Sicuramente appartengono al segmento che più paga nel traffico delle grandi città visto che il loro peso contenuto, le prestazioni adeguate per scattare da un semaforo all’altro e la buona capacità di carico sono i requisiti fondamentali per avere successo nell’uso quotidiano. Se poi aggiungiamo che la cilindrata di 150 cm³ permette anche di affrontare tangenziali e autostrade magari con il passeggero, che la manutenzione e i consumi hanno costi molto bassi e le dotazioni sono complete di tutto, è facile motivare la grande diffusione di questi “ruote alte”.
COMFORT PILOTA La triangolazione di sella, pedana e manubrio è stata dimensionata per entrambi in modo eccellente, la sella non troppo larga permette di raggiungere terra anche a chi non è di statura alta e il manubrio, che obbliga ad una posizione eretta e dinamica, ha un raggio di sterzata ideale per infilarsi anche nel traffico più intenso. L’abitabilità per le gambe è la cosa che invece li distingue in modo più evidente: infatti l’SH offre tanto spazio all’altezza delle ginocchia ma risulta un po’ meno protettivo in caso di pioggia, l’Xenter ha invece dato la precedenza allo spazio sulla pedana ma è più avvolgente e meno spazioso nella parte superiore, riducendo abbastanza il movimento delle gambe ma per contro offrendo una protezione dall’acqua decisamente superiore.
vibrazioni I due motori monocilindrici sono ben bilanciati e anche a fronte di richieste decise non impattano in nessun modo il comfort di guida, reso piacevole e quasi esente da vibrazioni grazie anche alle buone trasmissioni automatiche.
sospensioni Una delle caratteristiche dell’Xenter è il monoammortizzatore posteriore laterale che lavora sul motore infulcrato direttamente al telaio, a differenza dell’SH e di quasi tutti gli altri scooter dove il motore è collegato al telaio tramite un braccetto oscillante. La differenza nella risposta non è rilevante su fondi regolari, ma si apprezza maggiormente sullo sconnesso dove il sistema Yamaha ha un comportamento più motociclistico. Tuttavia la taratura della forcella e i due ammortizzatori dell’SH trasmettono un feeling e una precisione di guida maggiori, volendo personalizzabile grazie alle nuove 5 regolazioni del precarico sul posteriore.
protettività Honda e Yamaha hanno deciso di equipaggiare i loro due modelli con il parabrezza di serie, ma hanno fatto due scelte leggermente differenti. L’SH adotta infatti un classico parabrezza alto dove però i paramani sono separati, scelta sicuramente più “tattica” in caso di caduta accidentale, ma leggermente penalizzante per quanto riguarda la protezione. Il parabrezza alto poi, offre un riparo aerodinamico maggiore, ma in caso di pioggia diventa davvero un limite sul fronte della visibilità, visto che il riflesso delle gocce d’acqua, soprattutto la sera, richiede tanta attenzione alla guida. Xenter invece ha scelto volutamente di realizzare un parabrezza che non coprisse la visuale e lo si è davvero apprezzato visto che durante i giorni della nostra prova ha sempre piovuto. Anche lo scudo, che pur non lascia tanto spazio alle ginocchia, si è dimostrato più protettivo per le gambe rispetto a quello dell’SH.
manovrabilità Le ruote di 16” e il peso abbastanza contenuto coadiuvati da un raggio di sterzata molto accentuato, permettono in egual modo ai due rivali di fare le manovre in un fazzoletto di asfalto. L’altezza e la conformazione delle selle poi, facilitano l’appoggio a terra in caso di bisogno.
comandi Assolutamente di tipo tradizionale sia come tipo di comandi che come posizione degli stessi, quelli dell’Xenter sono funzionali e intuitivi da utilizzare anche con i guanti. Sul manubrio dell’SH invece spunta nel blocchetto di destra l’interruttore per disabilitare il sistema Start & Stop, mentre sulla sinistra sono scambiate rispetto allo standard le posizioni per clacson e indicatori, quindi al primo giro di prova sarà facile suonare piuttosto che inserire l’indicatore desiderato.
cavalletti Visto che in questa ultima versione Honda ha deciso di dare la dotazione più completa possibile, sono presenti sia il cavalletto centrale che quello laterale, comodi da usare e ben integrati nella sagoma della parte bassa. Il solo cavalletto centrale dell’Xenter ha invece la dote di essere stato posizionato in modo da facilitarne al massimo l’utilizzo, anche e soprattutto per il pubblico femminile.
retrovisori Molto simili nella forma ovoidale, gli specchietti retrovisori sono ben regolabili anche in marcia e assicurano un’ottima visibilità al pilota. Anche l’aspetto estetico, senza nulla di particolare nelle forme, si integrano bene con le linee delle sovrastrutture.
rumorosità Sia la componentistica meccanica legata al propulsore sia il sistema di scarico sono stati progettati su entrambi i mezzi in modo da garantire la massima silenziosità anche al salire della velocità. L’unico rumore un po’ fastidioso che si evidenzia sull’Xenter è causato dal bauletto che, non accoppiandosi in modo preciso alla piastra, vibra sensibilmente.
illuminazione Anche l’illuminazione è un capitolo su cui le due Case hanno avuto visioni distinte, Honda infatti mantenendo un unico gruppo ottico sul manubrio ha investito sul design dello scudo integrando due particolarissime luci di posizione formate da strisce luminose. Xenter è rimasto invece abbastanza fedele al family feeling di Casa adottando un doppio gruppo ottico dove una parte è riservata all’anabbagliante e l’altra all’abbagliante.
capacità di carico La pedana piatta è una delle caratteristiche che viene apprezzata maggiormente nell’utilizzo in città sia per lo spazio di movimento sia per la facilità con cui si può caricare ad esempio la borsa della spesa. Per fornire un livello di carico ancora maggiore, di serie viene fornito un capiente bauletto per entrambi studiato per essere direttamente installato sul portapacchi senza ulteriori piastre. Fin qui nulla di straordinario, se non che per la prima volta in un SH è stato ricavato un vano sottosella capace di contenere un casco integrale. Molto più ridotto lo stesso vano dell’Xenter dove oltre agli attrezzi, documenti e antiacqua ci sta poco altro. Moderno e funzionale per oggetti molto piccoli il vano posto sul manubrio dello scooter Yamaha, simile nella ridotta capienza al vano posto sulla sinistra del retroscudo dell’SH, anch’esso con apertura a pressione.
maneggevolezza Le doti ciclistiche permettono ai due esemplari di essere sempre in prima linea davanti al traffico in tutte le condizioni. Il ridotto raggio di sterzata e gli ingombri contenuti agevolano le manovre negli spazi ridotti e la prontezza dei due motori monocilindrici fanno sempre uscire in rapidità da tutte le situazioni.
frenata I due dischi di 240 mm Ø coadiuvati dal sistema ABS a doppio canale rendono l’SH prontissimo nella risposta in frenata anche se effettuata con decisione, basta tenere una o due dita su entrambe le leve per avere già il grosso della potenza frenante, decisa e sicura. Abbastanza differente il comportamento di Xenter dove il sistema UBS di frenata unificata che combina la parte idraulica anteriore a quella meccanica posteriore lascia troppa escursione alle leve e poca prontezza nella risposta. Per girare in tranquillità spesso ci si trova a tenere due dita sul freno anteriore e la mano intera su quello posteriore, diversamente si rischia di allungare gli spazi di arresto.
stabilità Honda ha trovato un compromesso tra ciclistica e sospensioni ideale per le condizioni dell’asfalto cittadino, infatti l’SH è preciso e stabile sia in frenata sia nei cambi di direzione repentini trasmettendo un feeling davvero immediato al pilota. Anche l’Xenter si adatta bene ai percorsi sia misti che prettamente urbani ma l’avantreno è poco incisivo e in certi casi troppo morbido per entrare con decisione in curva, oltretutto caricando oggetti di poco peso nel bauletto si avvertono ondeggiamenti sul manubrio tipici di un accentuato sbalzo posteriore.
in piega L’aderenza in piega e la luce a terra permettono di percorrere sia raggi ridotti sia curve veloci con un buon appoggio per entrambi e con ottimi angoli di piega. La maggiore precisione e stabilità dell’SH vanno anche in questo caso a vantaggio del feeling di guida.
erogazione Il monocilindrico Yamaha ha grinta da vendere e ruotando l’acceleratore si apprezza la rapidità nel salire di giri scattando via ad ogni partenza. Più pacato e docile invece il motore Honda che, pur essendo estremamente progressivo e fluido nell’erogazione, è un po’ meno accattivante nella risposta.
trasmissione Silenziose e progressive a tutti i regimi di giri, entrambe le trasmissioni hanno un comportamento estremamente lineare riducendo al minimo qualsiasi tipo di incertezza nell’erogazione.
pneumatici La scelta dei pneumatici è equivalente sia nelle misure che nel diametro, infatti troviamo un 100/80-16” anteriore abbinato al 120/80-16” posteriore. Bene intagliate e adatte anche alla guida su fondi bagnati le coperture fornite di serie. La scelta dei cerchi è altrettanto simile visto che la soluzione adottata sia sull’SH che su Xenter è con 5 razze sdoppiate.
peso Tra i fattori che incidono positivamente nella maneggevolezza di questi “trasportatori urbani” un fattore di distinzione è indubbiamente il peso abbastanza contenuto, quasi trascurabile durante la guida. Honda pesa infatti in ordine di marcia poco più di 136 kg, leggermente più pesante invece lo Yamaha: 144 kg.
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Velocità Nonostante i tachimetri segnalino come di consueto un minimo scarto in eccesso, la velocità massima raggiunta dall’SH è di pochissimo superiore ai 100 km/h effettivi, poco inferiore a quella dell’Xenter che fa fermare il rilevamento a quasi 106 km/h: per percorrenze di strade extraurbane e tangenziali dove i limiti generalmente sono di 90 km/h sono velocità più che sufficienti in entrambi i casi.
Accelerazione Il grintoso propulsore Yamaha monocilindrico a 4 valvole si dimostra davvero brillante nelle accelerazioni rispetto al più tranquillo Honda. Per percorrere i 100 metri da fermo impiega infatti 7”5 contro i 8”0 dell’SH ma la differenza più incisiva è sui 1.000 metri (40”5 contro 43”3). Molto minore anche il tempo per raggiungere da fermo i 100 km/h rilevato di 21”8 contro i 31”0 dell’SH.
Ripresa Anche sulla ripresa Xenter si dimostra più efficace del rivale soprattutto in allungo e nelle manovre di sorpasso da lanciato, con scarti nell’ordine di 2-3 secondi sia per passare dai 50 ai 100 km/h che da 50 km/h a raggiungere i 1.000 metri.
Consumi Oltre al rilevamento consueto sul tratto extraurbano, i consumi rilevati dalla nostra prova sono stati effettuati anche in condizioni di traffico cittadino in giornate feriali, dando preferenza ai centri abitati ed evitando le tangenziali con velocità massime raggiunte di 80 km/h. In queste particolari condizioni l’Honda SH con sistema Start & Stop attivo si dimostra efficace, facendo rilevare un consumo di 38,1 km/l rispetto ai 31,2 km/l dell’Xenter.
Spazi d’arresto Nonostante il giudizio sulla prontezza della frenata sia più favorevole nei confronti di Honda, come precisione e risposta all’azione esercitata sulle leve, gli spazi di arresto non sono troppo differenti e misurati per entrambi nell’ordine dei 13 metri abbondanti in frenata a 60 km/h.
Potenza La nuova generazione di propulsori eSP con cui è equipaggiato l’SH 150 è molto attenta ai consumi e per farlo si dimostra leggermente meno vivace del propulsore dell’Xenter, che con la distribuzione a 4 valvole rispetto alle 2 dell’Honda fa registrare 9,72 kW contro gli 8,84 kW del monocilindrico con Start & Stop.
Coppia Anche per quanto riguarda i valori di coppia, lo scooter Yamaha detiene un vantaggio rispetto al rivale raggiungendo 11,57 Nm a 7.850 giri/min. L’Honda con la sua erogazione più progressiva ma più pacata fa invece segnare al banco 10,17 Nm a un regime di quasi 300 giri/min inferiore.
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Honda SH150 - Yamaha Xenter 150
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