato il suo progetto elettrico di punta, la LiveWire, prima di entrare nel mercato delle biciclette elettriche con la sua derivazione Serial ". Con il recente calo delle vendite di Polaris (casa madre di Indian), sembra che l'azienda si stia concentrando soprattutto sulla sua competitivit&agrave; sul mercato americano nel settore dei bicilindrici a V. "Negli ultimi sette anni abbiamo creato sette piattaforme con diciassette moto diverse. &Egrave; stato uno sforzo enorme e quindi ora vorremmo cercare di ottenere i frutti di tutto questo lavoro concentrandoci su questi modelli", ha spiegato Dawiec. "Sicuramente, se me lo chiedete personalmente, credo che dovremo pensare a qualche novit&agrave; a breve, ma per ora stiamo cercando una stabilit&agrave; per guadagnare percentuali di mercato nei segmenti in cui siamo attualmente presenti." INDIAN MOTORCYCLE HA BREVETTATO UN SISTEMA INTEGRATO DI SENSORI&nbsp;       

L'azienda americana segue la scia di tanti altri marchi che hanno intrapreso il cammino verso l'elettrico: i piani futuri anticipati (senza troppi dettagli) dal direttore Bouglaw Dawiec&nbsp;

Indian Motorcycle, a piccoli passi verso l'elettrificazione

Indian FTR si fa... Stealth. O meglio, Stealth Grey. &Egrave; questo il nome scelto dalla Casa americana per la nuova versione del suo modello pi&ugrave; famoso, una serie speciale distribuita in soli 150 esemplari. Si tratta della terza Special Edition lanciata da Indian in pochi giorni, dopo i modelli Chieftain e Challenger Elite. Tuttavia, mentre questi ultimi due sono stati progettati sia per il mercato statunitense che per quello oltreoceano, la FTR Stealth Grey Special Edition &egrave; destinata esclusivamente a quello internazionale.    1.203 cv con componentistica premium  Come accennato, 150 esemplari esclusivi ispirati, come la FTR originale, alla FTR 750, e dotati del bicilindrico a V da 1.203 cc raffreddato a liquido capace di 123 cavalli e 120 Nm di coppia, con manubri realizzati dall&#39;azienda specializzata ProTaper, pneumatici Metzeler, scarico Akropovic, ABS in curva, tre modalit&agrave; di guida e un display touchscreen da 4,3&quot;.  Potente ma sobria  &nbsp;  &quot;Fin dal suo lancio nel 2019, abbiamo visto il fascino da Americana autentica della FTR - ha dichiarato Grant Bester, vicepresidente di Indian -. Dalla sua incarnazione come flat track stradale, ai perfezionamenti del 2022 che hanno portato le prestazioni a un altro livello, siamo ora orgogliosi di presentare la FTR Stealth Gray Special Edition. Questa versione esclusiva, progettata dai nostri team di designer internazionali, riprende l&#39;eredit&agrave; americana e la silhouette iconica della FTR, combinando le sue prestazioni dinamiche con uno stile sobrio e poco appariscente&quot;.  INDIAN FTR 1200 AMA, LA SPECIAL CON LIVREA MARTINI OMAGGIA IL MOTORSPORT 

Nuova versione esclusiva da 150 esemplari della flat track stradale americana: la Stealth Grey mantiene il 2 cilindri da 1.203 cc e 123 cv a cui aggiunge componenti premium e look sobrio

Indian, la FTR entra in modalit&agrave;... Stealth

        Con quella livrea Martini Racing, &egrave; in grado di attirare e affascinare non solo i motociclisti ma anche gli appassionati di auto e di motorsport, che penseranno subito alla Lancia Delta HF Integrale che negli anni '80 dominava il mondiale rally. I motociclisti pi&ugrave; esperti troveranno invece collegamenti chiari con la SBK MotoAmerica di quarant'anni fa. Un misto di sensazioni uniche, che sono state scatenate dalla nuova Indian FTR 1200 AMA realizzata dal marchio americano in collaborazione con l'officina Workhorse Speed Shop.  Componenti in 3D con fibra di carbonio Il team guidato da Brice Hennebert, attraverso la progettazione CAD, ha stampato in 3D le componenti del telaio della FTR, rinforzandole poi con la fibra di carbonio. Stesso metodo anche per la piastra frontale, dove trova spazio un faro da corsa, integra il radiatore dell'olio Setrab, mentre dietro di essa vi &egrave; il cruscotto OEM del nuovo Indian Chief. La carrozzeria unisce la sella in pelle liscia e il faro posteriore a LED, mentre la batteria &egrave; stata spostata nella parte posteriore, una mossa che strizza l'occhio alle moto da endurance. Il nuovo design ha richiesto l'installazione di 2 serbatoi in alluminio, per una capacit&agrave; di 14 litri. Anche se a spiccare &egrave; certamente la verniciatura, realizzata dalla giapponese Axecent. Ciclistica "vintage" e firme prestigiose Davanti, la forcella &egrave; una replica fedele di quella della Honda Bol d'Or 750, anche se adattata alla forcelle &Ouml;hlins da 43 mm. Al posteriore invece ecco due ammortizzatori &Ouml;hlins abbinati a un forcellone costruito su misura con tubi in alluminio e di 40 mm pi&ugrave; lungo rispetto all'originale. I cerchi sono Made in Italy, essendo stati forniti da JoNich Wheels, mentre Dunlop ha provveduto agli pneumatici. I due dischi Beringer con pinze ad attacco radiale a 2 pistoncini costituiscono l'impianto frenante. Lo scarico in acciaio inossidabile vede la presenza di un terminale con dei silenziatori S&amp;S Cycle Grand National modificati. Invariati infine i dati tecnici del 2 cilindri da 1.200 cc. TOP 8: LE NEO-R&Egrave;TRO DA TENERE SOTT'OCCHIO NEL 2022       

La creazione dell'officina belga Workhorse Speed Shop rappresenta un tributo sia alla Lancia che dominava i mondiali rally negli anni '80 che alla SBK statunitense di quarant'anni fa

Indian FTR 1200 AMA, la special con livrea Martini omaggia il motorsport

        Annunciata la nuova gamma di novit&agrave; per il 2022 di Indian Motorcycles. Tecnologia aggiornata, nuovi accessori e una lunga lista di nuove livree per i modelli Thunderstroke, PowerPlus e Scout.  Accessori Per la gamma bagger e touring, il 2022 riserva il classico motore Thunderstroke (Springfield, Chieftain e Roadmaster) o il PowerPlus da 122 Cv per la Challenger. La tecnica rimane invariata, mentre gli accessori riguardano i nuovi bagagli Spirit Lake - borsa portapacchi, borsa da giorno e da viaggio - le nuove luci posteriori a LED Pathfinder dedicate alle borse laterali. Solo per le Challenger, invece, la possibilit&agrave; di inserire carenature inferiori rigide, per una migliore aerodinamica in viaggio. BMW R 1250 GS E ADVENTURE, NUOVE SELLE WUNDERLICH RISCALDATE Nuove livree Le nuove colorazioni sono Quartz Grey sulla Chieftain Dark Horse e Indy Red over Black Metallic sulla Challenger Dark Horse. Sulla gamma Scout, invece, ogni modello sfoggia le nuove livree Silver Quartz Metallic (Scout), Titanium Metallic (Scout Bobber) e Silver Quartz Smoke (Scout Bobber Twenty). 121 INDIAN SCOUT GLI PASSANO SOPRA: ENTRA NEL GUINNESS DEI PRIMATI       

Cruiser, bagger e tourer si rinnovano nel look e negli optional per il 2022: borse di tutti i tipi, luci a LED e una lunga lista di colorazioni per Challenger, Chieftain e la famiglia Scout

Indian, le novità 2022 della gamma Scout

Avevamo gi&agrave; accennato al nuovo programma custom ideato da Indian Motorcycle interamente dedicato alle sue nuove Chief: Dark Horse, Bobber Dark Horse e Super Chief Limited.  Ora per&ograve;, dopo le prime indiscrezioni, finalmente la Casa americana ha rivelato una delle custom realizzate da Paul Cox e Keino Sasaki, il primo dei tre progetti di personalizzazione. Si tratta della Cox-Keino Indian Chief, interpretazione unica dell&rsquo;aggiornata due ruote del Marchio.  Chief Indian, tre nuove versioni per i 100 anni    Una custom nel vero senso della parola  Lavorando sulle gi&agrave; semplici linee della Indian Chief di serie, Cox e Sasaki hanno unito le loro idee su carta per poi dividere il lavoro di realizzazione in pi&ugrave; parti. Impossibile da non notare la vasta quantit&agrave; di modifiche: dall&rsquo;avantreno al posteriore, passando per la semplificazione dell&rsquo;elettronica fino al nuovo forcellone prelevato dal catalogo Led Sled, gli pneumatici Avon, il cambio manuale con frizione a pedale, il serbatoio fatto interamente a mano dallo stesso Sasaki, la sella in pelle e la speciale verniciatura in Soylent Green.  Le altre due Chief entro fine 2021  Con il debutto avvenuto in questi giorni allo Sturgis Motorcycle Rally, nel South Dakota, la Cox-Keino Indian Chief ha aperto la strada ai due futuri modelli custom pensati da Indian. Progetti che la stessa Casa motociclistica riveler&agrave; entro la fine dell&rsquo;anno.  Wunderlich R18 RockBob: la bobber su base BMW R18 

Il debutto &egrave; avvenuto in questi giorni allo Sturgis Motorcycle Rally, dove la moto &egrave; stata presentata per mostrare&nbsp;le vaste possibilit&agrave; di personalizzazione della nuovissima custom

Indian Chief, svelata la versione firmata da&nbsp;Keino Sasaki e Paul&nbsp;Cox

Indian Motorcycle sta snocciolando un&rsquo;idea dietro l&rsquo;altra. Sono diversi, infatti, i brevetti presentati dalla Casa statunitense nell&rsquo;ambito della sicurezza che i colleghi di Motorrad hanno anticipato: si parla di radar, di sensori e di luci, per un totale di ben quattro brevetti dei quali non conosciamo ancora il futuro. Certo &egrave; che se un&rsquo;azienda &ldquo;tradizionale&rdquo; come Indian &egrave; al lavoro su sistemi di assistenza alla guida, significa che questo aspetto sta assumendo un ruolo decisamente centrale.  Harley-Davidson, in arrivo la frenata d&#39;emergenza automatica  I quattro brevetti    Stando alle immagini, la moto su cui Indian sta lavorando per montare i sistemi potrebbe essere la Roadmaster, che non avrebbe problemi - viste le dimensioni - a sopportare accessori e un carico maggiore. Nel complesso i quattro brevetti vanno a formare un sistema integrato di sensori composto da radar e telecamere, dove ognuno ha specifiche funzioni.  Il primo brevetto, per esempio, &egrave; il&nbsp;radar che permette alla moto di monitorare la posizione dei veicoli in prossimit&agrave;, garantendo il controllo automatico della velocit&agrave; e avvisando il pilota (attraverso segnali luminosi negli specchietti (o sul cruscotto) su&nbsp;eventuali punti ciechi. Ci sono poi le luci di svolta. Nulla di nuovo se non che per Indian si traducono in un complesso faro, diviso in 14 parti, a LED che funzioneranno sia con gli anabbaglianti che con gli abbaglianti. Tra i brevetti ci sono anche le luci adattive per la velocit&agrave;, ovvero che regoleranno i fari in base alla velocit&agrave; a cui sta andando la moto.&nbsp;A 30 km/h il faro sar&agrave; largo e corto, a 60 km/h o a&nbsp; 90 km/h il faro si restringer&agrave; e si allungher&agrave; in lontananza.&nbsp;Infine, l&rsquo;ultimo brevetto, riguarda 21 diversi sensori posizionati in varie parti della moto - anteriore, posteriore, laterale - per avere una situazione a 360&deg; su ci&ograve; che gira intorno al mezzo, come le distanze dagli altri veicoli, e interagire cos&igrave; con radar e luci.  Honda, arriva il brevetto sullo sterzo automatico anticaduta 

Radar, sensori e luci fanno parte dei quattro progetti sperimentali depostati dalla Casa statunitense per aumentare la sicurezza del pilota

Indian notizie moto

Indian Scout 2025: cinque nuovi modelli e tre allestimenti in arrivo

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Indian Motorcycle debutta a Parigi per il Rétromobile

Una Indian Chief azzurra del 1947 è all'asta: ma è stranissima!

Abbigliamento, la moto potrà scaldare e raffreddare il pilota? Depositato un brevetto

Indian FTR 1200 S, la special "blu profondo" di ARCTOS e Fuhrer Moto

Prova Indian Challenger RR: che americanata!

Indian: arrivano Pursuit e Chieftain Elite, in edizione limitata

BMW Italia e India Heal: un viaggio contro l'autismo

Indian Challenger RR, la cruiser da corsa per la King of the Baggers

Indian, arriva la moto-whisky in collaborazione con Jack Daniel's

Indian Motorcycle, arriva la Sport Chief: cruiser dal carattere forte

Come vincere una Indian FTR customizzata da Sébastien Loeb

Indian Scout Rogue, una nuova Bagger a EICMA 2022

Indian Motorcycle, a piccoli passi verso l'elettrificazione

Indian, la FTR entra in modalità... Stealth

Indian FTR 1200 AMA, la special con livrea Martini omaggia il motorsport

Indian, le novità 2022 della gamma Scout

Indian Chief, svelata la versione firmata da Keino Sasaki e Paul Cox

Indian Motorcycle ha brevettato un sistema integrato di sensori